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Written by: Professione e Formazione

L’In/Arch compie 50 anni

C’è un «circolo vizioso» da cui nessuno esce più: «non il professionista che, malgrado tutto, deve campare; né lo storico d’architettura, costretto ad apparire non un alleato degli architetti moderni, ma un loro fustigatore; né il costruttore, che sente ogni sua iniziativa giudicata negativamente, quasi l’intento imprenditoriale fosse a priori deplorevole. Non ne esce l’amatore di architettura, obbligato a ripiegare sui romanticismi nostalgici della vecchia Roma, della vecchia Milano, della vecchia Napoli, tagliato fuori da una vera collaborazione con l’attività moderna». Sono parole dette cinquant’anni fa ma che potrebbero essere sottoscritte anche oggi. A pronunciarle fu Bruno Zevi in un discorso – tenuto il 26 ottobre 1959 al Teatro Eliseo di Roma nella giornata conclusiva del 2° convegno di Architettura – che fu l’atto costitutivo dell’Istituto nazionale di Architettura (In/Arch). Una creatura istituzionale, analoga all’Istituto nazionale di urbanistica (Inu), di cui era presidente Adriano Olivetti e segretario lo stesso Zevi, e che s’ispirava a collaudate istituzioni internazionali come l’inglese Riba. Un tavolo di confronto e di lavoro tra due «parti», gli architetti e l’industria edilizia (ma anche altri attori culturali, politici ed economici) che, commentava amaramente Zevi, «sono non solo separati, ma agli antipodi».
Un bilancio dell’attività dell’In/Arch si ritrova in un volume curato da Massimo Locci, attuale segretario dell’Istituto presieduto da Adolfo Guzzini, dal titolo 50 anni di storia dell’Istituto nazionale di Architettura, ricco di interventi, documenti e testimonianze. Al volume si affianca un dvd che contiene la catalogazione delle oltre 5.000 iniziative promosse dall’In/Arch, con le locandine di convegni, concorsi, seminari e dei celebri «Lunedì dell’Architettura», settimanali occasioni d’incontri e scontri, dibattiti e polemiche a cui Zevi, per anni, ha fornito la sua inimitabile impronta. Si può così ripercorrere la storia del dibattito architettonico italiano, mediato da un’istituzione che ha avuto come presidenti personalità di rilievo come Ugo La Malfa, Emilio Battista, Paolo Baratta, Paolo Savona, Domenico De Masi e Aurelio Peccei. E che non è stato soltanto «un circoletto di conferenze», come sottolineava Zevi, ma ha avuto l’ambizione di farsi strumento «operativo» (aggettivo caro alla cultura zeviana) per mettere d’accordo economia e cultura e, soprattutto, per favorire la diffusione dell’architettura moderna in Italia.
Oggi l’In/Arch tenta un rilancio attraverso le sue articolazioni regionali (calabrese, campana, laziale, lombarda, marchigiana, sarda, siciliana e triveneta). Mentre continua, a Roma, la felice tradizione dei «Lunedì dell’Architettura», sono ripresi i Premi In/Arch-Ance, affiancati dal premio Romarchitettura, promosso dalla sezione laziale dall’Acer (Associazione dei costruttori del Lazio) e dall’Ordine degli Architetti di Roma.
Consistente è l’attività di formazione, attraverso master e corsi dedicati. Tra questi, il master in Architettura digitale con i suoi diversi indirizzi, di cui il 23 novembre si sono tenute la presentazione dei lavori finali  e la consegna dei diplomi. Ma anche il master per Progettista di Architetture sostenibili (il 28 novembre è partita la nuova edizione) e uno Screen sul video e la comunicazione di progetto. www.inarch.it, su cui è attivo anche uno Student’s Blog www.inarchblog.it

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Last modified: 17 Luglio 2015