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Cristiana ChiorinoWritten by: Progetti

Restauro, restauro! Notizie buone e cattive

Il restauro del monumento moderno per eccellenza, la Villa Tugendhat di Mies van der Rohe a Brno, fortemente sostenuto dalla Repubblica Ceca come fiore all’occhiello della propria offerta turistica culturale, oltre ad aver riscontrato un’inconsueta attenzione della stampa internazionale, sembra aver innescato una concatenazione di eventi fortunati. Il 29 marzo David Chipperfield si è aggiudicato, tra 20 pretendenti, il concorso per il restauro di un’altra icona di Mies, la Neue Nationalgalerie a Berlino (1). Il progetto, voluto dalla Prussian Cultural Heritage Foundation, prevede notevoli lavori di ristrutturazione (programmati dal 2015 al 2018), tra cui il restauro di tutte le strutture a vista e la realizzazione di un nuovo shop con caffetteria. L’inglese è al suo terzo incarico in Germania per una ristrutturazione museale, dopo i successi del Neues Museum a Berlino e del Folkwang Museum a Essen. A febbraio è stato invece completato il recupero di una stazione di servizio Esso del 1968 (2) a Montréal sull’Île des Sœurs attribuita a Mies il quale, in età avanzata, pare avesse fornito solo una consulenza. Concepita come prototipo per la Standard Oil, era destinata a servizio di un complesso residenziale progettato da Paul Lapointe e Mies nel 1962. Chiusa nel 2008 e vincolata nel 2009, è stata integrata nel progetto di rifunzionalizzazione dell’intero complesso e trasformata in centro di attività giovanile e senile. I progettisti, i canadesi Fabg, hanno optato per una reinterpretazione del progetto mantenendo il layout della struttura con i tamponamenti in muratura e ricostruendo i padiglioni in vetro originariamente adibiti a negozio. Dove c’erano le pompe di benzina ora sorgono i camini di aspirazione dei pozzi geotermici.
Ma non solo Mies, ormai proclamato archistar anche grazie al doodle che Google gli ha dedicato nel giorno del suo 126° compleanno, è degno di attenzione. A Dessau, la Bauhaus Foundation ha appena presentato, per la sua storica sede firmata da Walter Gropius nel 1925 e già restaurata nel 2007, un piano di misure per l’ottimizzazione energetica, su progetto di Winfried Brenne Architekten e dell’engineering Transsolar (3). Con un finanziamento del piano tedesco di ripresa economica di 3,9 milioni, il progetto è consistito nel cambiamento di alcune destinazioni d’uso, nel raddoppio dell’isolamento in alcuni serramenti, nell’installazione di un tetto fotovoltaico e di un nuovo sistema d’impianti. L’insieme delle ricerche avrà ricadute anche dal punto di vista educativo grazie a una serie di workshop che si svolgeranno tra la sede di Dessau e la Harvard Graduate School of Design. Il progetto di ottimizzazione energetica si concluderà solo nel 2013 e le prossime fasi saranno finanziate dal programma per i siti tedeschi della World Heritage Culture List. Ma per i fan del Bauhaus non è finita qui. Si è appena concluso il concorso per la costruzione del nuovo museo a Weimar, città in cui originariamente venne fondata la scuola nel 1919, che dovrebbe ospitare un’ampia collezione di oggetti originali arricchita negli ultimi anni grazie ad acquisti e donazioni, oltre alla collezione Gropius. Il concorso però non ha aggiudicato il primo premio bensì due secondi e due terzi a pari merito che lavoreranno congiuntamente al progetto per un’apertura prevista nel 2015. L’ultima novità è invece una vera chicca: si tratta di un’applicazione gratuita scaricabile dal sito e pubblicata in occasione della nuova guida ai siti del Bauhaus in Germania: «Bauhaus Reisebuch Weimar. Dessau. Berlin» a cura di Bauhaus-Archive Berlin, Bauhaus Dessau Foundation e Classic Foundation Weimar. http://bauhaus-online.de/en/projekt/bauhausguide-app-accompanying-the-bauhaus-travel-book
L’ultima buona notizia è che il Getty Conservation Institute, ramo del J. Paul Getty Trust che da anni lavora a livello internazionale per promuovere buone pratiche di conservazione, soprattutto in campo artistico, ha deciso di finanziare un apposito programma dedicato alla conservazione dell’architettura moderna, Conserving Modern Architecture Initiative (Cmai). Partendo da un progetto pilota sulla Eames House  (4) del 1949 a Los Angeles, intende colmare il vuoto di conoscenze sugli effettivi metodi di conservazione del moderno, rispetto invece al sempre crescente riconoscimento culturale. «Questa iniziativa di ricerca aumenterà la conoscenza per il settore e svilupperà nuovi strumenti per aiutare i professionisti a conservare l’architettura dell’era moderna», ha detto Tim Whalen, direttore del Getty Conservation Institute. «Le nostre risorse scientifiche e la nostra esperienza di progetti sul campo in tutto il mondo ci forniscono una piattaforma unica per perseguire il programma e contribuire alla custodia di edifici straordinari». Il Cmai identificherà i punti chiave della ricerca e i problemi che riguardano la conservazione dell’architettura moderna, studiando le criticità attraverso una vasta gamma di tipologie edilizie distribuite in diverse aree geografiche, inclusi i problemi tecnici, metodologici e attuativi. www.getty.edu/conservation/our_projects/field_projects/mod_arch/.
Scadono invece il 31 luglio le candidature per il World Monuments Fund/Knoll Modernism Prize, che verrà attribuito in autunno a uno studio che dimostri l’utilizzo sapiente di soluzioni progettuali innovative per la conservazione di un edificio moderno. In premio, 10.000 dollari e una sedia «Barcelona» di Mies prodotta da Knoll. www.wmf.org/modernism-prize/call-nominations
Ma l’inclusione nella lista degli edifici a rischio del World Monument Fund a volte non basta. Rischia infatti la demolizione il complesso per uffici pubblici di Goshen, nella contea di Orange (New York), una delle pietre miliari del brutalismo di Paul Rudolph. Il costo del restauro ammonterebbe a 67 milioni di dollari contro i 75 previsti per la costruzione del nuovo edificio.
Il brutalismo non gode di buona fama neanche in Inghilterra, dove è appena stata firmata l’autorizzazione a demolire (favorevole il 75% dei residenti) il complesso di housing Robin Hood Gardens, costruito su progetto di Alison e Peter Smithson tra il 1966 e il 1972, per far posto al megasviluppo Blackwall Reach da mille alloggi privati.
Vittima di pesanti trasformazioni che rischiano di alterarne per sempre l’aspetto la sede della Manufacturers Trust Company Bank sulla Fifth Avenue a Manhattan, di Gordon Bunshaft (Skidmore, Owings & Merrill), vincolata esternamente dal 1997 e internamente dal 2011, ora sede del Vornado Realty Trust. Infine, in Francia il Consiglio generale delle Bouches du Rhöne ha deciso di ampliare il Museo dell’antica Arles (5), opera maggiore di Henri Ciriani ultimata nel 1995 con un progetto che non prevede d’interpellare il progettista originario, e quindi senza alcun rispetto della legge sul diritto d’autore. http://ciriani-en-arles.blogspot.fr

Autore

  • Cristiana Chiorino

    Torinese (nata nel 1975), architetto e dottore di ricerca in Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica (Politecnico di Torino), è socia dello studio di architettura Comunicarch. Dal 2005 al 2014 è vicecaporedattore de «ll Giornale dell’Architettura», per il quale ha curato gli allegati «Il Magazine dell’Architettura» (selezione della stampa internazionale) e il «Rapporto Annuale Restauro». Ha collaborato alla mostra internazionale «Pier Luigi Nervi: Architettura come sfida» di cui ha curato con Carlo Olmo il catalogo. Collabora con l’associazione Pier Luigi Nervi Project, con una consulenza sulla tutela della sua eredità culturale e del patrimonio delle sue opere. Ha scritto articoli e partecipato a convegni sulla sensibilizzazione alla tutela dell’architettura del Novecento, tema che ha approfondito con il master «Sauvegarde du patrimoine bâti moderne et contemporain» presso l’Institut d’Architecture dell’Università di Ginevra nel 2003. Dal 2011 è membro del consiglio direttivo di Docomomo Italia

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Last modified: 9 Luglio 2015