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Alberto VignoloWritten by: Città e Territorio

Ma Verona preferisce ancora consumare suolo

Ma Verona preferisce ancora consumare suolo

Dopo un iter pluriennale, passato per l’approvazione nel 2007 del Piano di assetto del territorio (lo strumento di pianificazione strutturale secondo la legislazione veneta), la città scaligera si è recentemente dotata del suo primo Piano degli interventi. Si tratta di un passaggio molto atteso, che permette di archiviare il vecchio Prg risalente al 1975. Per sua natura, un piano urbanistico assomma aspetti prettamente disciplinari con altri di natura politico-amministrativa, prefigurando un’idea di città e del suo futuro. Ma quale idea viene proposta per Verona? Mentre altre città hanno scelto strategie improntate al «consumo zero» delle risorse territoriali, a Verona l’impalcatura del piano si fonda sulle istanze di trasformazione espresse dai privati in occasione di due bandi pubblicati nel 2009. Delle 650 domande presentate, oltre 300 sono state accolte, prevedendo così per il prossimo futuro oltre 4 milioni di mc di nuova edilizia (2 milioni dei quali residenziali). Alla luce della congiuntura economica la previsione appare irrealistica, mentre una sua attuazione parziale mina il bilancio previsionale sul fronte della città pubblica (servizi e infrastrutture), le cui voci di entrata si reggono sui contributi di solidarietà e sui meccanismi perequativi introdotti. L’impressione è che, in tempi di vacche magre per le casse comunali, le cubature concesse siano state dimensionate per ragioni di bilancio, senza alcun disegno complessivo per la città. Fa in parte eccezione il quadrante di Verona Sud, dove il masterplan redatto con il contributo dello studio Foa introduce il tema della riqualificazione dei quartieri e delle aree ex industriali attraverso contenuti di carattere morfologico-insediativo, indirizzando la qualità delle trasformazioni. Resta sul campo un enorme lavoro tecnico, tradotto in una mole di documenti (230 pagine per le sole norme tecniche), con molte novità rispetto ai vecchi piani normativi; su tutti, la disciplina di tutela e valorizzazione del paesaggio. La verifica dell’attuazione metterà alla prova previsioni quantitative e novità, ponendo di fronte alle necessità dell’interpretazione e, non ultimo, della responsabilità, tutti i soggetti coinvolti.

Autore

  • Alberto Vignolo

    Nato a Peschiera del Garda (Verona) nel 1968. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, alla libera professione affianca la ricerca sulla comunicazione del progetto architettonico attraverso la redazione di articoli, saggi e monografie e l'organizzazione di mostre e iniziative culturali. Dal 2010 dirige la rivista «Architettiverona».

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Last modified: 18 Luglio 2015