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Written by: Forum Patrimonio

Sotto le stelle in Piazza Grande. Locarno e lo storico schermo dismesso

Sotto le stelle in Piazza Grande. Locarno e lo storico schermo dismesso
Polemiche al Festival cinematografico, una campagna per difendere la struttura di Livio Vacchini. Uno dei promotori illustra le ragioni

 

LOCARNO (Svizzera). Per l’edizione di quest’anno del Locarno Film Festival, appena conclusa, la Direzione ha deciso di pensionare il celebre schermo di Piazza Grande ideato nel 1971 dall’architetto locarnese Livio Vacchini. 

 

Mezzo secolo di storia

All’inizio degli anni ’70, con il Festival in crisi, Vacchini (con Paolo Moro) progettò un allestimento innovativo e potente: uno schermo gigante di 22 x 10 metri, una quinta scenica che chiude la Piazza verso il lago. Lo schermo fu concepito come un traliccio di tubolari metallici, facilmente smontabili, che sul retro diventava un grande supporto pubblicitario; due scocche prefabbricate per piscine sovrapposte divennero la cabina di proiezione, sospesa anch’essa su un traliccio metallico. 

Le facciate di Piazza Grande divennero le pareti di una sorprendente sala cinematografica, e la volta celeste il suo soffitto; l’acciottolato il parterre capace di ospitare migliaia di sedie posate liberamente. Vacchini fu capace con un’architettura effimera di tipo industriale di trasformare lo spazio di una piazza in un evento urbano culturale accessibile a tutti. 

 

Scenografie urbane

Il progetto dello schermo si inseriva perfettamente nel clima della ricerca architettonica europea degli anni ’60, che si interrogava sull’uso dello spazio pubblico e sul ruolo dell’architettura all’interno delle città storiche. Basti pensare che contemporaneamente alla realizzazione dello schermo per il Festival 1971 venne annunciato l’esito per il concorso del centro Pompidou di Parigi, vinto da Renzo Piano, Richard Rogers e Gianfranco Franchini con un progetto le cui facciate sono costituite da enormi tralicci da usare come grandi schermi a scala urbana.

Il Locarno Film Festival da allora è stato capace di affermarsi e di distinguersi per il suo valore culturale, ma anche per come ha sempre saputo inserirsi armonicamente nel contesto urbano di Locarno, grazie a strutture provvisorie di grande qualità, al contrario di altri eventi e manifestazioni di richiamo che rispondono più a logiche commerciali che a promuovere la crescita culturale della regione. 

Infatti, oltre allo schermo e alla cabina di proiezioni di Livio Vacchini il Festival ha anche avuto l’intuito di far progettare da un altro protagonista locarnese dell’architettura, Michele Arnaboldi, il padiglione a pianta ellittica alla magnolia e quello più recente dell’entrata sul retro dello schermo. Queste strutture provvisorie, divenute simbolo dell’estate locarnese, dialogano in modo preciso e al tempo stesso equilibrato con la città storica, e hanno permesso da decenni lo sviluppo culturale e turistico del locarnese.

Don’t touch the screen

La decisione della Direzione del Festival di rinunciare allo schermo di Vacchini è stata dettata dalla necessità di contenere i costi e i tempi di montaggio e di allestimento dello schermo, considerati non più sostenibili. In realtà i tempi di montaggio della struttura alternativa (dei semplici ponteggi di facciata affiancati, sui quali è stato montato lo schermo precedente) si sono rivelati più lunghi, e quanto ai costi riteniamo che un risparmio stimato in meno del 1% del budget della manifestazione non giustifichi assolutamente l’inopinata scelta della Direzione.

Con un gruppo di amici, colleghi e operatori del mondo del cinema, abbiamo quindi avviato un dibattito pubblico e lanciato una petizione online (che in poco più di un mese ha raccolto quasi 10.000 firme), con la quale si chiede alla Direzione e alle autorità di tornare sui propri passi, e di riproporre dal 2026 la struttura originale, che è ancora in perfetto stato. 

Va sottolineato il fatto che nel corso degli anni la struttura progettata da Vacchini è stata completata e trasformata in un preciso ecosistema che ha permesso di raggiungere un elevato livello qualitativo dal punto di vista della tecnica audio e video, grazie al lavoro di Patricia Boillat e Elena Gugliuzza, che collaborando per decenni con il Festival e con Vacchini hanno affinato sempre più le proiezioni in Piazza Grande, un unicum a livello internazionale. Molti nomi importanti dell’architettura e della cinematografia hanno sottoscritto come primi 50 firmatari la petizione.

Nelle prossime settimane sarà consegnata ufficialmente la petizione: la discussione con la Direzione del Festival è avviata. Continueremo a batterci per riavere in Piazza Grande a Locarno le strutture iconiche progettate da Vacchini e Arnaboldi.

Immagine di copertina: Piazza Grande, Edizione 2024 Festival di Locarno (© Locarno Film Festival / Ti-Press)

Autore

  • Michele Bardelli

    Michele Bardelli nasce a Locarno nel 1961 e si diploma nel 1985 alla Scuola di Architettura dell'Università di Ginevra (EAUG), sotto la guida del Prof. Tita Carloni. A Locarno è co-titolare dello studio Bardelli Architetti associati, specializzato nel restauro di edifici tutelati come beni culturali che hanno segnato la storia dell'architettura del Novecento in Canton Ticino.

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Last modified: 26 Agosto 2025