L’architetta Federica Galloni, direttrice della Direzione Generale per l’Arte, l’Architettura e le Periferie urbane del Mibact, risponde a Ugo Carughi, presidente di Docomomo Italia, che replica
Gentile Direttore,
rispetto all’articolo pubblicato sul giornaledellarchitettura.com il 23 settembre u.s. a firma di Ugo Carughi, per offrire la più completa informazione ai lettori, corre l’obbligo di chiarire che alla Direzione Generale per l’Arte, l’Architettura e le Periferie urbane compete la dichiarazione dell’importante carattere artistico delle opere di architettura contemporanea e l’emissione del relativo decreto ai sensi dell’articolo 20 della legge 633/1941 e ssmm (Dpcm n 171/2014, articolo 16, lettera d).
Il provvedimento non può che essere di iniziativa privata, alle Soprintendenze compete tutta l’attività istruttoria.
È opportuno chiarire che ad oggi le possibilità di tutelare immobili recenti, che non possiedono i requisiti temporali richiesti dalla norma (Dlgs 42/2004, articolo 10) sono quelle contemplate dalla legge in argomento (legge 633/1941) con tutti i limiti messi in evidenza nello stesso articolo dell’architetto Carughi.
Quindi non è la Direzione Generale che “punta prevalentemente su questa legge come opportunità di tutela delle architetture più recenti” quanto piuttosto, che, a normativa vigente, la legge 633/41 è l’unico dispositivo attraverso il quale, seppure indirettamente, è possibile “riconoscere” un valore all’architettura contemporanea.
Leggi il primo intervento di Ugo Carughi: La legge sul diritto d’autore non funziona
__La replica di Ugo Carughi:
Ringrazio la direttrice Galloni della precisazione sulle competenze della Direzione da Lei diretta che esulerebbero, in modo evidentemente tassativo, dall’applicazione dell’interesse “relazionale” (articolo 10, comma 3, lettera d del Codice).
Peccato. Perché vari esempi, dal ponte sul Basento di Sergio Musmeci, allo studio Savioli, al Museo Alfa Romeo, dimostrano che, attraverso il citato articolo, esistono modi ben più efficaci della legge 633/41 per tutelare il patrimonio del Novecento.
Che è, poi, la sostanza a cui guarda la cultura del settore.
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Last modified: 12 Ottobre 2016
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