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Written by: Città e Territorio

L’ex cotonificio Cantoni è rinato, ma è rimasto (quasi) solo il nome

Legnano (Milano). Anche l’ultimo tassello è a posto. Conclusi i lavori nell’edificio T1 (pomposamente ribattezzato «la City», circa 12.000 mq di spazi commerciali e terziari, in un volume a «C» a formare una vasta piazza pubblica nel mezzo) la trasformazione dell’area Cantoni è sostanzialmente completata.
Ci sono voluti quasi dieci anni perché un comparto dalla forte valenza simbolica (il cotonificio Cantoni è stato per decenni, tra il 1830 e il 1985, una delle più importanti realtà industriali tessili italiane) e dall’altrettanto forte ruolo strategico (110.000 mq di superficie, cerniera tra il centro storico e l’area dell’espansione novecentesca, a cavallo del fiume Olona) passasse dalla vocazione produttiva a un mix funzionale con una galleria commerciale e 100.000 mc di terziario e residenziale.
«A caratterizzare l’intervento», spiega il progettista Giorgio Macola, «sono soprattutto percorsi, nuovi collegamenti e aree verdi. C’è un asse pedonale coperto che è il cuore sociale di tutto l’ambito e una sequenza di spazi che connette il centro storico con corso Sempione. Tutti luoghi che ritrovano significato anche grazie al ritorno dell’alveo dell’Olona nel sedime originario, dopo essere stato spostato per ragioni produttive durante l’attività del cotonificio». L’architetto veneziano ha seguito la concretizzazione dell’intervento progettando gli edifici commerciali e terziari (mentre la parte residenziale è del varesino Carlo Moretti) sulla base di un masterplan di Rpbw, rispettato per quanto riguarda i principi insediativi ma con significative trasformazioni in fase di approvazione del Piano integrato di intervento (Pii) e poi di realizzazione degli interventi edilizi.
Del cotonificio restano soltanto le due facciate del reparto velluti su corso Sempione e che sono state integrate nei nuovi edifici commerciali. Per il resto, il piano (42 milioni in opere di urbanizzazione) ha seguito la strada della sostituzione integrale con le demolizioni avvenute nel 2003 quando il destino dell’area, abbandonata e occupata da clandestini, era al centro delle cronache locali. A giugno 2009 sono stati inaugurati gli spazi commerciali con il super-store Esselunga. Pochi mesi prima, a lavori sostanzialmente conclusi, si era invece fermata la costruzione dell’edificio del lotto T1. Il conseguente fallimento della società lasciava presagire il tramonto della scommessa urbanistica più coraggiosa, realizzare una sorta di nuovo centro economico della città di quasi 60.000 abitanti, in un volume rigoroso e imponente con le facciate in pietra, aperto con uno spazio pubblico dominato da un faggio secolare e capace di ospitare al piano terra una decina di negozi e ai due superiori fino a 30 uffici. La nuova proprietà (Erif Real Estate) ha rilevato gli spazi, li ha completati nello scorso dicembre con un intervento di manutenzione ordinaria e ora li mette sul mercato per completare la rigenerazione.

Autore

  • Michele Roda

    Architetto e giornalista pubblicista. Nato nel 1978, vive e lavora tra Como e Milano (dove svolge attività didattica e di ricerca al Politecnico). Dal 2025 è direttore de ilgiornaledellarchitettura.com

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Last modified: 10 Luglio 2015