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Written by: Professione e Formazione

Ron Arad: 120 pezzi per 30 anni di lavoro «senza posa»

londra. Come per un contrapasso dantesco, vietatissimo sedersi sulle decine di poltrone ideate da colui che viene definito l’anticonformista per eccellenza: creazioni di un’anima inquieta senza riposo che, partendo dai ready made, ha traslato la propria creatività fino all’estenuante e certosino lavoro artigiano necessario per realizzare «Thumbprint», seduta composta da un infinito numero di sottili canne metalliche, posizionate una a una.
«Restless» ripercorre con oltre 120 pezzi i trent’anni di lavoro di Ron Arad, sviluppando sui due livelli dell’Art Gallery del Barbican Center un percorso centrato sulla produzione delle sedute, collocate astrattamente nelle otto salette del livello superiore; per poi spostarsi al livello inferiore, dove viene esposta, più addensata, la produzione relativa agli altri oggetti: lampadari, librerie, architetture. Se nel livello superiore Arad illustra il proprio processo creativo attraverso immagini e riflessioni personali visualizzate su enormi schermi Led di ultima generazione, al livello inferiore modelli e video esplorano la relazione tra progetto e processo costruttivo, soprattutto per quanto riguarda l’architettura.
Ogni saletta riconduce a temi specifici della creatività di Arad: dal frugare nella spazzatura, lo scavenging (il riferimento è alla sua prima opera, «The Rover Chair», ready made realizzato recuperando oggetti di scarto), fino al rovesciamento della forma («Bodyguards»), passando attraverso prove di arrotolamento, svuotamento, profilamento, rigonfiamenti, illuminazione, elasticità; senza dimenticare i fallimenti che contraddistinguono un percorso di ricerca («Nino Rota» e «None Rota»), e sottolineando il continuo movimento nell’esplorare temi, materiali, finiture e accostamenti circa la forma della sedia.
Specchio del suo protagonista, la mostra è caratterizzata dall’atteggiamento di estrema curiosità e infinito senso di libertà: le serate del giovedì sono dedicate a incontri con artisti, artigiani, musica, incroci creativi. Così, in perfetto stile Arad, ho interagito con «Lolita», lampadario Swaroski che troneggia al centro del livello inferiore dove, tra cristalli e Led, tradizione e tecnologia si fondono, personalizzando il testo scorrevole («Leggimi prima che svanisca», in italiano), in sintonia con il tema della serata in cui ho visitato la mostra, appunto «Custom made». Giovani artisti che personalizzavano haiku, gioielli, immagini panoramiche londinesi, tra drink e partite a ping pong sul tavolo convesso, paradigma del suo approccio: «cambia le regole in maniera tale che siano conformi alla tua maniera di creare»; il tutto al ritmo delle hit degli anni ottanta. Correte: prima della chiusura, ci sono altri giovedì da sfruttare, e comunque anche alcuni modelli nella sitting area da provare!

Ron Arad: Restless, Barbican Center, fino al 16 maggio. www.barbican.org.uk

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Last modified: 17 Luglio 2015