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Laura CerioloWritten by: Professione e Formazione Progetti

Il Rolex Learning Center dell’Epfl, un «intimo spazio pubblico»

Il Rolex Learning Center dell’Epfl, un «intimo spazio pubblico»

Accessibile e aperto verso la città, l’ultima fatica di Sanaa è un parallelepipedo di 88.000 mq che può ospitare 860 studenti seduti e 100 impiegati

 

Con queste parole Kazuyo Sejima ha definito il nuovo spazio bibliotecario, di cultura e conoscenza, dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (Svizzera). L’’ultima fatica svizzera di Sanaa (dopo un edificio del campus Norvatis nel 2006) ha aperto i battenti a febbraio, ma sarà inaugurata il 26 maggio.

La realizzazione dell’’edificio è stata tanto complessa quanto rapida (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 67, novembre 2008), sorprendente e spettacolare. In primo luogo lo spazio non è dell’’Epfl, ma accessibile a tutti e soprattutto aperto: non ci sono confini apparenti o muri divisori tra le diverse funzioni. Eppure il centro ospita una biblioteca da 500.000 volumi stampati, anche rari e antichi, spazi per il lavoro degli studenti ma anche luoghi di sosta e d’incontro, le sedi di un laboratorio di ricerca e di alcune associazioni, un self service e un ristorante, una libreria arredata ad hoc, uno sportello bancario altrettanto raffinato e un anfiteatro.

Nel RLC si studia e si passeggia come tra le colline che scendono al lago di Ginevra e che guardano le Alpi, come tra i pendii di Losanna. Pavimento e soffitti sono ondulati e corrono paralleli, al cambio in altezza degli spazi corrispondono delle zone acusticamente isolate, di silenzio, mentre dieci «bolle» di vetro ospitano delle celle chiuse per riunioni o lavori di gruppo. Non ci sono limiti neppure tra interno ed esterno, perché un nastro continuo di vetrate, anch’’esse curvate e avvolgenti a seguire l’andatura morbida e flessibile dei contorni, lascia fluire il paesaggio da artificiale a naturale, senza interruzioni e barriere visive. Gli spazi all’’interno sono illuminati da chiostri circolari o patii, piccoli giardini in cui rilassarsi all’aperto. Per pensare liberamente all’’interno, invece, ci sono pouf, tavolini, percorsi liberi da definire e inventare. È un unico spazioso luogo d’incontro della cultura e un paesaggio architettonico, ovunque lo si attraversi, al piano principale ma anche all’’intradosso degli archi, al piano terra, tra i chiostri.

Il volume ha un perimetro rettangolare (166, 5×121,5 m) che si coglie dall’’esterno, osservando le facciate, laddove gli archi si distendono e la curva si raccorda con il segmento di prospetto rettilineo. Ha una superficie di 88.000 mq e 20.000 mq di area calpestabile che può ospitare 860 studenti seduti e oltre 100 impiegati. La geometria descritta è marcata ulteriormente dalle algide cornici di connessione tra le finestrature e la copertura. Questi segni sono l’unico rimando alla severità e al rigore che caratterizzano gli spazi e gli edifici, più o meno recenti, del campus universitario.

L’’Epfl è ora pronto a espandersi ulteriormente e ad accogliere nuove costruzioni, tra cui il futuro centro congressi da 3.000 posti.

Autore

  • Laura Ceriolo

    Insegna all'ULB e al Politecnico di Bruxelles, e all'EPFL di Losanna. Si è laureata in architettura a Venezia (IUAV), poi specializzata all'Ecole normale supérieure di Cachan-Parigi. È dottore di ricerca in Storia delle scienze e delle tecniche costruttive, ha frequentato il master in Ponti dell'ENPC di Parigi, sempre sostenuta da solide fondamenta umanistiche, preziosa eredità della formazione liceale classica. Ha insegnato presso le Università di Architettura di Venezia, Losanna, Mendrisio. Per 10 anni è stata redattrice della rivista svizzera "Archi”, e collabora tra gli altri con “Tracés” e “il Corriere del Ticino”. Ha vinto per due anni consecutivi il Premio giovani ricercatori del Murst. A Venezia ha restaurato - primo esempio al mondo - un ponte in ghisa storico con fibre aramidiche (AFRP). I suoi ambiti di ricerca sono, oltre alla meccanica della frattura dei materiali fragili e il restauro con i materiali compositi, la storia dei materiali, dell'ingegneria e delle tecniche costruttive. Ha compartecipato alla 14. Mostra internazionale di architettura di Venezia con l'evento collaterale: „Gotthard Landscape-the unexpected view“. Ha curato mostre di architettura e strutture a Venezia, Torino e Ginevra. È stata direttrice responsabile della Fondazione Wilmotte di Venezia; perito tecnico d'ufficio del Tribunale civile di Venezia; membro attivo di varie associazioni di ingegneria, per l'arte e la storia dell'ingegneria, è autrice di numerose pubblicazioni. Collabora con la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti

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Last modified: 21 Ottobre 2016