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Written by: Città e Territorio

Las Arenas: da Plaza de toros a centro commerciale

Barcellona. La Plaza de toros Las Arenas ha riaperto le sue porte trasformata in centro commerciale. Ci sono voluti quasi 200 milioni e otto anni di lavori, con diverse interruzioni e un cambio d’impresa costruttrice, per restituire ai barcellonesi uno dei simboli della memoria collettiva cittadina. Otto anni a cui si sommano altri sedici di abbandono: inaugurato nel 1900 per accogliere un pubblico crescente di aficionados alla corrida, l’edificio era stato chiuso a fine anni settanta, rischiando la demolizione. Quando si decise di destinare il terreno all’uso commerciale, e quindi di abbattere l’arena in cui uso diventava incompatibile con la nuova funzione, il progetto di Richard Rogers, (con il barcellonese Alonso Balaguer), propose di mantenere solo l’involucro in stile neomudejar e di costruirvi all’interno confermando l’impianto circolare: decisione che comporta non poche difficoltà di carattere tecnico, giacchè le 4.000 tonnellate di muratura devono necessariamente essere mantenute in piedi e sollevate da un complesso sistema di martinetti idraulici. I lavori, inziati nel 2003, sono stati più volte interrotti per mo­tivi tecnici, ma soprattutto a causa della mancanza di fondi da parte degli investitori privati, come nel 2009 quando lo stop è durato ben nove mesi. 
La fretta imposta dalle imminenti elezioni municipali del 22 maggio ha fatto sì che l’inaugurazione del monumentale complesso (100.000 mq) abbia lasciato indietro qualche pezzo, come gli ascensori e un nuovo accesso diretto alla metropolitana. La nuova Plaza de toros è un edificio permeabile, dotato di una promisquità funzionale che lo rende fruibile a tutte le ore. Dieci i livelli, di cui quattro destinati a parcheggio; dei sei piani fuori terra, i primi tre sono spazi commerciali, mentre l’altra metà è destinata allo svago e in parte alla cultura. Tra le attrazioni, una palestra con pista di footing che corre lungo il perimetro dell’edificio, il Museo del Rock e ristoranti con vista sulla città.
Una delle grandi incognite riguarda l’impatto del nuovo polo di attrazione sulla circolazione di un’area già piuttosto frequentata dal trasporto su gomma. Su plaza España infatti si aprono gli accessi a due importanti catalizzatori: la fiera e la zona museale del Montjuic, e attraverso la piazza circolano i mezzi che scelgono la Gran Via come arteria di penetrazione in città dalla costa meridionale e dall’aeroporto.

Autore

  • Francesca Comotti

    Laureata in architettura al Politecnico di Milano nel 1998, dopo alcuni anni come libero professionista rivolge la sua attenzione al mondo editoriale, formandosi presso la redazione della rivista «Area» e il settore libri di Federico Motta Editore. La tesi in urbanistica, con i professori Giancarlo Consonni e Giuseppe Turchini le apre (inconsapevolmente) la strada verso quella che è diventata la sua città di adozione, Barcellona, dove risiede dal 2004. Da qui consolida il suo percorso professionale come giornalista freelance specializzata in architettura contemporanea, collaborando stabilmente con alcune testate di settore italiane e come corrispondente per «Il Giornale dell’Architettura». Per la casa editrice spagnola Loft Ediciones ha pubblicato come co-autrice «Atlas for living», «Atlas de arquitectura del paisaje» e «Sketch landscape»

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Last modified: 10 Luglio 2015