COMO. Una storia di sguardi. Così il curatore Flaminio Gualdoni racconta la sua mostra “Ritratti di città. Urban sceneries. Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz a oggi”, aperta la scorsa settimana nella cornice di Villa Olmo. Il percorso espositivo si snoda lungo 8 sale del piano terra delledificio neoclassico progettato da Simone Cantoni e racconta con 64 opere, prevalentemente pittoriche la conquista dellidea di città da parte dellarte italiana, a partire dallinizio del Novecento quando il manifesto del Futurismo diventa spartiacque tra epoche storiche e culturali. Diamo la parola ai pittori, ai fotografi e agli scultori italiani per illustrare con i loro dipinti, le loro fotografie e le loro sculture la città che hanno visto o quella che hanno immaginato, in un percorso di immagini, di colori e di forme che, attraverso tutto il Novecento, giunge fino ai giorni nostri, spiega Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune e critico darte di professione. Laspetto più innovativo e intrigante del programma è nella distanza tra soggetto e punto di vista: larte italiana infatti esce dallOttocento ancora dominata dal paesaggismo, tendenza dovuta anche a una realtà fisico-spaziale tradizionale. Unidea di città latita completamente nella cultura artistica nostrana sino al Novecento pieno scrive Gualdoni nel saggio introduttivo del catalogo (Ritratti di città, 160 pagine, Silvana Editoriale, 2014) . In Italia non può che verificarsi, dunque, un fenomeno del tutto inusuale. Più che una realtà da assumere come un fatto pittorico, come un motivo da raffigurare, la città è nei primi decenni del secolo scorso un vagheggiamento da inseguire e da affermare in modo antagonistico rispetto alle ragioni di un presente avvertito come torpidamente anacronistico. Lallestimento, semplice, delinea con chiarezza gli 8 nuclei tematici: Futurismi (con opere, tra gli altri, di Balla e Boccioni, tra cui “Sera dAprile” del 1908, identificata come il punto di passaggio tra lidea storica di paesaggio e la consapevolezza di una città in progressiva espansione), Lo sguardo metafisico (Sironi e una Piazza dItalia di De Chirico), Altri futurismi (Depero), Paesaggi di città (De Pisis), Geometrie urbane e nuove metafisiche (con un olio di Aldo Galli, al quale contemporaneamente è dedicata unesposizione alla Pinacoteca Civica di Como), Scultura, architettura, luogo (con una rivisitazione di Arnaldo Pomodoro del lavoro Pietrarubbia, fatta ad hoc per la mostra), Icone e iconografie (con lavori dei maggiori fotografi urbani italiani, da Berengo Gardin a Basilico) e Nuove visioni urbane (settore finale che raccoglie invece i lavori più recenti sul tema di artisti come Vitali, Petrus, Guaitamacchi). La mostra che resterà aperta fino al 16 novembre – è la seconda tappa del progetto triennale del Comune di Como dedicato alle città, avviato lanno scorso con lesposizione curata da Marco De Michelis “La Città nuova. Oltre SantElia”.
Info: www.ritrattidicitta.com
Le città viste dall’arte italiana del Novecento
