Visita alla Collezione Pinault firmata Tadao Ando nell’ex Bourse de Commerce e alla rifunzionalizzazione dell’ex edificio delle poste per mano di Dominique Perrault
PARIGI. Con l’edificio della posta, la Borsa e l’insegna neon verde della famosa agenzia investigativa Duluc immortalata al cinema, la rue du Louvre è rimasta a lungo obsoleta. La tanto attesa apertura del nuovo museo della Collezione Pinault, collocato da Tadao Ando nell’ex Bourse de Commerce, le conferisce lo splendore di una nuova vita, rafforzato dalla ristrutturazione del vasto isolato dell’ufficio postale del Louvre ad opera di Dominique Perrault. Non lontano da lì, la Samaritaine riapre i battenti grazie a Sanaa, mentre Ateliers Jean Nouvel sta ristrutturando l’antico Louvre des Antiquaires.
La Collezione Pinault alla Bourse du Commerce
Dopo Palazzo Grassi e la punta della dogana a Venezia, François Pinault nel 2017 ha scelto l’ex Bourse per allestire il nuovo museo della sua collezione nel cuore di Parigi. Costruita tra il 1763 e il 1766, per ospitare il mercato del grano, questa rotonda fu dotata nel 1811 di una cupola con telaio misto di ferro e ghisa, una delle più grandi imprese tecniche dell’epoca. Tra il 1886 e il 1889, l’architetto Henri Blondel trasformò l’edificio in Borsa, integrando nella cupola una copertura panoramica vetrata e una serie di affreschi che illustrano il commercio nei quattro angoli del mondo.
Sotto la guida di Jean-Jacques Aillagon, direttore generale di Pinault Collection e Daniel Sancho, direttore del project management, Tadao Ando, associato a Pierre-Antoine Gatier, architetto capo della Soprintendenza e al giovane studio Nem Architectes (Lucie Niney e Thibault Marca), ha completato la ristrutturazione totale dell’edificio, mentre i designer Ronan e Erwan Bouroullec si sono occupati degli arredi e del disegno della piazza che collega il museo all’intorno urbano.
Dopo un completo restauro commisurato alla sua storia e un’importante trasformazione, la famosa rotonda sta entrando in una nuova fase della sua esistenza sotto il segno dell’arte.
Per inserire il suo intervento all’interno dell’esistente avviando “un sottile ma intenso dialogo tra il nuovo e l’antico“, Ando ha creato “una composizione di cerchi concentrici“. La luce zenitale, le aperture e le cornici enfatizzano questo effetto.
Sotto la cupola vetrata e a cinque metri dalla facciata interna, ha inserito un cilindro di cemento di 29 metri di diametro e 9 di altezza, le cui dimensioni sono state accuratamente regolate dal team di Niney Marca, dalla Soprintendenza e dalla committenza per liberare i punti di vista e consentire la percezione completa della cupola da terra.
Questo oggetto circolare ospita uno spazio espositivo al piano terra e un auditorium nel seminterrato. È avvolto da un doppio giro di scale e da una passerella che insieme definiscono una serie di sequenze spaziali culminanti negli affreschi della cupola. I muri portanti e le scale si estendono al piano interrato per disegnare la pianta dell’auditorium e del foyer, seguendo le tracce conservate della vecchia sala macchine.
Dall’atelier al secondo piano interrato al ristorante al terzo piano, il percorso si sviluppa su cinque livelli, tre dei quali dedicati alle sette gallerie espositive. Al centro del cerchio al piano terra, le sculture di Urs Fischer, tra cui la replica del Ratto delle Sabine del Giambologna, segnano l’inizio del percorso. Come gigantesche candele, si consumeranno nel corso dei giorni, lasciando il ricordo del loro passaggio.
In questa mostra inaugurale, Pinault ha riunito artisti affermati e giovani talenti. I piccioni di Maurizio Cattelan sono particolarmente benvenuti e le opere di Bertrand Lavier e David Hammon siedono accanto al topino bianco parlante del concept artist Ryan Gander. Dalla sua piccola buca scavata ai piedi di un muro, sfida i visitatori.
La tranquillità che traspira dal cerchio di cemento ricorda la sala ovale di Ando al Forth Worth Museum of Modern Art e va di pari passo con la performance degli strumenti tecnici al servizio dell’arte contemporanea. La struttura metallica del cilindro nasconde nel suo spessore gli elementi essenziali in termini di luce e condizionamento, mentre tamponi acustici invisibili occupano i fori dei casseri.
Scegliendo di rappresentare lo stato dell’edificio nel 1889, la ristrutturazione e il restauro di Gatier magnificano il monumento storico e le sue facciate in pietra. Gli ornamenti hanno riacquistato la loro brillantezza e i vetri della cupola sono stati sostituiti con vetri adatti alla protezione e conservazione delle opere d’arte. La restauratrice Alix Laveau ha invece curato il restauro degli affreschi panoramici.
Per collegare questo museo alla città distinguendosi dal Jardin des Halles e affermando la presenza di un segno in rue du Louvre, il disegno dell’intorno è stato un vero e proprio punto nodale. In un momento in cui gli spazi urbani parigini sono così spesso contestati, merita di essere salutata l’eleganza dell’arredo urbano della piazza immaginata dai fratelli Bouroullec, con le sue lunghe panchine in bronzo alluminio leggermente arcuate e i pennoni portabandiera morbidi e lucidi. Creando un gioco di rimbalzi con l’interno del museo, le forme e i materiali degli arredi e delle luci disegnano un paesaggio tranquillo e raffinato. Tra i tappeti dalla trama sfocata e astratta in osmosi con panche fini, tavoli, luci e vasi in vetro colato e la preesistenza si stabiliscono contrasti e richiami. Le sedie, grigie negli spazi e nere non appena si relazionano alle storiche finestre della rotonda, ingannano lo sguardo perché i loro braccioli hanno una corda simile a quella delle transenne che delimitano gli ambienti. La zona dei foyer, della libreria e dei saloni dislocati intorno al cilindro è piacevolmente libera dalla funzione di biglietteria, che si trova invece in un edificio attiguo.
Ufficio postale del Louvre
Capolavoro dell’architetto Julien Guadet, l’Hôtel des Postes in rue du Louvre, inaugurato nel 1888, è un isolato urbano tra la rue du Louvre e le vie Etienne Marcel, Gutenberg e Jean-Jacques Rousseau, di 6.500 mq e 32.000 mq di piani, un tempo attraversato dalle carrozze a cavallo. Le sue facciate in pietra rappresentative dell’estetica della Terza Repubblica e monumentali, ospitano un’architettura industriale con struttura metallica tipo Eiffel, fin dall’inizio pensata come trasformabile, con le sue grandi campate poggiate su colonne in ghisa. Nel corso del tempo il complesso ha subito varie modifiche, mentre l’isolato e i suoi cortili hanno perso la loro porosità.
Dominique Perrault e Gaëlle Lauriot Prévost (Dominique Perrault Architecture) hanno ristrutturato l’edificio storico su committenza di Poste Immo, per adattarlo a nuovi usi e renderlo un isolato misto che unisce attività postali, un coworking, una stazione di polizia, un asilo nido, un hotel 5 stelle, uffici, negozi e social housing. Per accogliere tutte queste attività e riaprire alla città il piano terra dell’isolato, gli architetti hanno ristrutturato l’edificio seguendo lo spirito dei passages. “Abbiamo ricostruito i due cortili interni e sposato la sostanza monumentale di questo edificio molto moderno con il suo peristilio, la sua struttura metallica, i suoi muri in pietra e le sue doppie altezze“, racconta Perrault.
Pur rivelando le facciate in pietra, le grandi altezze e la struttura metallica, gli architetti sono riusciti a modernizzare il volume inserendo grandi superfici vetrate nel cuore dell’isolato. Distrutto da un incendio negli anni ’70, il coronamento dell’attico ricostruito nella sua volumetria ospiterà le camere dell’hotel, che beneficiano di una terrazza panoramica piantumata con vista a 360 gradi su Parigi. Sempre accessibile dal peristilio d’ingresso, l’ufficio postale, i cui soffitti decorati sono stati restaurati, si apre in trasparenza sul grande patio centrale. Su Rue du Louvre, nuove aperture concave rinvigoriscono la grammatica della facciata in pietra. Rappresentativa dello stile dello studio Perrault, l’addizione contemporanea si basa sulla costituzione di un nuovo paradigma strutturale per definire un’identità forte che unisca tutti gli spazi e ne sottolinei le potenzialità in una leggibilità complessiva. Punteggiato dal balletto minimalista delle luci, l’onnipresenza del nero, del vetro e del metallo dà il tono, chiarendo l’intreccio delle funzioni.
Immagine di copertina: la Bourse de Commerce – Pinault Collection, di Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes e Agence Pierre-Antoine Gatier (Photo Marc Domage)
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Dominique Perrault , musei , parigi , Pinault , restauro , Tadao Ando
Last modified: 9 Giugno 2021