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Veronica RodenigoWritten by: Progetti

A Pordenone un «Parco» nel parco

PORDENONE. Gioca con un duplice nesso semantico l’acronimo scelto per la nuova Galleria d’Arte contemporanea Armando Pizzinato che il 13 novembre è stata inaugurata ufficialmente con la mostra «Corrado Cagli e il suo magistero». Il nuovo polo museale denominato anche Parco (Pordenone arte contemporanea) s’inserisce infatti nella cornice naturalistica di un giardino pubblico e si compone di due strutture tra loro comunicanti: l’ottocentesca villa Galvani e il suo ampliamento, un parallelepipedo grigio rivestito di quarzite indiana dalle forme minimaliste firmato da Ugo Perut con Ado Furlan e Vittorio Pierini. La villa, appartenuta all’omonima famiglia d’industriali della ceramica e già spazio espositivo comunale a partire dagli anni novanta, è stata oggetto di una manutenzione straordinaria finalizzata al restauro dei tre livelli e alla predisposizione degli impianti tecnici in quello interrato per un totale di oltre 600 mq espositivi.
Nei 980 mq realizzati ex novo con criteri di risparmio energetico (pareti ventilate, gestione domotica e riscaldamento geotermico), hanno trovato collocazione 4 sale espositive e un auditorium da 86 posti. A sud, il fabbricato prospetta su un laghetto di risorgiva, stabilendo con esso un rapporto visivo attraverso una generosa terrazza e una grande apertura finestrata che funziona da cannocchiale. Tutt’intorno, il giardino ridisegnato su progetto di Annalisa Marini e tematizzato sulle rose, presenta sinuosi percorsi demarcati da lamine di acciaio Cor-ten. L’intera operazione è stata portata a termine in tre anni per un investimento di 4,2 milioni, finanziati con fondi pubblici. 
Ma per la sua nutrita programmazione culturale, Parco potrà anche contare su una sede «satellite» in pieno centro cittadino: gli spazi di via Bertossi. Qui, per il recupero di un ex istituto scolastico iniziato nel 2003 e conclusosi nel 2007, i progettisti e i tecnici del Comune si sono avvalsi della consulenza del tedesco Thomas Herzog. Il progetto originario, sviluppato con Norbert Kaiser e Raffaele Piva per gli aspetti energetici, prevedeva inizialmente una destinazione a terziario e commerciale. Oggi l’edificio, di cui sono state mantenute tutte le murature esistenti e che presenta pregevoli soluzioni di edilizia passiva (sistemi di recupero aria; inerzia termica delle pareti; accurata scelta delle coloriture; serramenti studiati ad hoc per massimizzare la luminosità contenendo gli abbagliamenti), ospita gli uffici tecnici comunali. Al piano terra di una manica del fabbricato, inoltre, si sono resi disponibili 750 mq di spazi espositivi lasciati volutamente al grezzo nei quali (fino al 30 gennaio) rimarrà allestita la monografica sul fotografo statunitense Jim Goldberg.

Autore

  • Si laurea nel 2002 in Lettere Moderne (indirizzo storico-artistico) all’Università degli Studi di Trieste con una tesi di ricerca in Storia Medievale. Dopo un master in Art and Culture Management al Mart di Rovereto e uno stage presso “Il Giornale dell’Arte” (Società Editrice Umberto Allemandi & C, Torino) alterna didattica e collaborazioni editoriali ad attività di comunicazione e ufficio stampa. Attualmente svolge attività giornalistica occupandosi di temi artistico-culturali. Dal 2008, a seguito di un’esperienza in redazione, collabora con "Il Giornale dell'Architettura" per il quale segue fiere di settore e format speciali. Nel 2016, in occasione della 15. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, ha ideato e gestito il progetto “Speciale Biennale Live”. È corrispondente de "Il Giornale dell’Arte” e curatore del supplemento “Vedere a Venezia”

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Last modified: 13 Luglio 2015