La dimensione dellabitare declinata secondo la ricerca della qualità di vita costituisce un obiettivo rilevante nellambito dellindagine architettonica, un impegno da perseguire con particolare impegno da parte del progettista nel momento in cui si tratta di edilizia sociale. La definizione di qualità di vita è comunque un concetto sociologico complesso la cui dimostrazione implica una pluralità di condizioni e lascia aperto il quesito della relazione tra ciò che è oggettivo e ciò che invece coinvolge la soggettività. Resta esplicito che nellarchitettura degli spazi domestici alcune caratteristiche rappresentano requisiti imprescindibili per considerare un intervento di pregio, come ad esempio la vicinanza ai servizi, la presenza di aree verdi, il comfort climatico, e non da ultimo il fattore estetico. A tutto ciò si deve aggiungere anche quellelemento che più di tutti nellabitare coinvolge la valutazione soggettiva, ovvero la rispondenza dei dispositivi interni alle aspettative e alle abitudini di vita degli abitanti.
Tutti i progetti selezionati in queste pagine presentano particolare attenzione a molti di tali aspetti «qualificanti», ed è sorprendente il fatto che parte di essi siano realizzazioni di edilizia sociale.
Il caso italiano di Motta di Livenza è paradigmatico per la scelta di materiali e sistemi costruttivi ecologici come espediente innovativo di rilettura delle tipologie abitative tradizionali. Quello di Parigi, oltre che per le soluzioni architettoniche, stupisce per la sua centralità urbana; realizzato in un lotto prossimo alla Tour Montparnasse, il complesso a destinazione sociale si trova infatti allinterno di uno dei quartieri più prestigiosi della città, una sorta di monito per sottolineare che simili interventi non devono essere sinonimo di marginalità. Il tema della residenza, nel progetto di Vienna, si lega al grande interrogativo sui modelli di sviluppo urbani nelle aree periferiche: crescita densa vs dispersione. La dimensione semi-rurale dei modi dellabitare è qui tradotta in un intervento dal lessico essenziale e convincente per la sofisticata ed elegante scelta del low profile; tra le unità abitative permane unatmosfera di tranquillità, pur nella varietà tipologica e vivacità di rapporti interno-esterno.
Le realizzazioni di Berlino e Bruxelles, invece, oltre che per limportanza dellintervento urbano sul contesto, si distinguono per lo studio delle tipologie abitative, il cui sviluppo riflette unevidente necessità di varietà ma soprattutto di «autonomia» anche allinterno di strutture condominiali. In entrambi i casi, infatti, le soluzioni delle«villette pluripiano» presentano accessi separati, giardini e terrazze private. Spazi intimi, allinterno della costruzione collettiva, diventano in tal modo la miglior risposta alle esigenze soggettive.
Articoli recenti
- Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose 8 Novembre 2025
- Jean Prouvé double face: tra valorizzazione e conservazione 5 Novembre 2025
- Un grande, raffinato, magazzino per rivoluzionare l’agricoltura 5 Novembre 2025
- La migliore architettura: politicamente corretta, poche sorprese e archistar 5 Novembre 2025
- Vitra Campus, Balkrishna Doshi celebra il silenzio 5 Novembre 2025
- Il porto di Marsiglia ha il suo nuovo, vecchio, faro 4 Novembre 2025
- Impermeabilizzazione del terrazzo: Icobit Italia il tuo alleato 4 Novembre 2025
- Il Museo più grande, simboli e nazionalismo: l’Egitto si celebra 3 Novembre 2025
- Forma e relazioni in mostra alla Sapienza 3 Novembre 2025
- Ritratti di città. Hanoi, topografie del cambiamento 29 Ottobre 2025
- Smart vs Green: una sola intelligenza non basta 29 Ottobre 2025
- Dolci attese: forme che misurano il tempo 28 Ottobre 2025
- Agenda Urbana: a Brescia un laboratorio condiviso per la sostenibilità 28 Ottobre 2025
- Alice Rawsthorn: il mio design, un’attitudine più che una professione 28 Ottobre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata























