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Manuela MartorelliWritten by: Professione e Formazione

Oma(mmamia), solo le cellule componibili sono ecologiche?

Rotterdam. Il 21 ottobre, con una settimana di ritardo, è stato annunciato lo studio vincitore del concorso nazionale per la nuova sede degli uffici municipali di Rotterdam: Oma di Rem Koolhaas, l’archistar olandese che proprio qualche mese fa ha firmato l’inizio dei lavori per il grattacielo De Rotterdam a Kop van Zuid, sancendo il suo definitivo riavvicinamento alla terra da cui da tempo si era allontanato per «andare a est», come lui stesso ha dichiarato più volte.
Il concorso era arrivato alla seconda fase lo scorso maggio, con cinque studi di architettura, Claus en Kaan, Meyer en Van Schooten, SeArch, Mecanoo e Oma, selezionati su 66 proposte, e ha riscosso molto interesse da parte dei cittadini: tantissimi gli ingressi alle mostre appositamente allestite al Nai e all’info point del Comune.
A polarizzare soprattutto l’attenzione è stato l’ambizioso intento della municipalità di costruire l’edificio più sostenibile della nazione. È proprio per il soddisfacimento di questa ambizione, come ha dichiarato l’assessore per le politiche abitative e urbane Karakus, che il progetto di Oma è stato scelto. Ad aver pesato in modo decisivo è stato il sistema modulare costituito da cellule a elevato isolamento che possono essere aggiunte o sottratte a seconda delle esigenze, oltre all’attenzione dedicata allo spazio pubblico, una sorta di piazza urbana ricavata tra i due corpi in cui l’edificio è articolato.
Ma se re Rem ha conquistato la giuria, il pubblico si era espresso in modo diverso. I cittadini, infatti, chiamati a esprimersi durante le mostre, avevano preferito il progetto di SeArch, che la giuria ha invece giudicato troppo eccentrico rispetto all’adiacente edificio storico Stadstimmerhuis, costruito negli anni cinquanta.
Il progetto di Oma tuttavia, ol tre a essere eco-orientato, rivela una drammatica rassomiglianza con il grattacielo per uffici, abitazioni e hotel «Skyvillage» di Mvrdv che un anno fa ha vinto il concorso bandito dalla municipalità di Copenhagen, conquistando la giuria esattamente con le stesse caratteristiche. Anche i disegni concettuali sembrano usciti da uno scanner. Che il maestro abbia copiato gli allievi?

Autore

  • Manuela Martorelli

    Dopo gli studi in architettura prima al Politecnico di Torino e poi a Rotterdam, ha iniziato un percorso da giornalista freelance con un focus in materia di architettura contemporanea e politiche urbane dei Paesi Bassi collaborando con diverse riveste di architettura e pubblicando con NAi publisher un saggio su OMA e gli anni d’oro dell’architettura olandese. Nel 2010, dopo alcune ricerche indipendenti sulla storia del costume, ha iniziato parallelamente un percorso giornalistico e di creative direction nel mondo della moda prima come corrispondente online per Vogue Italia e in seguito per i-D, Domus, A Shaded View on Fashion. Di recente pubblicazione un testo critico di ricerca sulle influenze dell’arte visiva e delle installazioni di architettura nelle sfilate di moda contemporanea per la rivista indipendente Prestage e due servizi fotografici per L’Officiel Netherlands. È autrice delle recenti guide di architettura e design di Rotterdam per il mensile Living del «Corriere della Sera» e per «Vogue Casa Brasile».

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Last modified: 17 Luglio 2015