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Written by: Progetti

Toyo Ito uno e trino a Imabari

Toyo Ito uno e trino a Imabari

Imabari (Giappone). Toyo Ito ha recentemente inaugurato tre nuove opere a Imabari, sull’isola Omishima: le due sedi del Toyo Ito Museum of Architecture (Tima) e il Ken Iwata Mother and Child Museum.
Il Tima si trova su un sito collinare che si affaccia sul mare interno di Seto e comprende uno spazio espositivo (Steel Hut) e un centro di ricerca (Silver Hut). Gli edifici sono due episodi di architettura, ciascuno con una forte individualità e portavoce del pensiero di Ito. Steel Hut è un edificio scultoreo, esito di un attento  processo di assemblaggio geometrico volto a definire nuove spazialità: quattro moduli poliedrici, ciascuno con due tipi d’inclinazione di angoli e spigoli, in cui pareti e solai non sono identificabili a priori. Gli spazi prendono vita attraverso la composizione delle parti, e potrebbero venire riconfigurati continuamente, come nel gioco del Tangram. Gli spazi definiti da tale assemblaggio sono centripeti e stando al loro interno pare di sostare in una sfera. Questa qualità unica dello spazio rivela aree espositive completamente diverse da quelle tradizionalmente organizzate sulla base di una griglia. Le pareti inclinate degli interni ricordano la sezione di una nave in costruzione. Anche gli esterni rimandano alla suggestione navale: l’acciaio, la scaletta esterna che dà accesso alla terrazza, la terrazza stessa che ricorda una prua su cui ci si affaccia per osservare il mare di Seto.
Silver Hut è un omaggio a Ito stesso: copia fedele della sua residenza personale realizzata a Tokyo nel 1984 come la capanna del mondo contemporaneo in ambito urbano. La città era la nuova foresta e la capanna (hut) veniva interpretata con i materiali della modernità: ferro, vetro e alluminio. Silver Hut viene traslato in un paesaggio naturale, ospitando funzioni diverse. Forse invece vuole affermare che la qualità spaziale di un edificio prescinde dalla sua funzione e dal contesto. L’edificio ospita un archivio aperto ai visitatori (con la possibilità di visionare 90 lavori di Ito), uno spazio aperto adibito a workshop e un’area che riporta gli arredi disegnati da Teruaki Ohashi utilizzati nella versione originale dell’edificio.
L’ultimo degli interventi dell’architetto sull’isola è il Ken Iwata Mother and Child Museum, un museo semi-aperto progettato per ospitare 44 opere dello scultore Ken Iwata. Visto che le sculture in bronzo non richiedono la conservazione in un interno, Ito racchiude una fetta di paesaggio dentro un perimetro circolare, un muro in cemento, e vi colloca lo spazio espositivo a cielo aperto. Il recinto, disegnato in pianta da due semiarchi di dimensione diversa, ha un diametro di 30 m. Nello scarto dimensionale dei due semiarchi trovano spazio le aperture comunicanti con l’esterno, che inducono un movimento lieve allo spazio espositivo. Collocate a varie altezze e direzioni, sul prato al centro della corte, le sculture contrastano sullo sfondo bianco delle pareti. In questo spazio si crea una forte relazione tra il visitatore e il paesaggio esterno: si possono ammirare le opere mentre lo sguardo corre oltre il perimetro museale scorgendo il cielo, le montagne e i tetti di Imabari; i suoni della natura esterni al museo vengono amplificati dalla forma architettonica.
Le tre architetture di Imabari sono oggetti con storie, ispirazioni e motivazioni differenti tra loro, ma sono tutte espressione della complessità del pensiero di Ito.

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Last modified: 21 Luglio 2015