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Written by: Patrimonio

Torino, Arte alle corti!

Torino, Arte alle corti!
Fino al 10 novembre, l’iniziativa «Arte alle corti» porta le opere d’arte contemporanea dentro nove cortili e due giardini di residenze barocche del centro storico. Un’utile riflessione sulla permanenza dell’architettura e sul significato dell’arte pubblica nella città contemporanea

 

TORINO. Il palazzo barocco torinese sembra fare di tutto per negare al cortile quell’uso pubblico che in altre città è la norma. La facciata a filo strada, le colonne e gli stemmi del portale, l’atrio ombroso, le alte finestre, l’immancabile custode all’ingresso («scusi, lei dove va?») allontanano il cortile dalla strada, lo dichiarano come spazio esclusivo, di élite. Ora, con «Arte alle corti» le opere d’arte contemporanea funzionano come il proverbiale cavallo di legno dei Greci, e consentono ai cittadini di entrare in nove cortili ostili o inaccessibili, riconquistandoli alla città pubblica.

Con l’iniziativa ha riaperto anche il portone di uno dei più belli tra i palazzi seicenteschi della città: il palazzo Asinari di San Marzano, che ospita nel cortile «Blue sky circle» di Richard Long. L’atrio, con volta ribassata a forma stellare, poggiata su quattro eleganti colonne tortili, è giustamente celebre; vibrante di luce, introduce a un piccolo cortile d’onore (in parte ridisegnato nell’Ottocento), occupato dalla spirale di marmo banco e granito rosa dell’artista britannico e da una monumentale vite vergine che s’inerpica fino al secondo piano. Barocco, neobarocco e land art formano un insieme contraddittorio e inquietante.

L’esperienza si ripropone, con opere diverse, in altri cortili privati ma anche in alcune corti e giardini di edifici istituzionali: così, oltre alle tre potenti sculture di Tony Cragg a palazzo Civico («Tommy», «Rod» e «Digital Skin»; nella foto di copertina), abbiamo incontrato orsi dietro al Palazzo Reale, canoe all’Università (un’allegoria del viaggio e della figura del migrante), e un bianco albero cardiaco nei giardini di palazzo Cisterna, sede della Provincia. Ma non mancano installazioni che tentano la carta dello spaesamento temporale, come il bus stop post-apocalittico a palazzo Carignano, o il container nostalgico-operaio, ovviamente rosso fuoco, a palazzo Saluzzo Paesana.

Un’utile riflessione sulla permanenza dell’architettura e sul significato dell’arte pubblica nella città contemporanea.

 

Arte alle corti

Torino, 30 giugno – 10 novembre
Palazzi: Asinari di San Marzano, Birago di Borgaro, Carignano, Chiablese, Cisterna, Civico, Reale, Saluzzo Paesana, dell’Università degli Studi; giardini Reali e giardino di palazzo Cisterna; piazzetta Reale

 

Autore

  • Edoardo Piccoli

    Storico dell’architettura al Politecnico di Torino, già caporedattore del «Giornale dell’Architettura»; studia l’architettura e la città europea dell’età moderna e contemporanea, con un particolare interesse per l’architettura del Settecento

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Last modified: 19 Luglio 2016