In Finlandia il centro religioso di Kirkkonummi è in condizioni precarie e il restauro costa troppo. La comunità si oppone alla proposta di demolizione, la cultura si confronta
HELSINKI (Finlandia). Quali sono le condizioni per la tutela di un’opera di architettura contemporanea? Come comunicarne il valore e trasmetterne l’eredità? E quale peso ha la voce delle comunità nei confronti della proprietà?
Sappiamo che spesso sono l’interruzione o la conclusione di un ciclo di vita dell’opera, il carattere sperimentale della costruzione e dei suoi materiali, il degrado fisico e il sopraggiungere di carenti condizioni di salubrità a porre proprietà e fruitori di fronte a scelte complesse e certamente onerose. E non basta la volontà delle comunità che la vivono per la definizione del suo futuro.
Una storia unica
“Juha Leiviskä: architecture and values worth preserving” è il titolo molto eloquente di una intensa e molto partecipata giornata di studi seguita da due giorni di visite alle opere di Juha Leiviskä (1936-2023), architetto, accademico di Finlandia, la cui carriera ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti in patria e a livello internazionale.
Promossa dall’Associazione nazionale degli architetti finlandesi SAFA in collaborazione con la Alvar Aalto Gesellschaft, l’iniziativa ha visto tra i protagonisti, oltre agli accademici e agli addetti ai lavori, cittadini e parrocchiani, rappresentanti delle comunità che vivono e usano le opere dell’architetto. Le ragioni di questo evento stanno nel crescente rischio di abbandono, perfino di demolizione, di alcune sue opere. Il Giornale dell’architettura ha già ricordato il valore e il carattere della ricerca di Leiviskä in oltre 50 anni di attività professionale, che si può sintetizzare nella capacità di entrare in contatto con lo spirito del luogo, di privilegiare la scala umana, plasmare lo spazio e dominare l’uso del dettaglio. Le sue opere si offrono all’esperienza di tutti i sensi, sono straordinarie camere di luce e allo stesso tempo luoghi dove il suono ha un ruolo determinante. “La sacralità dello spazio – ha scritto Leiviskä – non è soltanto quella che sperimentiamo nello spazio sacro, ma è quella che cogliamo a contatto con la bellezza”.
Simo Paavilainen ha scritto come l’architettura di Leiviskä “si è mantenuta fin dall’inizio al di fuori delle correnti principali e degli -ismi architettonici. Già i progetti presentati ai concorsi negli anni ’60 indicavano che stava sviluppando un linguaggio formale distintivo, basato su valori e visioni architettoniche personali: un linguaggio che instaurava un dialogo sottile con l’ambiente circostante. Anche la musica ha avuto una grande influenza sull’architettura e sulla personalità di Leiviskä”.
L’originalità di questa architettura ne fa una pagina speciale nella prestigiosa storia del paese di Eliel Saarinen e Alvar Aalto e sono proprio le opere religiose ad aver avuto uno spazio particolarmente importante nella sua ricerca, in una sequenza di successi in concorsi pubblici, dalla chiesa di St Thomas a Oulu (1971-75), a Kirkkonummi (1980-84) e alle celebri Myyrmäki a Helsinki (1984) e Mannistö a Kuopio (1985-1992). Non è dunque in discussione il valore di queste opere né lo sono il legame e l’orgoglio di chi le abita.
Il destino incerto
Due casi recenti a confronto sono emblematici dell’incerto destino di questo patrimonio: mentre si è concluso con risultati eccellenti il restauro della chiesa di Myyrmäki, preoccupa il destino della chiesa e opere parrocchiali di Kirkkonummi, nella provincia di Uusima ad ovest della capitale Helsinki. I due edifici sono coevi ed entrambi soggetti agli effetti del clima estremo della Finlandia sul precoce invecchiamento degli edifici, costringendo ad una programmazione rigorosa di periodiche opere di manutenzione straordinaria degli involucri murari, delle fondazioni e degli impianti tecnologici.
A Kirkkonummi sono stati i primi segni di insorgenza di muffe con conseguente cattiva qualità del clima interno dell’edificio a suggerire di sospendere le attività parrocchiali e a valutare le opere di riparazione, che si sono presto rivelate troppo onerose. La decisione estrema della parrocchia di chiedere il permesso alla demolizione dell’edificio ha trovato un ampio fronte di opposizione, a partire dalla comunità, sostenuta dalle autorità della tutela, da Docomomo Finlandia e dall’Associazione degli architetti.
Proprio Docomomo Finlandia ha chiesto di avviare la procedura di vincolo statale (Act on the protection of the built heritage, 498/2010), ottenendo il parere favorevole dell’autorità nazionale per la tutela del patrimonio (Museovirasto), un parere evidentemente non decisionale, che spetta invece al Centro per lo sviluppo economico, i trasporti e l’ambiente (ELY-keskus). La consapevolezza che l’alto costo delle opere ricadrebbe sulla proprietà o sul Comune ha sconsigliato questa autorità ad apporre il vincolo.
Le ragioni della tutela e il sostegno al diritto della comunità locale di non dover rinunciare al suo patrimonio arrivano con due successivi pareri del Museo della provincia di Uusima occidentale. Il suo contributo è per ora determinante, per aver indicato con una dettagliata analisi il valore dell’opera e con decisione le responsabilità della parrocchia nella conservazione di un patrimonio storico religioso, dal Medioevo all’Ottocento, a cui appartiene anche il centro parrocchiale di Leiviskä, che nella relazione di progetto dichiara: “Il vecchio vicariato, il basso complesso di case della parrocchia e il vecchio centro parrocchiale sono ben inseriti nel pendio e suggeriscono le linee per nuove costruzioni sulla collina”.
Il documento del Museo si conclude con un appello: “Le leggi, i piani regolatori o le autorità preposte alla tutela non possono da sole salvaguardare il patrimonio edilizio se i proprietari non hanno la volontà o le risorse per farlo. Il Museo dell’Uusimaa occidentale auspica che i proprietari di beni del patrimonio architettonico vedano nei loro edifici un valore e un potenziale di utilizzo a lungo termine, piuttosto che solo dei costi, e che desiderino continuare a prendersi cura delle loro proprietà. Gli edifici si possono restaurare anche lentamente, in più fasi — ma si possono demolire una sola volta.”
Queste note indicano quanto sia importante avere uno sguardo ampio e corale sul patrimonio, considerando il valore non del singolo edificio ma del suo contesto urbano e paesaggistico. L’auspicio che possiamo trarne è che le norme e l’azione di tutela possano risultare più efficaci e perfino indicative per future operazioni d’insediamento territoriale se inquadrate in un panorama legislativo unitario.
Immagine di copertina: Juha Leiviskä, il complesso parrocchiale di Kirkkonummi, 2025
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architettura religiosa , Chiese , conservazione , docomomo , finlandia , Juha Leiviskä , restauro
Last modified: 11 Ottobre 2025