*** Un progetto allestitivo a Verona mette in mostra una ricca e intensa sequenza di opere realizzate in materiale lapideo
VERONA. Tredici opere scultoree in marmo abitano dal 23 settembre fino al 12 ottobre le aree esterne del Museo Lapidario Maffeiano di Verona. Un’interazione frutto di un nuovo progetto espositivo, “Axis Mundi“, realizzato da Raffaello Galiotto per la curatela di Alfonso Cariolato che dopo “Artefacta Lapis” (allestita sempre nella città scaligera lo scorso autunno) ritorna in concomitanza di Marmomac (23-26 settembre 2025) e nell’ambito degli eventi collaterali della ventesima edizione di ArtVerona (10-12 ottobre).
La disposizione delle opere si inserisce nei quattro spazi verdi del museo rimarcandone il piano assiale, come puntualizza lo stesso curatore “ma anche svigorendolo a tratti o complicandolo per permettere all’immaginazione del fruitore di avventurarsi in nuovi equilibri e corrispondenze”.
Le creazioni di Galiotto, in un contesto popolato da una variegata collezione epigrafica, frammenti sepolcrali, urne cinerarie, basamenti di colonne e pietre miliari, si presentano come corpi biomorfi risaliti in superficie dagli abissi (“Proto I, II, III”, 2022), evocando dettagli anatomici (“Virgo”, 2025), manufatti o creature primordiali, a volte mutuate dal mondo vegetale (come “Cynara”, 2023), frutto di un attento controllo del processo esecutivo che unisce atto creativo e tecnologia.
“L’ispirazione – precisa Galiotto – non deriva tanto da determinate specie animali o vegetali quanto dai criteri di crescita di questi esseri. Io ricerco le logiche geometriche, fisiche che stanno all’origine delle forme di queste creature. Ad esempio la simmetria assiale o radiale, la ripetizione di elementi come nel caso di un tessuto organico. Pattern che si creano e deformano lungo un asse rastremandosi come foglie. Mi interessano queste logiche e le variazioni che stanno alla base del processo di crescita. Credo che questo sia il motivo per cui spesso vengono percepite come opere dal tempo indefinito, a cavallo tra preistorico (i riferimenti strutturali alludono a scheletri o esoscheletri) e il futuro, in un rapporto ambiguo e per me interessante tra naturale e artificiale. Il disegno avviene mediante l’utilizzo di un software e la realizzazione è affidata a macchine a controllo numerico che eseguono mediante un utensile il percorso programmato come l’estensione della mano dello scultore dando vita a inedite forme e superfici. Molto è vincolato alla modalità di esecuzione e soprattutto alla capacità di gestione delle caratteristiche e potenzialità della macchina”.
La scelta del materiale lapideo spazia dal marmo palissandro reale e oniciato al green lime, dal grand antique al verde saint denis e segue le caratteristiche tecniche di ciascun materiale. “Poi – prosegue Galiotto – subentrano anche il colore, la tessitura. Cerco sempre di creare una relazione tra forma e materia anche se spesso la pietra naturale nella sua ineffabile variabilità offre sorprese inattese partecipando a suo modo alla creazione dell’opera. Materiali venati ad esempio si prestano meglio a forme meno complesse, più lineari; altri ancora, più compatti e uniformi, si prestano invece a superfici più lavorate, ricche di dettagli e chiaroscuri in cui agisce maggiormente un effetto di luce e ombra”.
“Da una certa distanza – aggiunge ancora Cariolato – vagando nel giardino costellato da antiche vestigia greche, etrusche e romane, l’impressione che danno queste opere è quella, che va ancora più in là nel tempo, di una teoria di betili a formare una via sacra o un recinto megalitico (…) ma è solo una suggestione. Il senso dell’esposizione di sculture contemporanee in un luogo così connotato non è quello di alludere a qualche affinità tra presente e passato, per quanto innegabile, quanto piuttosto di provocare una reciproca espropriazione che falsifichi gli ambiti e contamini le rigide sfere di appartenenza”.
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Immagine di copertina: Raffaello Galiotto Axis Mundi, exhibition view
“Axis Mundi“
23 settembre – 12 ottobre 2025
Museo Lapidario Maffeiano, Piazza Bra 28, Verona
A cura di: Alfonso Cariolato
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ArtVerona , marmo , Marmomac 2025 , mostre , Raffaello Galiotto
Last modified: 23 Settembre 2025