Viaggio in quattro puntate per conoscere il ruolo del design nelle e per le startup
Il 5 febbraio si è chiusa la Startup Europe Week (SEW), iniziativa promossa da Startup Europe e Commissione europea. L’introduzione all’evento è abbastanza singolare: “L’Europa è differente, non può replicare il format della Silicon Valley, richiede qualcosa in più per celebrare l’incontro tra le sue peculiarità e l’imprenditorialità”. In altre parole, sono le diversità regionali e le politiche locali a “plasmare” le startup europee e, siccome sarebbe difficile includere tutte le regioni d’Europa in questo dibattito, si è resa necessaria la creazione di una settimana organizzata con cadenza annuale.
Oltre 200 città europee, con qualche sconfinamento in Ucraina e nella regione caucasica, hanno ospitato eventi per discutere le modalità di creazione di ecosistemi favorevoli per la nascita e soprattutto la crescita delle startup. Una rapida rassegna dei singoli eventi, senza alcuna presunzione di esaustività, ci ha consentito una breve immersione nel rapporto tra design e startup, sintetizzabile in tre punti (cui dedicheremo tre approfondimenti a puntate nel corso del 2016):
- il designer, per anni formato nelle università italiane con la convinzione di essere una pedina mancante nelle funzioni tecniche e di ricerca e sviluppo delle industrie creative (principalmente quelle già costituite che ne segnalavano la penuria), si scopre sempre più innovatore, stratega, collettore di idee e imprenditore. Molte startup nascono quindi da designer che hanno sperimentato il fallimento del proprio ruolo da “dipendente” o che hanno riconosciuto con crescente maturità le potenzialità del proprio ruolo in nuove forme d’impresa;
- il designer è spesso portabandiera delle startup, colui che parte dalle schiere che raggruppano giovani scienziati e brillanti ingegneri, e avanza solitario verso gli eserciti (visibili a distanza, ma ancora troppo lontani) di consumatori, imprese ed enti pubblici interessati all’uso delle innovazioni incubate nelle giovani startup. È il solito discorso, vecchio come l’universo ma ancora giovane per i programmi quadro della ricerca europea, circa l’importanza dei processi di applicazione di ricerca e tecnologia in prodotti e linguaggi fruibili e comprensibili;
- il design ha un duplice ruolo nelle startup. Sicuramente preponderante è quello d’introdurre processi avanzati di progettazione nelle giovani imprese per rendere concreti, virtualmente e fisicamente, i principi fisici e le molteplici intuizioni alla base delle innovazioni. Un secondo ruolo, invece, è quello di essere esso stesso bene immateriale (servizio) o materiale (prodotto) da vendere in circuiti consulenziali o in piattaforme di shop on-line.
Parafrasando il titolo del Registro Imprese delle Camere di Commercio d’Italia, dove è possibile accedere al database ufficiale delle startup d’Italia, ci occuperemo delle imprese che “disegnano” innovazione, partendo proprio dalle 5.725 realtà oggi registrate nel database (il quale comprende anche le PMI innovative per le quali si chiariscono nella home le differenze sostanziali rispetto alle startup). Sarà un viaggio nelle officine delle idee che si moltiplicano di giorno in giorno ma che anche falliscono o non fatturano con altrettanta facilità. A noi il ruolo di scovarle, attraverso un prelievo certosino di “tag” dal registro, e di presentarle nella loro promettente vitalità.
Foto di copertina:
Startup Europe Week Lecce 2016 – Momenti dell’evento “Building Startup Ecosystem” organizzato dall’associazione The Qube (Credits: Antonio Leo Photographic works)
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Last modified: 25 Febbraio 2016