Breve ritratto del fondatore di IKEA; con i suoi prodotti di arredo ha cambiato la casa del XX secolo
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Può un acronimo cambiare (in meglio) la vita di milioni di persone? Sì, se le prime lettere sono le iniziali del nome Ingvar Kamprad.
Si può fondare e gestire un impero commerciale con discrezione, senza clamore e guadagnare (e far guadagnare) una quantità enorme di denaro? Sì, se la vostra cultura è quella scandinava.
Kamprad, “fondatore di Ikea e uno dei più grandi imprenditori del XX secolo” come recita il profilo Instagram del gruppo che ha dato la notizia alle 11.39 del 28 gennaio, ha lasciato la sua laboriosa e proficua vita all’età di 91 anni. Personaggio dai tratti leggendari – da anni è entrata nel mito la sua vicenda di ragazzo che inizia vendendo i fiammiferi ai vicini e a 17 anni fonda il marchio che diventerà globale arrivando a fatturare oggi somme vicine ai 38 miliardi di euro, ma mantenendo pur sempre il suo stile di vita da avaro, ma anche filantropo – sintetizzò etica di vita e missione imprenditoriale nella frase “Se pratico il lusso, non posso predicare il risparmio”.
I come Ingvar, K come Kamprad, E come Elmtaryd, la fattoria d’infanzia, A come come Agunnaryd, il villaggio dal quale è partito: la storia di Mr Ikea è quella di un acronimo che ha cambiato la casa del XX secolo. Formidabili le intuizioni commerciali: il “pacco piatto” scoperto grazie alla designer del primo tavolino che non si riusciva a mettere in macchina e per questo fu realizzato con le gambe smontabili e ancora il montaggio affidato al cliente: «Tu fai la tua parte, noi facciamo la nostra e insieme risparmiamo».
Ma ciò che è più interessante e in fondo taciuto, è che questo signore, con la sua incredibile azienda composta oggi da 190.000 persone, ha portato l’idea del good design scandinavo, in fondo sempre appannaggio di pochi, a tutti, in tutto il mondo e a costi realmente accessibili. Un “diffusore di design low cost” diremmo oggi, ma che in sessant’anni dall’apertura del suo primo magazzino, a Älmhult in Svezia nel 1958, ha effettivamente contribuito in modo fondamentale e rivoluzionario a cambiare l’aspetto delle case di tutti e, quindi, a migliorare la qualità della vita nei cinque continenti nonostante, o proprio grazie, alle culture diverse che si sono potute comunque riconoscere nei prodotti e nello stile di vita proposto.
Una straordinaria carriera non priva di ombre: Kamprad era in verità di origine tedesca e le sue simpatie verso la parte non migliore della storia della Germania del XX secolo non gli hanno risparmiato critiche, così come le disinvolte pratiche in materia fiscale e occupazionale del gruppo. Situazioni imbarazzanti dalle quali si è sempre tratto d’impaccio scusandosi con una bella lettera ai dipendenti, come era uso fare. Oggi forse a scusarsi e a ringraziarlo dovremo essere noi, designer e architetti, che spesso guardiamo IKEA dall’alto in basso, ma che inevitabilmente, ci ritroviamo poi ad uscire dal più vicino magazzino con un bel pacco piatto da infilare in macchina e portare a casa.
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Last modified: 31 Gennaio 2018