Luvigliano (Padova). Ci sono nomi di luoghi che, appena sussurrati, provocano terremoti. Uno di questi è Villa dei vescovi, palazzo cinquecentesco di campagna legato ai vescovi di Padova. Concepita da Alvise Cornaro e Giovanni Maria Falconetto, la villa è stata ceduta nel 2005 al Fondo per lambiente italiano da Maria Teresa e Pier Paolo Olcese, seconda moglie e figlio di Vittorio Olcese, esponente repubblicano e stretto collaboratore di Giovanni Spadolini, il quale laveva acquistato nel 1962 dalla Curia vescovile, congiuntamente alla prima moglie Giuliana.
Così è stato, per alcuni momenti, durante il restauro e ladeguamento funzionale della villa. Iniziati nel 2007, passati attraverso il ritrovamento di una necropoli medievale e una bufera di polemiche legate alla sistemazione del cortile, i lavori, costati complessivamente circa 7 milioni, sono ora terminati. Oltre che luogo di svago e museo di se stessa, la villa ospiterà nel cortile esterno eventi culturali necessari al suo sostentamento economico: previsti 30.000 visitatori annui.
Al restauro e alla riorganizzazione funzionale delledificio (il progetto di Christian Campanella ha previsto, oltre a locali e nuove scale di servizio, il bar e spazi di ristoro per piccole comitive), si accompagna la risistemazione, firmata da Domenico Luciani e al momento solo parzialmente realizzata, delle pertinenze: brolo e cortile.
Il primo, esteso per sei ettari attorno alla villa e delimitato da un muro di cinta, sarà soggetto a lavori di manutenzione, come nella zona umida nel punto più a valle; inoltre, entro lanno il muro di contenimento del colle sul quale poggia la Villa verrà ripulito dalla massa arborea che ne occlude la vista sul versante settentrionale. Per il secondo, 1.600 mq cintati da un alto muro lungo il quale si aprono tre porte monumentali, dopo numerose dispute tra Fai e altri soggetti (Italia Nostra, Giuliana Olcese, Commissione cultura della Provincia), il progetto finale, approvato lo scorso aprile dalla Soprintendenza, prevede un cortile a prato, segnato da due vialetti ortogonali, piante basse lungo il bordo e una siepe di carpino che lo incornicia. Questa soluzione ha sostituito una prima ipotesi che prevedeva di lastricarne una porzione (400 mq). La disputa riguardava la definizione di dettaglio, tra immagini che lasciavano intendere una sua lastricatura completa e il tentativo di restituirne il disegno originario, del quale comunque non si aveva certezza assoluta e peraltro mutato varie volte nel corso dei secoli.
Per contribuire alla gestione della villa è possibile adottarne una delle stanze, oppure affittare una delle suite ricavate nel sottotetto.
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