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Written by: Progetti

Che cosa ne facciamo delle colonie liguri?

GENOVA. Il Tar della Liguria, con la sentenza del 16 luglio, ha accolto il ricorso presentato dall’associazione Italia Nostra contro l’alienazione della colonia Fara di Chiavari. Rimane sospesa, quindi, la vicenda di questo manufatto fascista silenziosamente abbandonato da decenni. Nel 2008 il Comune, dopo anni di rimbalzi tra vincoli della Soprintendenza e ricorsi al Tar, era riuscito a venderla per 17 milioni a Centro Arte (una srl d’imprenditori locali). Grattacielo dalle linee aerofuturiste progettato nel 1936 da Camillo Nardi Greco, fu costruito in soli quattro mesi. Il progetto di recupero prevedeva l’installazione di attività commerciali, hotel, servizi pubblici e culturali, residenze e attività sportive, nel rispetto del vincolo volumetrico posto dalla Soprintendenza. Sembrava un’opportunità per evitare il crollo dell’edificio, dato che la più auspicabile gestione pubblica ha dimostrato di non essere in grado di scongiurarlo, per motivi economici o gestionali.
Un primo intoppo si era presentato quando l’acquirente non si era presentato al rogito, sollevando dubbi sulla propria solvibilità. Significativamente, in questo caso gli ambientalisti hanno agito divisi: Legambiente e Italia Nostra con due ricorsi al Tar per difendere questo bene «comunitario e inalienabile», mentre i Vas (Verdi, Ambiente e Società) si sono schierati a favore della vendita. Il responso del Tar non giudica invendibile la Fara, ma cancella il provvedimento del 3 marzo 2008 con cui la direzione regionale del mi nistero dei Beni culturali aveva autorizzato la vendita senza considerare il preventivo «atto di intervento effettuato da Italia Nostra» e senza «aver acquisito il parere della Regione». Mentre l’associazione ambientalista esulta e parla di «sentenza pilota», il Comune di Chiavari, trovandosi privato del fondamentale guadagno, annuncia l’intenzione d’impugnarla di fronte al Consiglio di Stato.
Non sembrano esserci particolari speranze anche per altre colonie liguri, che si scontrano con una carente cultura della tutela proprio tra gli organismi di controllo (vedi box). L’immobilismo della conservazione a volte porta solo all’inevitabile demolizione. Un utile recupero è possibile, ma serve la volontà d’imporre regole chiare, severe e forse anti-economiche. E la lucidità mentale di comprendere che la situazione economica della collettività non concede spazio agli idealismi. Nel frattempo un consiglio: andare a vedere le colonie liguri, finché sono ancora lì.

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Last modified: 18 Luglio 2015