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roberto bosiWritten by: Forum

Architetti in viaggio per vivere gli spazi

Ne abbiamo conosciuti molti di «Architetti erranti» in questi ultimi 15 anni: dallo studente col taccuino in mano, al professionista appassionato e dotato di sofisticate apparecchiature fotografiche, guidandoli dalla Cappella Notre-Dame du Haut a Ronchamp di Le Corbusier alla Casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright a Mill Run. Si conferma così la definizione di Architetti in viaggio data da questo Giornale nel numero scorso. Nonostante la difficile situazione economica del nostro paese e gli elevati numeri di architetti (circa 146.000) e studenti di architettura (circa 80.000) in Italia, più alti di ogni altro paese europeo, l’appassionato di architettura non demorde. Incontrastato e attratto dal «favoloso mondo dell’architettura» viaggia per conoscere, non più per scoprire, quasi a inseguire la lezione di Le Corbusier agli studenti delle scuole di architettura nel 1943: «l’architettura si cammina», un principio che sta alla base della filosofia di ciascun viaggiatore. Si esplora per capire, per decifrare, ma soprattutto per «vivere l’architettura». Quello che si cerca oggi, nell’era del digitale, è poter sperimentare, anche fisicamente, l’architettura: come, ad esempio, dormire al convento della Tourette di Le Corbusier; degustare un vino all’interno di una cantina vinicola d’autore (come quella progettata da Renzo Piano nella Maremma toscana); passare un’intera giornata all’interno di un centro termale di Peter Zumthor (la Svizzera, oltre a quello di Vals progettato dal Premio Pritzker, sta puntando molto su questa offerta), oppure ascoltare un concerto in una prestigiosa sala della musica come la Philarmonie di Berlino, progettata da Hans Sharoun. Sicuramente «viaggiare, per i giovani, è una parte dell’educazione, per i vecchi una parte dell’esperienza», come diceva Francis Bacon, ed è questo che la nostra iniziativa ProViaggiArchitettura si propone con il progetto «fare formazione» accompagnando l’appassionato dall’Università alla professione, per conoscere e aggiornarsi. Perchè valgono, per noi, le parole di Zumthor: «Un’architettura dei luoghi senza conoscenza del mondo è insignificante, come lo è un’architettura del mondo senza conoscenza dei luoghi

Autore

  • roberto bosi

    Roberto Bosi, nato a Imola nel 1975, si laurea all’ Università Iuav di Venezia Dal 2003 è direttore di ProViaggiArchitettura (specializzata nella progettazione di itinerari di architettura). Dal 2014 coordina, con «Casabella», il progetto “Casabella formazione”. In ambito universitario è dottorando in Progettazione architettonica e urbana, presso il Dida – Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Firenze.

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Last modified: 18 Marzo 2016