I nuovi Magazzini del Museo Archeologico Nazionale inaugurano la stagione espositiva: in autunno spazio ai bronzi di San Casciano
AQUILEIA (UDINE). I volti lapidei degli antichi cittadini di Aquileia, riprodotti su piccoli dischi in piombo, rimandano alla tradizione degli oscilla e al mondo dionisiaco ad essi correlato. Sorretti da fili invisibili, fluttuano come mossi da un impercettibile spiffero d’aria. È l’installazione site specific di Barbara Pelizzon che fino al 7 settembre, insieme ad altre 13 opere, anima i nuovi depositi del Museo Archeologico Nazionale (MAN) di Aquileia.
Conservare e mostrare
Si tratta della prima mostra ad abitare questi spazi (“Fuori Posto” per la curatela di Daniele Capra), inaugurati solo nel novembre scorso ma destinati a travalicare la mera funzione conservativa. L’innesto contemporaneo riassembla elementi di risulta: lana, tessuti, gomma, piombo e ceramiche, in una contrapposizione tra materiali caldi e freddi. Installazioni che introducono i nuovi ambienti e ne seguono la successione come presenze discrete.
Realizzati negli anni cinquanta come addizione della galleria porticata del Museo, i magazzini erano stati sin da allora concepiti per essere accessibili ma ad un pubblico di soli studiosi. Il restauro architettonico e l’adeguamento impiantistico (Gnosis Progetti, Napoli) unitamente al nuovo allestimento (Studio mod.Land, Romas d’Isonzo, Gorizia) per un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro di fondi ministeriali li hanno trasformati in uno spazio multifuzionale aperto ai visitatori, nel solco di quel nuovo approccio museologico evidenziato dalla recente apertura del Victoria & Albert East Storehouse di Londra e da numerosi altri interventi recenti e in progetto, ma soprattutto fruibile come nuovo sito espositivo temporaneo.
Perché dopo questa prima incursione i depositi del MAN accoglieranno già da fine ottobre, come ci anticipa la direttrice Marta Novello, un’altra mostra dedicata ad un eccezionale ritrovamento: quello dei bronzi di San Casciano che qui faranno tappa dopo Roma, Napoli, Reggio Calabria.
Reperti archeologici e atmosfere rarefatte
All’interno la sequenza allestitiva è scandita da sei sale in successione. A creare un’atmosfera quasi rarefatta è il bianco che domina pareti e supporti: 500 mq in tutto per oltre 5.000 reperti perlopiù lapidei. Cippi, stele, urne, lastre e sarcofagi sistemati su più livelli di gradoni accolgono all’entrata con il loro corredo epigrafico.
Un QR code permette d’interrogare quelli a portata di visitatore mentre la fuga prospettica naturalmente conduce già al secondo ambiente. Seguono gli altari e le are votive; sculture a tutto tondo di busti, ritratti (non senza lacerti di cromia), sistemati in un allestimento che qui segue la circolarità della sala con nicchie a diversa altezza; elementi architettonici e decorativi; reperti in pietra, piombo (come fistule e altre condotte idriche), vetro e metallo, i mosaici provenienti dall’area delle Grandi Terme che, sistemati su pannelli scorrevoli, celano altre scaffalature, l’eterogeneo corredo di manufatti custoditi in cassettiere estraibili che svelano lucerne, amuleti, fibule, specchi, balsamari color lapislazzulo.
A chiudere il percorso è l’aula didattica dove si concentrano elementi decorativi da aree sepolcrali, spazi pubblici e domestici: perlopiù animali e creature fantastiche come chimere e leoni, in grado di stimolare la fantasia dei più piccoli.
Nonostante la concentrazione di questo ingente patrimonio la percezione è comunque quella di un’atmosfera quasi sacrale. Volutamente il disegno allestitivo concentra tutti i supporti in acciaio zincato e verniciato di bianco lungo il perimetro delle pareti per lasciare gli spazi fruibili in diverse modalità. Le stesse soluzioni illuminotecniche sono state pensate per regolare l’intensità in maniera che, in caso di esposizioni temporanee, la luce si concentri su quest’ultime lasciando in secondo piano i reperti.
Così l’esplorazione dei depositi già assurta al livello della stessa esperienza museale, si fa anche dinamico spazio propositivo abitato da nuove presenze. Le successive tappe di questo percorso in divenire del Museo aquileiese vedranno il restauro e riallestimento della sezione navale, con un’imbarcazione rinvenuta in una villa nei pressi di Monfalcone e la riqualificazione delle gallerie lapidarie.
Immagine di copertina: Barbara Pelizzon, Fuori Posto, vista dell’installazione, Museo Archeologico Nazionale, Aquileia (@ Nico Covre)
“FUORI POSTO”
a cura di Daniele Capra
14 giugno – 7 settembre 2025
Museo Archeologico Nazionale, Via Roma 1, Aquileia
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Aquileia , archeologia , Magazzini , Man , mostre
Last modified: 25 Giugno 2025