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Laura MilanWritten by: Professione e Formazione

Il Nobel delle costruzioni in mattoni

vienna. Il Mapungubwe Interpretation Centre (Sudafrica) di Peter Rich [1], la centrale elettrica del parco olimpico di Londra 2012 degli scozzesi Nord Architecture [2], la casa di riposo per anziani ad Alcácer do Sal (Portogallo) di Francisco e Manuel Aires Mateus [3], la trasformazione di una vecchia fornace a ?cachtice (Repubblica Slovacca) nel proprio studio, ideata dallo slovacco Pavol Pa?nák [4] e la «Rabbit Hole», letteralmente «tana del coniglio», abitazione monofamiliare a Gaasbeek (Belgio) progettata da Bart Lens (Lens° Ass Architects) [5]. Sono i premi annunciati il 4 maggio durante la serata di gala organizzata nella suggestiva sala delle feste del palazzo del Comune di Vienna, conclusione della quinta edizione dei Wienerberger Brick Awards.
Promossi dalla multinazionale austriaca leader nella produzione di laterizi, ogni due anni premiano l’eccellenza fra le architetture mondiali che fanno del laterizio uno dei principali elementi distintivi. Il lungo processo di selezione (è stato già avviato il prossimo), che in ogni edizione ha il suo punto di partenza in una rete di advisor locali, per l’edizione 2012 ha portato alla fase finale 50 realizzazioni (pubblicate all’interno del libro Brick ‘12, edito da Callwey), poi valutate da una giuria composta da Plamen Bratkov (Bulgaria), Rudolf Finsterwalder (Germania, premiato nella precedente edizione), Hrvoje Hrabak (Croazia), John Foldbjerg Lassen (Danimarca) e Zhang Lei (Cina). Provenienti da 28 paesi, la maggior parte è europea (con l’osservazione sulle troppo poche segnalazioni provenienti dal Regno Unito), con presenze da Australia, Brasile, Cina, India, Giappone, Ruanda e Sudafrica. Tra questi, cinque gli italiani: il pluripubblicato recupero di ex padiglioni industriali all’interno della Best Urban Practices Area all’Expo di Shanghai del cosentino Mario Occhiuto, il Museo Benozzo Gozzoli a Castelfiorentino (Firenze) del pistoiese Massimo Mariani, l’attento ripristino dell’ex fornace Morandi (Padova) del padovano Bruno Stocco il recupero di un edificio d’inizio Novecento nel centro storico di Milano di Filippo Taidelli (classe 1972), già premiato a ottobre come migliore recupero nella terza edizione della «Rassegna lombarda di architettura under 40. Nuove proposte di architettura», e i vicentini Traverso-Vighy Architetti con il progetto per gli spazi commerciali dell’aeroporto di Palermo.
Fra le categorie in gara, cinque con un vincitore generale, si è imposta l’opera del sudafricano Rich. Conclusa nel 2009 (e subito premiata al secondo World Architecture Festival di Barcellona, cfr. «Il Giornale dell’Architettura» n. 79, dicembre 2009), è frutto della collaborazione con Michael Ramage (cui si deve il recupero della tecnica locale che ha permesso di realizzare le volte dei padiglioni, sorrette da una struttura in mattoni e ricoperte da frammenti di pietra locale) e John Ochsendorf. Si è imposta anche come «Special solution with Brick» e accoglie i visitatori del parco nazionale di Mapungubwe, a cavallo tra Sudafrica, Botswana e Zimbabwe. Il «Residential Building», dei fratelli Aires Mateus, cela invece i suoi laterizi (con cui sono realizzate le doppie pareti con intercapedine che isolano la struttura) e viene premiato anche per il suo valore plastico e il rispetto della tradizione costruttiva locale. Dal bianco quasi abbagliante del Portogallo, il «Non-residential Building» porta al grigio, molto londinese, della monolitica centrale elettrica di Nord, che ben mostra i suoi mattoni, posati sulle facciate secondo differenti trame. Di piccole dimensioni, il «Residential Building» interviene su una casa abbandonata nella campagna belga recuperando un’abitazione e uno studio veterinario e realizza, attraverso i laterizi, l’elemento che, stringendosi verso l’interno, unisce due distinte parti del complesso. Di dimensioni ancora più piccole è infine il recupero premiato come «Conversion» che, nella sua indubbia originalità, riutilizza l’unico segno della volta a botte di un vecchio forno ricavando al suo interno gli spazi, minimi, di uno studio per il suo progettista nel fine settimana. L’appuntamento è fissato al 2014.

Autore

  • Laura Milan

    Architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, si laurea e si abilita all’esercizio della professione a Torino nel 2001. Iscritta all’Ordine degli architetti di Torino dal 2006, lavora per diversi studi professionali e per il Politecnico di Torino, come borsista e assegnista di ricerca. Ha seguito mostre internazionali e progetti su Carlo Mollino (mostre a Torino nel 2006 e Monaco di Baviera nel 2011 e ricerche per la Camera di Commercio di Torino nel 2008) e dal 2002 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”, dove segue il settore dedicato alla formazione e all’esercizio della professione. Dal 2010 partecipa attivamente alle iniziative dell’Ordine degli architetti di Torino, come membro di due focus group (Professione creativa e qualità e promozione del progetto) e giurata nella nona e decima edizione del Premio architetture rivelate. Nel 2014 costituisce lo studio associato Comunicarch con Cristiana Chiorino

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Last modified: 8 Luglio 2015