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Memorie dal sottosuolo, dentro e sopra le casematte

Memorie dal sottosuolo, dentro e sopra le casematte

Visita alla Kunsthalle di Wiener Neustadt, esito del recupero delle mura rinascimentali su progetto di Bevk Perović Arhitekti

 

WIENER NEUSTADT (AUSTRIA). La città è segnata dai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale che ne hanno raso al suolo il centro storico. Della parte antica, sorta alla fine del XII secolo come baluardo contro ungheresi prima, e ottomani dopo, sono rimasti indenni alla fine del conflitto solo 18 edifici. Le distruzioni non hanno risparmiato le mura urbane: il bastione rinascimentale nell’angolo sud-ovest della cinta difensiva è stato colpito e completamente distrutto. Dopo la furia bellica, le lacerazioni sono state ricucite con declivi erbosi che hanno ricoperto, con il loro tappeto decorativo di vialetti alberati, le mura e le casematte rinascimentali.

Ciò, almeno, fino alla realizzazione della Landesausstellung 2019. Infatti, grazie all’evento culturale [cfr. approfondimento in basso] la città ha bandito, tramite una società partecipata, un concorso internazionale allo scopo di recuperare il sistema sotterraneo delle casematte e realizzarvi un nuovo centro culturale. Il progetto vincitore, dello studio sloveno Bevk Perović Arhitekti, si è dovuto confrontare con la necessità di trovare un chiaro limite fra interventi contemporanei e strutture storiche. Il problema di accedere al sistema sotterraneo delle casematte è stato brillantemente risolto scavando l’intera area sulla Bahngasse fino a mettere a nudo i muri antichi. Nello spazio così guadagnato gli architetti hanno disegnato una grande piazza, in leggera pendenza, che conduce all’ingresso. Tale area è chiusa verso la città da un fronte compatto, appoggiato su una vetrata continua. Sul lato ovest, un’ampia scala s’insinua fra edificio e mura urbane, permettendo di raggiungere la terrazza erbosa di copertura, che offre il panorama dei tetti. Alle spalle della silenziosa facciata in calcestruzzo si apre un ampio ambiente d’ingresso, illuminato dall’alto tramite un pozzo di luce vetrato che introduce al mondo ipogeo delle casematte.

Le casematte sono state, nei secoli, modificate molte volte, scavate ed ingrandite. Le differenti strutture murarie si presentano oggi perfettamente imbiancate, trasmettendo un’insolita sensazione di astrazione e leggerezza. Nel cuore delle gallerie si apre la cosiddetta “strada coperta”, ovvero la via di accesso che partiva dall’antico portale in pietra, ancora oggi visibile dalla nuova piazza. Le distruzioni della guerra hanno permesso di riportare in luce alcuni elementi importanti della storia urbana: la struttura di una torre medioevale e parti consistenti del cosiddetto Zwinger, una murazione che collegava il perduto bastione al Zeughaus (caserma) imperiale.

Il progetto risolve il rapporto fra antico e moderno senza cercare contrasti violenti o cedere a pericolosi fraintendimenti. La variazione delle superfici (lisce e ruvide), dei colori (bianchi e grigi) e dei materiali (massicci e leggeri) è dosata con sensibilità e lascia emergere, senza eccessi, la nuova architettura rispetto alle preesistenze. In una frattura dello Zwinger si apre la connessione, sempre sotterranea, con la nuova sala multifunzionale che sorge al di là delle mura. La sala è incassata per buona parte nel terreno, con una serie di lucernari nella parte superiore che ricordano le merlature del muro antico. In questo complesso intreccio di preesistente e nuovo, di massiccio e trasparente, si apprezza appieno la scelta degli architetti di lasciar oscillare in continuazione la percezione degli spazi fra sopra e sottoterra; qui si compie, in verità, la maggior parte di questo inusuale lavoro, fatto sullo spessore e sul corpo della città, quasi più “per forza di levare” che “per via di porre”.

(Si ringrazia il DI Manfred Korzil, Stadtbaudirektor di Wiener Neustadt, per la gentile collaborazione e le molte informazioni ricevute durante la visita delle casematte, nonostante i rigori imposti dall’emergenza sanitaria)

 

La carta d’identità del progetto

Opera: Kunsthalle

Luogo: Wiener Neustadt, Bahngasse (Niederösterreich-Austria)

Committente: Municipalità di Wiener Neustadt 

Progettisti: Bevk Perović Arhitekti (Matija Bevk, Vasa J. Perović, Johannes Paar, Christophe Riss, Mitja Usenik, Blaz Goričan, Irene Salord Vila, Maša Kovač Šmajdek, Juan Miguel Hererro, Vid Tancer, Andrej Ukmar)  

Cronologia: 2016 (concorso per la Landesausstellung 2019) – 2019 (realizzazione)

Superficie lorda complessiva: 2.900 mq (900 mq esistente; 2.000 mq nuova costruzione)

Riconoscimenti: Piranesi Award 2019

 

Le Landesausstellung in Austria 

In Austria esiste, da oltre un secolo, un programma culturale d’iniziativa regionale che si basa sulle cosiddette Landesausstellung (mostre regionali) a tema. Queste mostre, che nella loro originale forma ottocentesca erano concepite soprattutto come una sorta di fiera espositiva locale, si sono ingrandite a partire dal secondo dopoguerra diventando complessi eventi culturali, sviluppati con l’obiettivo di stimolare interventi di recupero di edifici, o complessi storici, di forte carattere identitario per il territorio di riferimento. Le città, in forma singola o associata, possono quindi sviluppare progetti, anche molto ambiziosi (come, ad esempio, la grande sala per spettacoli “Dom im Berg”, scavata nella roccia dello Schloßberg per la Landesausstellung stiriana del 2000 a Graz) e candidarsi per il finanziamento pubblico delle opere previste. Con l’eccezione di Vienna, che persegue una politica culturale autonoma, quasi tutti i Land austriaci (Regioni autonome) hanno organizzato in tempi recenti tali manifestazioni, puntando non solo sul rilancio culturale del proprio patrimonio storico-artistico ma anche sul ritorno a livello turistico delle iniziative. A causa del forte impegno economico sotteso, la cadenza di queste iniziative è, però, molto variabile; in questi ultimi anni, infatti, le Landesausstellung si sono ridotte di numero o hanno sensibilmente contratto i finanziamenti, presentando programmi via via meno impegnativi e dispendiosi.

Autore

  • Gianluca e Laura Frediani

    Gianluca Frediani è architetto e docente universitario. Ha insegnato presso l'Università di Ferrara e la TU Graz. È autore di articoli, saggi e monografie su diversi temi della progettazione architettonica e urbana. Laura Frediani si è laureata in Architettura presso la TU Vienna. Nel 2017 ha vinto il Pfann-Ohmann-Preis con un progetto di trasformazione urbana per il centro storico della capitale austriaca. I loro interessi si focalizzano sulle intersezioni fra architettura, arte e città.

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Last modified: 4 Giugno 2020