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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Amsterdam, la tradizione dell’avanguardia

Ritratti di città. Amsterdam, la tradizione dell’avanguardia

Viaggio nel cuore dell’Olanda: dinamico, innovativo, digitale e… iperprogrammato

 

Una pragmatica città d’acqua

Amsterdam, capitale rappresentativa dei Paesi Bassi, è una delle principali città d’acqua europee e il suo Grachtengordel, anello dei principali canali concentrici Herengracht, Prinsengracht e Keizersgracht, è frutto del piano d’espansione realizzato nel XVII secolo: il Secolo d’oro rappresentato da Rembrandt e Hals che ben esprime l’essenza di una città fatta di pragmatismo, anticipazione del futuro, qualità estetica, riproducibilità e controllo dei costi. Sin da quell’espansione, la città si dette una legge per normare il rapporto tra lotto, strada e canale con un progetto capace anche di evidenziare l’effige urbana delle tre X attraverso l’ombra proiettata dall’illuminazione pubblica.

 

I Paesi Bassi sono da sempre un ambiente multiculturale e multireligioso; la tradizionale visionarietà e proiezione verso il futuro di Amsterdam s’esprime oggi nella dimensione creativa e nella cultura digitale. Il tema dell’identità urbana è centrale nella Randstad Holland, l’anello di città ideato dopo la Seconda guerra mondiale formato da Amersfoort, Utrecht, Hilversum, Amsterdam, Haarlem, Leiden, L’Aia, Rotterdam e Dordrecht. Questa concentrazione policentrica ospita 7 milioni di abitanti in una delle aree più dense del pianeta (1.200 abitanti/kmq contro la media nazionale di 404 abitanti/kmq). Ogni città ha funzioni differenziate: a L’Aja c’è la capitale politica, ad Amsterdam ci sono le grandi società finanziarie e il terzo aeroporto d’Europa (Schiphol), Rotterdam ospita uno dei principali porti del mondo, Utrecht ospita la capitale dell’audiovisivo e il nodo ferroviario del paese, infine a Leida c’è la più antica università del paese, fondata nel 1575.

Il mix di funzioni, identità e usi è il segreto della pianificazione neerlandese e della capacità di ripensare l’immagine urbana. Muovendosi tra storia e futuro, Amsterdam esprime la tradizione dell’avanguardia dei Paesi Bassi e dimostra grande attitudine alla mediazione, poiché i suoi abitanti sono da sempre abituati alle dinamiche partecipative. La sua attuale vocazione culturale le ha inoltre permesso di attrarre società e intelligenze straniere non solo per i vantaggi fiscali ma anche per la qualità della vita e l’offerta culturale tra le più vivaci d’Europa.

 

Icone urbane e grandi trasformazioni

Chi arriva ad Amsterdam da Schiphol giunge alla stazione centrale ampliata nel 2016 da Wiel Arets Architects e si trova a sinistra la Openbare Bibliotheek, il monolite scultoreo disegnato da Jo Coenen nel 2009 che rappresenta il nuovo corso della città e il suo ruolo di capitale della cultura. A fianco, nel 2008 è stato inaugurato il Conservatorium progettato da Frits van Dongen, in connessione con il Muziekgebouw dei danesi 3xN inaugurato nel 2005. Di fronte, dopo un aspro dibattito durato 22 anni, nel 2018 è stato inaugurato il nuovo collegamento della metropolitana da nord a sud, le cui sette stazioni sono state progettate da Benthem Crouwel Architects.

Sul waterfront è stato applicato un metodo “a cannocchiale”, in cui gli edifici pubblici si fronteggiano creando una sequenza di icone urbane e punti di riferimento. Sulla sponda settentrionale del porto IJ, in direzione della stazione, nel 2012 è stato inaugurato EYE Filmmuseum progettato da Delugan Meissl Architects, il cui interno rivela spazi mutevoli esaltati dalle luci di Olafur Eliasson. L’edificio poggia in parte sul terreno bonificato per attuare il piano di sviluppo di Overhoeks che accoglie anche A’dam Lookout, la torre ex sede della Shell inaugurata nel 1971 che dal 2016 ospita spazi per la musica, bar, ristoranti e una terrazza panoramica. Sulla riva di fronte sorge il complesso multifunzionale IJ Dock, disegnato da Bjarne Mastenbroek & Dick van Gameren, che ospita anche l’iconica Netherlands Commercial Court disegnata da Claus en Kaan Architecten.

Sul waterfront sono stati realizzati anche vari progetti di riqualificazione dei docks, nonchè il polo scientifico NEMO progettato da RPBW sull’imbocco del tunnel di collegamento con la parte nord, mostrando la capacità di creare nuove polarità in aree marginali. Vicino si trovano l’ARCAM, disegnato da René van Zuuk e aperto dal 2003 per promuovere il progetto d’architettura e paesaggio anche tra i non addetti ai lavori, e il Museo della navigazione ricavato nell’Arsenale progettato nel 1656 da Daniel Stalpaert che nel 2011 ha riaperto dopo il restauro di DokArchitects.

Tra il 1988 e il 1996 a KNSM Eiland, dopo la dismissione dei docks, si realizza il primo grande intervento di trasformazione urbana progettato da Jo Coenen e Sjoerd Soeters rileggendo la tradizione urbanistica di Amsterdam dei grandi isolati. Di fronte, l’intervento Borneo Sporenburg disegnato da West8 tra il 1996 e il 2000 nella parte est del porto inaugura invece gli interventi paesaggistici a scala urbana. Inserendosi nel percorso che contraddistingue la sperimentazione neerlandese, più recentemente, Kees Kaan ha inquadrato i suoi importanti interventi urbani, tra cui il nuovo Palazzo di giustizia di prossima inaugurazione, nella strategia “Amsterdam Resilient City” che, segnando una frattura coi piani di van Eesteren e Berlage, traccia una strada in cui l’architettura a scala urbana occupa un ruolo centrale nel ripensamento della città.

 

Gli interventi sulle recenti periferie: Bijlmer

La programmazione visionaria e pragmatica attuata ad Amsterdam ha permesso di superare la crisi economica e identitaria degli anni ’90 grazie al liberalismo sociale e alla scelta d’investire sul centro storico, sull’industria culturale e sul radicale ripensamento delle più recenti periferie inaugurato dall’intervento sul quartiere per 50.000 abitanti Bijlmer sorto negli anni ’60. Dopo lo schianto di un Boeing 747 su uno degli edifici, un comitato civico e il Comune hanno deciso di rispondere alla tragedia affidandosi a Rem Koolhaas/OMA che ha proposto una demolizione parziale volta a dar spazio a nuovi edifici con funzioni pubbliche e private. In 20 anni la sostituzione di 30 degli originari 50 edifici esagonali ha cambiato radicalmente Bijlmer e nel 2013 è stato anche realizzato Kleiburg, un progetto per riqualificare uno dei blocchi superstiti elaborato da NL Architects con XVW Architectuur, vincitore del Mies van der Rohe award 2017.

 

Venti anni di interventi nel Museumplein

Dopo la scoperta che il Concertgebouw (una delle prime tre sale da concerto al mondo costruita a metà ‘800) stava sprofondando nel terreno, nel 1985 ha inizio il restauro e ampliamento curato da Pi de Bruijn che progetta il nuovo ingresso e il seminterrato, mentre Merkx+Girod curano il design degli interni d’ogni piano. Da quest’intervento di risanamento del terreno prende avvio la riorganizzazione di Museumplein (piazza cui s’affacciano il Rijksmuseum, il Van Gogh Museum, lo Stedelijk Museum e il Concertbouw stesso) che tra il 1992 e il 1999 è rinnovato dall’architetto paesaggista Sven-Ingvar Andersson con un intervento, che ospita anche un parcheggio e un supermercato ipogei, insignito nel 2008 del Premio Carlo Scarpa per il giardino essendo ritenuto «un caso esemplare, nel quale un’idea chiara, il potere di coordinamento degli interventi e il coinvolgimento della comunità sono riusciti a dare a un’enorme spianata preesistente, trafficata e storicamente irrisolta, il carattere (…) di un “campo dei musei” (…) capace di accogliere (…) natura, luce, acqua, alberi, e (…) grandi raduni collettivi».

Gli interventi attorno al Museumplein si susseguono per 20 anni. Nel 1999 s’inaugura l’ampliamento del Van Gogh Museum a firma di Kisho Kurokawa, ospitato nell’edificio di Gerrit Rietveld, cui s’aggiunge nel 2015 quella progettata da Hans van Heeswijk. Nel 2012 s’inaugura l’ampliamento dello Stedelijk Museum ospitato nell’edificio neo-rinascimentale di Adriaan Willem Weissman che, dopo il concorso internazionale, è ridisegnato da Benthem Crouwel Architekten realizzando su Museumplein un’ala distinta dalla sede storica grazie a una struttura d’acciaio rivestita da una fibra di Twaron® solitamente usata per le barche. Nel 2013 riapre il Rijksmuseum rinnovato da Cruz y Ortiz con Wilmotte & Associés e ARUP dopo la vittoria nel concorso internazionale bandito per ripensare in chiave contemporanea il neogotico edificio progettato nel XIX secolo da Pierre Cuypers; l’Atrium è il nuovo ampio e luminoso ingresso che collega i cortili interni.

 

Educazione alla creatività

La creatività di Amsterdam s’esprime anche nella rete di istituti e centri di ricerca nati dalla trasformazione dell’offerta didattica delle tradizionali accademie che implementano la dimensione immateriale sia nel controllo del territorio sia nell’esplorazione e valorizzazione del potenziale creativo digitale. L’Università è tra le più prestigiose d’Europa, la qualità dell’istruzione si manifesta anche con diversi edifici di ogni ordine e grado, non a caso Maria Montessori poté aprire qui le sue scuole e perfezionare il suo metodo educativo. La città ospita anche molte scuole e istituti, tra cui la Montessori School, la Apollo School e la Eylanden School, progettati da Herman Hertzberger, il quale nel 1990 ha fondato qui la prima sede del Berlage Institute poi spostata a Delft nel 2012.

 

La vocazione green

Si è espressa connettendo i parchi con una rete verde che dal centrale e storico Vondelpark s’estende a Westerpark, dove il recupero dell’area dei gasometri di Westergasfabriek, curato da Gustafson Porter + Bowman negli anni ’90, costituisce uno dei principali esempi al mondo per la valorizzazione delle aree industriali dismesse. Per contenere l’inquinamento è stata anche promossa un’efficace politica di decongestione del traffico basata sulle biciclette, sull’uso minimo dell’auto privata e sull’uso esclusivo di auto elettriche da attuare entro il 2030. Ciò malgrado occorre ancora ridurre l’inquinamento dovuto agli inceneritori e all’intenso traffico aereo.

 

Sperimentazioni

Nonostante l’altissima concentrazione di architetture contemporanee, ad Amsterdam c’è ancora spazio per i progetti innovativi. Nel 2016 Next Architects progettano a Schiphol l’Holland Boulevard, un’area partenze internazionali di 5.000 mq articolata in varie sale che culmina nel Rijksmuseum Schiphol, l’innovativo spazio espositivo che offre una sosta lontana dal trambusto aeroportuale ed è nei fatti uno degli spazi museali più visitati del mondo. Ad Amsterdam nord nel 2016 è stata inaugurata la Gridgrounds disegnata dal gruppo italo-olandese Openfabric, una nuova piazza con playground posta al centro dell’austero quartiere Het Breed progettato da Frans Van Gool nel 1963.

Negli ultimi anni è stata portata avanti la riconfigurazione di Sloterdeyk, con lo spostamento di gran parte degli edifici finanziari. Oltre al potenziamento dell’infrastruttura sotterranea, uno dei temi in agenda è la riqualificazione del mai decollato centro fieristico e congressuale Rai nel distretto Zuidas, dove nel 2019 è stato completato il Nhow Amsterdam Rai Hotel di Oma: grattacielo con 650 camere, ristorante, bar e studio televisivo live. Nel distretto sarà anche realizzata la stazione per il nuovo collegamento con Schiphol. A Zuidoost, periferia sud-orientale, è stato da poco completato The Traveller, il padiglione di Powerhouse Company che definisce una polarità nel cuore del nuovo distretto Cumulus Park, promosso dal gruppo bancario ING con residenze, spazi pubblici e gli uffici di Benthem Crouwel Architects attualmente in cantiere.

Nel 2018 è stato consegnato il masterplan Bajes Kwartier concepito dai paesaggisti LoLa con Oma e FabricAtions per riqualificare mediante la costituzione di una rete verde l’ex complesso carcerario di 7,5 ettari costruito negli anni ’70 a sud-est. Nel 2019 è stato inaugurato l’intervento di ripensamento delle facciate lungo l’elegante Hoofstraat progettato da UNStudio con un innovativo sistema di vetro curvo e mattoni che rilegge in chiave contemporanea i tradizionali elementi architettonici delle storiche abitazioni di Amsterdam. In questo 2020 stanno concludendosi i lavori del Memorial dell’Olocausto firmato Daniel Libeskind e nel 2022 è prevista la conclusione del progetto elaborato da MVRDV per ampliare il complesso di uffici Tripolis di Aldo van Eyck, aggiungendovi un nuovo parco e un blocco uffici.

L’eccesso di programmazione ha però un risvolto inaspettato, poiché può dare l’impressione di una città claustrofobica che, come dice la giovane italo-olandese Gaia Eefje, nasconde il rischio che « qualcuno progetti il futuro al tuo posto… per questo i neerlandesi rimangono sempre curiosi, aperti al viaggio e attratti dal caos».

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 4 Dicembre 2020