Anche prima che il rogo del 16 luglio danneggiasse parte del sottotetto est, la situazione dincuria e grave degrado di palazzo Orsi-Marconi ( ad appena 150 m dalle due torri) era ben nota. Stratificato sudiciume trapela dai vetri rotti delle grandi finestre del piano terra e dal portone, che fino a ieri si apriva a spinta, si accede in uno dei cortili più belli e decadenti della Bologna tardo rinascimentale, lasciato per anni, come tutto il palazzo, a rifugio precario di vite randagie. Ai clandestini si deve anche questo rogo che ha avuto almeno il merito di riaccendere il caso sui media. Sulla questione è intervenuta anche Anna Maria Cancellieri, teutonico commissario di questa città senza consiglio comunale, chiedendo alla proprietà dimpedire laccesso agli estranei. Dal canto suo la principessa Elettra, figlia di Guglielmo Marconi, proprietaria del palazzo, ha provveduto una volta ancora a farne sbarrare le porte, ma gli interventi che occorrono sono ben altri: le colonne in arenaria del portico su via San Vitale sono sempre più erose, mentre il muro su via Benedetto XIV è spanciato. Anche laccurato restauro della facciata, costato 450.000 euro e condotto nel 2008 da Leonardo srl sotto la direzione dellarchitetto Giampiero Cuppini, non è stato sufficiente per risanare la struttura portante delledificio che per lo straordinario ammontare dei lavori (stimati in 10 milioni) e per il carattere privato della proprietà, resta uno dei casi più significativi in cui sperimentare nuove modalità di accordo pubblico-privato.
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