Un omaggio all’architetto per gli studi, i progetti, l’insegnamento e la promozione della conoscenza di Alvar Aalto in Italia
Leonardo Mosso è stato protagonista della vita culturale torinese del Novecento, un instancabile e curioso studioso, progettista e animatore di relazioni tra le discipline e le culture. Noi vogliamo ricordarlo soprattutto per aver contribuito alla stagione italiana di Alvar Aalto, costruita con sapienza e tenacia fin dal primo incontro con il “maestro” sui libri di testo. La grande mostra di Palazzo Strozzi a Firenze nel 1965-66, da lui pensata e curata, resta un documento imprescindibile per gli studi aaltiani. Con il fondamentale apporto critico della moglie e docente Laura Castagno, il ruolo svolto da Mosso nella valorizzazione della cultura finlandese ha avuto un riconoscimento con la recente visita dell’ambasciatore di Finlandia Janne Talas e della presidentessa della Fondazione Alvar Aalto Päivi Hovi-Wasastjerna, accompagnati dal console onorario di Finlandia a Torino, per porre le basi di una mostra in Finlandia in occasione del centenario dell’Indipendenza della Finlandia nel 2017.
Biellese di origine, torinese di nascita (8 aprile 1926), europeo e internazionale nelle relazioni, nel lavoro e nell’insegnamento, Leonardo è architetto allievo del padre Nicola Mosso, prima studioso e poi collaboratore alla pari con Aalto e suo delegato per i lavori in Italia. Ricercatore e analista della progettazione nella più ampia accezione, dai maestri all’architettura senza architetti; promotore di attività culturali (nel 1953 fu uno dei sette fondatori dell’associazione Museo nazionale del Cinema). Progettista di opere d’architettura, teorico e saggista dei processi di trasformazione e dei linguaggi, sperimenta in modo diretto le concezioni teoriche e le concretizza in unità materiali che assumono il significato di opere d’arte, confermate dalla loro presenza in molti musei europei. La sua speculazione teorica, sviluppata in dialogo continuo con Castagno, è rigorosa e affronta l’intero processo con una specifica attenzione all’autodeterminazione dell’uomo che deve trovare nell’architettura un mezzo di equilibrio con la natura e l’ambiente; dalla fine degli anni sessanta rivolge la sua attenzione verso l’ecologia e il design strutturale inteso come sistema di trasformazioni e di possibilità. È stato docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e in molte università europee; ma è stato anche storico, fotografo e fondatore dell’Istituto Alvar Aalto e del Museo dell’Architettura arti applicate e design.
Per i novant’anni, l’omaggio a Mosso è stato organizzato con la sapiente regia dell’allievo Gianfranco Cavaglià attraverso tre appuntamenti, tutti nelle sue architetture. L’8 aprile, data del suo compleanno, a Torino nella chiesa di Gesù Redentore, progettata nei primi anni cinquanta insieme al padre Nicola; il 9 aprile a Pollone (Biella), terra d’origine della famiglia, nella Biblioteca Benedetto Croce; infine il 13 aprile a Torino al Cinema Massimo, per incontrare l’associazione Museo del cinema.