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Benvenuti nello studio di Vico Magistretti

Milano. A quattro anni dalla scomparsa di Vico Magistretti l’omonima Fondazione, presieduta da Susanna Magistretti, apre al pubblico dal 16 marzo il suo studio in via Conservatorio 20, trasformato in luogo dedicato alla conservazione, alla ricerca e alla diffusione del pensiero e dell’opera dell’architetto milanese. Il progetto di allestimento, curato da Paolo Imperatori, collaboratore di Magistretti dal 2002, converte in luogo espositivo parte degli spazi destinati all’attività professionale. A discapito di ambienti limitati, l’allestimento riesce ad articolare un percorso a vocazione museale.
Una rappresentazione stilizzata della mappa di Milano, contrassegnata da alcuni luoghi notevoli disegnati da Magistretti, accoglie il visitatore all’ingresso dello studio-museo. Nella sala principale, pedane libere che si posano leggere a terra ospitano documenti cartacei, audiovisivi e soprattutto esemplari e prototipi dedicati alla presentazione di singoli temi progettuali, che si alterneranno nella programmazione espositiva. Uno schermo interattivo illustra il lavoro di archiviazione e il suo procedere nel tempo, mostrando istantaneamente l’attività della Fondazione nell’ordinamento dei materiali. Fulcro dell’allestimento è una parete attrezzata che funge da diaframma tra lo spazio espositivo e l’esterno, tramite pannelli scorrevoli che modulano l’intensità della luce. L’originalità del diaframma sta nella sua configurazione «reticolare», studiata per assolvere la flessibilità di momenti espositivi diversi attraverso il disegno dei supporti: display in metacrilato trasparente (conformati in modo da mostrare disegni, immagini e testi, o piccoli oggetti) sfruttano la profondità della parete stessa, permettendo di animare il racconto dei documenti esposti. Dispositivi d’illuminazione artificiale sono integrati nei montanti verticali, in modo da occultarne la vista. Elemento unificante e caratterizzante nella comunicazione di questo spazio è il progetto grafico integrale, dal logo all’immagine coordinata, curato da Italo Lupi. La visione d’insieme dell’allestimento evoca accenti, principi e modi del linguaggio progettuale che lo stesso Magistretti ha definito nel corso della sua ricerca.
Le attività della Fondazione e dello studio-museo sono il primo esito di un lavoro di regesto e di lettura critica sia dei materiali originali conservati nello studio, sia delle architetture, coordinato dalla curatrice Simona Romano, coadiuvata dalla conservatrice Margherita Pellino. L’obiettivo è proporre lo studio-museo come riferimento culturale per la conoscenza e la comprensione dell’opera di Magistretti, rivolta agli studiosi ma anche a un pubblico eterogeneo di non esperti. A tale scopo un ambiente specifico è dedicato alla consultazione dei materiali d’archivio e alla visione dei modelli architettonici. La Fondazione è impegnata nella conservazione e nella tutela della paternità dell’opera di Magistretti, così come nella costituzione di una collezione permanente volta a documentare l’intero processo progettuale, dall’ideazione alla produzione, fino alla riedizione. «L’auspicio», conclude Romano, «è che questo luogo, che può contare sull’apporto della Triennale, possa innescare sinergie con la rete di archivi che gravita su Milano, verso un sistema museale dedicato allo studio dell’architettura e del disegno industriale, diffuso sul territorio».

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Last modified: 17 Luglio 2015