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Written by: Città e Territorio

Napoli: puntiamo sul piano regolatore

Strana sensazione entrare in Palazzo San Giacomo a pochi giorni dalle elezioni comunali. Alla porta l’usciere consulta le schede su cui sono stampati i volti dei neoassessori e i loro nomi con carica e ubicazione. Al terzo piano cerco l’ufficio del nuovo assessore ma mi perdo tra imbianchini, parquettisti, falegnami e trasportatori che lavorano tra i labirinti del palazzo in via di trasformazione. Ho la sensazione che tutti abbiano fretta di rinfrescare e di dare nuova immagine a un luogo vecchio, confuso e decadente. L’assessore è giovane e sciupato. «E stanco?», gli domando. «Non come la scorsa settimana», mi risponde sorridendo. Luigi De Falco (1958), architetto e urbanista, è stato segretario di Italia Nostra Campania e vice-presidente della sezione di Napoli, collaborando con Vezio De Lucia alla formazione del nuovo Prg. Prima dell’intervista azzardo un breve riassunto sull’urbanistica napoletana: i primi anni della giunta Bassolino furono caratterizzati da un’idea (il cemento è un nemico) e un obiettivo (il Prg più rigoroso d’Italia!); poi l’idea mutò (inviteremo in città le star dell’architettura) e anche l’obiettivo (costruiremo la più bella metropolitana d’Italia!); poi, per qualche anno, il vuoto, nessuna idea, niente obiettivi.

Qual è il futuro dell’urbanistica partenopea oggi?
La nostra missione è far funzionare bene il Prg, uno strumento non ancora perfettamente compreso dalla città che non ha dato una risposta adeguata alle possibilità offerte. La mia opinione è che questo derivi anche dalle difficoltà oggettive che la macchina comunale si trova ad affrontare per concretizzare le proposte di riqualificazione, essenzialmente attraverso i piani attuativi e interventi diretti che il Prg permette di effettuare. Credo che – nonostante lo strumento sia oggettivamente complesso – le sue potenzialità possano produrre effetti enormi. E poi bisogna sempre ricordare che veniamo dalla legislazione del 1972 che rinviava gli interventi ai piani particolareggiati, mai fatti. Oggi abbiamo uno strumento che potrebbe escludere i piani attuativi visto che prevede l’intervento diretto su tutto il territorio.

Che cosa pensa dei grandi temi, soprattutto dell’area Est?
Il grande tema di Napoli Est – ma anche di Napoli Ovest – merita un approfondimento che faremo sul tavolo del sindaco affrontando le scelte strutturali e sostanziali. Perciò mi riservo un approfondimento che potremmo fare anche di qui a breve. Per il momento è vero che ci sono delle criticità sul criterio di gestione della riqualificazione delle aree orientali e occidentali su cui innanzitutto bisogna lavorare: non penso alle norme urbanistiche, quanto piuttosto alle modalità di attuazione.

Sarà questa dunque la strategia urbanistica per Napoli?
Il lavoro e l’impegno che mi ripropongo di svolgere – e su cui l’amministrazione e il sindaco Luigi De Magistris sono stati chiari – è quello di dare la più ampia attuazione al piano. Non è il caso, oggi, di andare a riguardare le regole: le regole vanno prima verificate e applicate, cosa che non è stata fatta a distanza di anni per difficoltà più logistiche oggettive che non connesse alla bontà di quelle scelte. Il piano va verificato, lo si attua, nel corso dell’attuazione si capirà. Noi siamo ancora lontani dal poter dire che è tutto chiaro.

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Last modified: 10 Luglio 2015