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Riccardo ChiaroWritten by: Città e Territorio

Osaka, strani sogni per il post-Expo

Osaka, strani sogni per il post-Expo
Casinò, poli per l’innovazione, progetti di rilancio e molte contraddizioni per le isole artificiali che stanno ospitando l’Esposizione internazionale

 

OSAKA (GIAPPONE). Yumeshima, Maishima e Sakishima, le tre isole artificiali nella baia, sono state costruite negli anni ottanta per rispondere all’espansione demografica legata al boom economico e hanno conosciuto sviluppi molto diversi tra loro.

Mentre Maishima e Sakishima sono diventate centri amministrativi e ospitano impianti di trattamento rifiuti, Yumeshima, con i suoi 390 ettari, è rimasta per decenni ampiamente inutilizzata. Solo di recente, con l’Expo e un ambizioso progetto di rilancio economico, ne è stato riscoperto il potenziale strategico.

Accompagnato da massicci investimenti infrastrutturali – tra cui la nuova stazione metro Yumeshima, attiva dal 19 gennaio 2025, e potenziamenti ferroviari e autostradali – la visione post-Expo si presenta solida e ambiziosa, ma non priva di contraddizioni.

 

Arriva l’Integrated Resort: polo globale per turismo e business

Nel 2016, il parlamento giapponese approva una legge storica, fortemente sostenuta dall’allora premier Shinzo Abe, che legalizza i casinò e apre così la strada alla costruzione dei “resort integrati” (IR): complessi multifunzionali con casinò, hotel, teatri, centri commerciali e spazi congressuali.

Sulla scia di questa riforma nasce il primo Integrated Resort del Giappone, previsto sull’isola artificiale di Yumeshima. Il progetto, dal valore di circa 9 miliardi di dollari, è sviluppato da un consorzio guidato dall’azienda statunitense MGM Resorts insieme al gruppo giapponese di servizi finanziari Orix, con apertura prevista per l’autunno 2030. Nonostante le limitazioni legate all’Expo, i lavori sono ufficialmente iniziati ad aprile.

Il complesso includerà 2.500 camere distribuite in tre hotel, un grande casinò, un centro congressi con oltre 30.000 mq di spazi espositivi e un teatro da 3.500 posti. Non mancheranno aree commerciali e spazi dedicati alla ristorazione. L’obiettivo è attrarre tra i 20 e i 24 milioni di visitatori all’anno, generare circa 4 miliardi di dollari di spesa annua e creare circa 150.000 posti di lavoro.

Yumeshima si appresta così a diventare un nuovo polo urbano, industriale e turistico. Accanto al nuovo resort sorgeranno anche un grattacielo di 55 piani, aree residenziali e torri direzionali. Parallelamente, sono previsti interventi di riqualificazione nell’area di Umekita (zona nord) e il potenziamento del collegamento con l’aeroporto tramite la Naniwasuji Line, previsto entro il 2030. Il maestoso Grand Ring in legno (circa 60.000 mq) sarà in parte conservato (10%) come monumento permanente.

Al centro di questa visione, la creazione di un potente hub MICE (Meeting, Incentive, Conference, Exhibition), capace di attrarre eventi internazionali, conferenze e fiere. L’obiettivo è trasformare Yumeshima in un nuovo motore d’innovazione e in un terreno fertile per startup tecnologiche, replicando, e superando, l’effetto Expo 1970 che proiettò Osaka sulla scena globale.

 

Yumeshima, crescita accelerata e nuove contraddizioni

L’effetto Expo ha già spinto in alto i valori immobiliari e la domanda di terreni. Sebbene dopo la chiusura di Expo sia atteso un rallentamento, l’avvio dell’IR e la conservazione dell’eredità infrastrutturale potrebbero contenere una caduta dei prezzi, mantenendo la zona attrattiva grazie al porto crociere, al terminal ferroviario e alla nuova linea metropolitana.

Non mancano, però, le contestazioni. Diversi gruppi cittadini esprimono preoccupazione per gli impatti sociali legati al gioco d’azzardo, chiedendo maggiori misure di tutela e temendo un aumento delle disuguaglianze.  L’attenzione si concentra anche sulla sostenibilità ambientale e sul rischio sismico, considerati i limiti strutturali di un’isola artificiale.

 

Osaka, utopia e memoria

Il contrasto tra la rinascita di Yumeshima e le zone rimaste ai margini racconta di una Osaka divisa. A sud della città, il quartiere di Kamagasaki, un tempo “il dormitorio degli operai che costruirono i padiglioni della prima esposizione universale di Osaka nel 1970”, scrive Guillaume Loiret su “Le Monde”, è ancora oggi segnato da miseria e marginalità. A oltre cinquant’anni di distanza, “in questo rettangolo di duecento ettari dai contorni sfumati, la povertà, che nel resto dell’arcipelago si percepisce a malapena, è ancora evidente”.

Nonostante le promesse di rigenerazione, Kamagasaki non ha mai beneficiato né delle ondate di modernizzazione né dei riflettori internazionali, rimanendo ai margini delle grandi narrazioni di crescita. Come scrive Bernardo Secchi in La città dei ricchi e la città dei poveri (2013), lo spazio urbano “non è infinitamente malleabile, non è infinitamente disponibile ai cambiamenti dell’economia e della politica. Non solo perché vi frappone la resistenza della propria inerzia, ma anche perché in qualche misura costruisce la traiettoria lungo la quale questi stessi cambiamenti possono avvenire”.

Le disuguaglianze sociali, i limiti ambientali e la questione dell’accessibilità non possono essere superati unicamente con nuove infrastrutture o strategie di marketing urbano. Occorre un modello di sviluppo più inclusivo, capace di riconoscere e accogliere le contraddizioni storiche e le fragilità sociali.

PS. In giapponese, la parola Yumeshima (夢洲) significa letteralmente “isola dei sogni”, un nome che, di fronte alle realtà complesse di Osaka, invita a riflettere.

 

Immagine di copertina: MGM Osaka, un resort integrato con casinò (© MGM Resorts International)

 

 

Autore

  • Riccardo Chiaro

    Architetto, si è laureato nel 2020 presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, dopo un periodo di studi a Lisbona, in Portogallo. Nel 2021 ha ricevuto il Premio Gubbio - Sezione universitaria, per la migliore tesi magistrale dedicata al recupero dei centri storico-artistici. Ha maturato un’esperienza internazionale di cinque anni, lavorando tra Parigi e Tokyo presso lo studio Kengo Kuma & Associates.  

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Last modified: 9 Luglio 2025