Tra soli quattro concorrenti, il gruppo guidato dai francesi di Agence Ter si aggiudica la competizione internazionale di progettazione per la riqualificazione della fascia retrodunale del capoluogo romagnolo
RAVENNA. È stato presentato nelle scorse settimane l’esito del concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione delle fasce retrodunali degli stabilimenti balneari che interessano i 35 km di costa del territorio comunale di Ravenna, suddivisi tra le nove località marine, i cosiddetti Lidi.
Il progetto vincitore, presentato in questi giorni alla Triennale di Milano nell’ambito della rassegna “City Brand&Tourism Landscape” stabilisce un nuovo confronto tra la città e il mare, per troppo tempo lontano, appena 10 km dal centro cittadino ma molto di più in termini di utilizzo per il tempo libero rispetto ad altre città della riviera. Si dovranno attendere i piani degli anni ‘60 del secolo scorso per popolare di servizi (e cemento) questo tratto di Riviera adriatica, definita da Ludovico Quaroni – estensore del PRG del 1956-59 e della sua Variante del 1962 – “triangolo morto”, che da Rimini giungeva a Venezia passando per Bologna, Ferrara e Padova.
Ravenna, proprio come Rimini – l’altro grande capoluogo romagnolo affacciato sul mare – oggi sta immaginando un nuovo rapporto con l’Adriatico, con la sostanziale differenza che la Città dei mosaici ha buona parte del suo waterfront occupato da pinete secolari e zone umide, tra le ultime propaggini meridionali del Parco del delta del Po.
—
Un concorso, 8 anni dopo
Nel 2010 l’Amministrazione comunale avvia un primo tentativo di ridisegnare il sistema degli stradelli, coinvolgendo solo le due località di Marina di Ravenna e Punta Marina, con un concorso d’idee che successivamente non dà seguito ad approfondimenti progettuali per mancanza di copertura finanziaria. Nell’agosto 2017 il Comune riprende il tema con un bando complesso sotto il profilo dei requisiti di partecipazione, tanto da scatenare accese contestazioni da parte degli Ordini professionali. Alla fine saranno solo quattro le proposte pervenute alla giuria per quello che viene considerato come intervento strategico (ammonta a 10 milioni la somma prevista per le opere) nell’orizzonte dell’attuale legislatura comunale.
Il progetto primo classificato porta la firma dei paesaggisti francesi di Agence Ter (capogruppo) con gli studi ravennati Paisà Architettura del paesaggio Stignani Associati (2° posto nel concorso del 2010) e Tassinari e Associati (strutture e impianti) e con Studio M di Rimini (illuminazione). Partendo dai principi ispiratori del precedente concorso, la proposta vincitrice assume l’estensione territoriale dell’area d’intervento per disegnare un Parco marittimo – questo il titolo del progetto – capace di compiere quella valorizzazione della fascia costiera ancora mancante. Si tratta di uno schema di progetto molto ambizioso, non solo per l’estensione lineare del litorale ravennate ma soprattutto per la sua estrema varietà ambientale, per il suo intreccio con diverse attività antropiche (foci dei fiumi e del porto canale, il terminale crociere e il grande porto turistico) e per il rapporto trasversale con il vasto entroterra fatto di aree urbanizzate, boschi, campi agricoli e da zone umide. Le quattro azioni strategiche mirano, infatti, a definire “un grande parco territoriale tra due acque”: rivelare un paesaggio d’acqua (fiumi, zone umide e bonifiche); ricucire la simbiosi tra pineta e dune; promuovere un turismo di qualità tutto l’anno; amplificare le potenzialità del territorio.
Passerelle e torri di osservazione (in legno) disegnano linee e punti notevoli, distribuiti per immergersi in un’inedita dimensione ambientale, oggi dominata (in particolar modo durante la stagione estiva) dal caos e dal dominio delle auto, presenti spesso fino a ridosso delle dune e che nel futuro immaginato potranno contare sul raddoppio dell’esistente parcheggio scambiatore, integrato con l’estensione del servizio di navetta turistica gratuita. L’orizzonte diventa protagonista con un affaccio che si raddoppia: non più il solo mare ma anche le piallasse (le zone umide interne, “sorprese” del territorio ravennate) che smettono di essere anonimo retro del primo, per divenire finalmente protagoniste dell’offerta turistica della città.
La proposta si fonda su uno sguardo estraneo – animato dai progettisti parigini – che ha puntato l’obiettivo su elementi spesso scontati sia in termini di eccellenze sia in termini di aree degradate, il cui recupero valorizza il sistema immaginato, soprattutto in direzione ambientale. È stata anche studiata la “cura” per i principali elementi naturali della costa: le dune sabbiose, ancora in gran parte allo stato naturale, e gli alti pini marittimi che costituiscono un colonnato, in alcuni tratti, impenetrabile (la selva oscura di dantesca memoria) dall’alto valore simbolico. Nel primo caso saranno eliminate gran parte delle percorrenze incoerenti tra gli stabilimenti balneari, al fine di ricostituire la continuità del sistema mare-spiaggia-duna-pineta; nel secondo caso sono stati immaginati dei “buchi” nella vegetazione per donare luce e passaggio d’aria, con la crescita di essenze in modo da realizzare un nuovo equilibro nell’ottica di misurati “boschi misti”.
Ognuna delle nove località potrà rinnovarsi grazie ad interventi specifici che fanno del Parco marittimo un sistema attrezzato: piazze sul mare, sedute, totem informativi che si spingono fino al cuore storico della città attraverso il porto canale, interessato recentemente dall’apertura di una linea di trasporto in battello in direzione mare.
Nelle intenzioni dell’Amministrazione c’è lo sviluppo delle successive fasi progettuali in tempi stretti per poter iniziare l’esecuzione delle opere – suddivise in tre stralci funzionali – già dal 2019 con le località di Marina di Ravenna e Punta Marina, sfruttando un primo investimento pari a 5,3 milioni, per chiudere nel 2021 quando la città celebrerà il settimo centenario dantesco.
About Author
Tag
concorsi , paesaggio , ravenna
Last modified: 17 Luglio 2018