Visit Sponsor

Carlo OlmoWritten by: Professione e Formazione

Potrebbe non essere una fucina di disoccupati

I dati che le tabelle ci propongono consentono alcune non marginali osservazioni. La prima, più banale, è la tenuta della domanda che, con un debole incremento sullo scorso anno, conferma un trend ormai decennale.
La seconda è lo sconforto di fronte a un’offerta che si frammenta ulteriormente. Oggi, senza contare le varie succursali, sono 36 le sedi in cui esiste un percorso di laurea in Architettura. Non solo, in 7 di queste c’è anche la doppia offerta, di Architettura e Ingegneria edile-architettura. Sembra che alle dichiarazioni (di universitari e politici) dell’avvio di un processo di razionalizzazione non seguano i fatti. Non solo, le sedi che hanno un numero d’iscritti compreso tra 100 e 150 sono 23 e toccano tutte le regioni d’Italia, salvo pochissime eccezioni.
La terza osservazione è la grande differenza che esiste nelle preiscrizioni tra Architettura e Ingegneria edile-architettura. L’attrattività della prima rimane indiscussa, con punte che segnalano le facoltà «storiche». E questo nonostante la continua apertura, di nuovi corsi in Ingegneria edile-architettura.
La quarta osservazione riguarda le geografie, anch’esse confermate, con il primato, che si accentua, del Politecnico di Milano, anche se il dato va riequilibrato per la presenza del Design. Non solo esiste una scarsa mobilità, ma il fiorire di corsi ormai quasi «di quartiere», mi si scusi l’ironia, non mette minimamente in discussione le scelte degli studenti. I pochi dati che si hanno sulle provenienze, per almeno i due Politecnici di Milano e Torino, per le facoltà di Roma e per Venezia, confermano che si è rimessa in moto anche una mobilità territoriale, sia pur debole, legata soprattutto all’istituzione delle lauree magistrali.
L’ultima osservazione riguarda un dato su cui sarebbe necessaria una riflessione approfondita. Se si distinguono i dati relativi ai corsi di laurea in Architettura e quelli in Ingegneria edile-architettura, il trend di Architettura perderebbe quella tonalità cupa di una fucina di troppi disoccupati e, se confrontati con i dati delle decadi di età dei professionisti in attività, garantirebbe il turn over, passata l’onda dei babyboomers, che non interessa solo Architettura. Primo tassello di un ragionamento molto più complesso che riguarda: la garanzia, che forse troppe realtà stanno sottovalutando, che bisogna offrire agli studenti sulla qualità della didattica (lo impongono i descrittori di Berlino); il processo di pensionamento di docenti, ordinari e associati, e persino di ricercatori (che fa di quest’area una delle più esposte di fronte alle infinite e reiterate lentezze anche solo nel bandire i concorsi); la concorrenza europea, che porta gli studenti a scegliere università straniere, al Nord Europa ma non solo. Processi che contrastano oltre tutto con la centralità della questione urbana su quasi tutti i piani, dall’ambiente al clima, dagli stili di vita alla sostenibilità. Ma questa è un’altra storia, come osserva, melanconico, Amasa Delano chiudendo il Benito Cereno di Herman Melville.

Autore

  • Carlo Olmo

    Nato a Canale (Cuneo) nel 1944, è storico dell'architettura e della città contemporanee. E' stato preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino dal 2000 al 2007, dove ha svolto attività didattica dal 1972. Ha insegnato all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, al Mit di Boston e in altre università straniere. Autore di numerosi saggi e testi, ha curato la pubblicazione del "Dizionario dell'architettura del XX secolo" (Allemandi/Treccani, 1993-2003) e nel 2002 ha fondato «Il Giornale dell'Architettura», che ha diretto fino al 2014. Tra i suoi principali testi: "Le Corbusier e «L’Esprit Nouveau»" (Einaudi, 1975; con R. Gabetti), "La città industriale: protagonisti e scenari" (Einaudi, 1980), "Alle radici dell'architettura contemporanea" (Einaudi, 1989; con R. Gabetti), "Le esposizioni universali" (Allemandi, 1990; con L. Aimone), "La città e le sue storie" (Einaudi, 1995; con B. Lepetit), "Architettura e Novecento" (Donzelli, 2010), "Architettura e storia" (Donzelli, 2013), "La Villa Savoye. Icona, rovina, restauro" (Donzelli, 2016; con S. Caccia), "Città e democrazia" (Donzelli, 2018), "Progetto e racconto" (Donzelli, 2020)

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 40 times, 1 visits today)
Share
Last modified: 17 Luglio 2015