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Francesca De FilippiWritten by: Professione e Formazione

Un Istituto superiore di architettura per il Camerun

Yaoundè (Camerun). A ottobre s’inaugura il primo anno accademico della neonata Ecole supérieure spéciale d’architecture del Camerun (Essaca), con sede nel quartiere Bastos della capitale. L’istituzione di una scuola per la formazione nelle discipline dell’architettura è la risposta lungimirante del paese all’assenza di un’offerta didattica specifica, avendo per contro constatato l’esistenza di un forte interesse da parte delle giovani generazioni verso la professione dell’architetto e valutato la necessità di competenze capaci di contribuire in modo significativo allo sviluppo del territorio. L’investimento del paese nel settore della formazione superiore è una parte consistente delle ragioni della sua crescita, se paragonata ad altri paesi dell’Africa sub sahariana. Infatti, prima dell’istituzione di Essaca, i circa quattrocento giovani camerunensi che in media ogni anno scelgono di studiare architettura dovevano cercare di aggiudicarsi i soli quattro posti che l’Ecole africaine des métiers de l’architecure et urbanisme (Eamau) di Lomè, in Togo, riserva a ciascuno dei dodici paesi membri. Esperienza pilota aperta a tutti i paesi dell’Africa sub sahariana, la nuova scuola è di natura privata ma riconosciuta dallo stato e si avvale del sostegno e della collaborazione di analoghi istituti universitari africani ed europei: l’Ordine nazionale degli architetti del Camerun (Onac), il Consiglio nazionale dell’Ordine degli architetti francese (Cnoa), l’Ecole nationale supérieure d’architecture di Marsiglia, l’Ecole nationale supérieure d’architecture di Saint-Étienne, l’Ecole spéciale d’architecture di Parigi e l’Union internationale des architectes (Uia). Gli studenti, ammessi tramite concorso dopo aver frequentato un ciclo preparatorio di sei mesi, accedono ai corsi secondo lo schema Lmd (licencemaster-doctorat, in tutto 8 anni). Dei sessanta posti disponibili, il 20% è riservato ad appartenenti a fasce sociali di basso reddito, che possono iscriversi grazie a borse di studio. I programmi riservano attenzione particolare ai temi legati al recupero del patrimonio, alla pianificazione urbana, allo studio di materiali locali e di tecnologie appropriate, nonché alle tecniche di risparmio energetico. Entusiasta promotore dell’iniziativa e direttore esecutivo dell’Essaca è Jean Jacques Kotto, ex presidente dell’Ordine degli architetti del Camerun e oggi presidente dell’Unione degli architetti africani (Uaa), convinto sostenitore della necessità di formare architetti africani capaci di accogliere le sfide (globali, non solo locali) che attendono il paese, prima tra tutte il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, che si ottiene anche attraverso la
progettazione di spazi urbani e abitativi dignitosi.

Autore

  • Francesca De Filippi

    Architetta e professore associato, insegna Tecnologia dell’architettura e Advanced environmental technological design al Politecnico di Torino, dove dirige anche il CRD-PVS, Centro di ricerca sui temi dell'habitat nel Global South. Temi centrali di ricerca-azione e didattica riguardano il progetto di architettura in contesti in condizioni al limite e di scarsità. Ha una lunga esperienza di coordinamento di progetti di formazione, ricerca e cooperazione internazionale in Paesi extra –UE (in particolare Africa, Asia, America Latina). Coordina il Master del Politecnico di Torino: “Techs4change. Design for social and technological innovation in Development.” È membro del Consiglio di indirizzo della Fondazione per l’architettura di Torino

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Last modified: 14 Luglio 2015