VENEZIA. Una grande decorazione cangiante e mutevole a pavimento. Comprendere il padiglione irlandese all’Arsenale non è né facile né immediato. Ha bisogno di tempo e di un certo sforzo, in linea con il tema complesso e difficile che affronta. Perché oltre al – sicuramente riuscito – effetto scenico (un quadro luminoso in continua ridefinizione, all’interno di una navata buia) c’è un intenso lavoro di ricerca sul morbo di Alzheimer e su come influisce sulle modalità percettive dello spazio.
A curare il lavoro sono Níall McLaughlin e Yeoryia Manolopoulou. Il loro progetto per l’Alzheimer Respite Centre di Dublino è ripercorso e fortemente ridiscusso attraverso gli occhi di 16 pazienti (come 16 sono i proiettori di immagini, sospesi a mezz’aria): il “loro” ambiente non è né rigido né stabile, si emancipa dalle costruzioni planimetriche “normali”, non ricerca né orientamento né riferimenti. E allora le esperienze e le memorie di ogni giorno producono un ambiente frammentato, diversissimo dalle piante immaginate dagli architetti. La rigida griglia quadrata dell’installazione si rompe e decompone in visioni oniriche e metafisiche (dove prevalgono forme vegetali, ondulate, dinamiche, in movimento) e scopre spazi e tempi inconsueti, inesplorati, inattesi. Il risultato, anche disorientante, è la messa in discussione dell’idea di edificio come entità singola, come oggetto unico e chiaramente rappresentabile. Nascono così intere serie di nuove possibili architetture. E lungo questo percorso sono proprio occhi diversi che aiutano a spostare il fronte un po’ più in là.
Immagine principale: From Above di Lez Barker
Commissario: Niall MacLaughlin Curatore: Yeoryia Manolopoulou Espositore: Níall McLaughlin (Níall McLaughlin Architects) Sede: Arsenale
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allestimenti , biennale venezia 2016 , reporting from the front , venezia
Last modified: 30 Maggio 2016
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