Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sulle potenziali strategie, tra legacy e rigenerazione, dell’evento sportivo previsto per il 2027
NAPOLI. La Coppa America (ne abbiamo scritto al momento dell’annuncio della sede, ndr) rappresenta uno dei più significativi eventi internazionali che Napoli abbia mai avuto l’opportunità e la responsabilità di ospitare. Non si tratta semplicemente di una manifestazione sportiva di rilievo mondiale, ma di un’occasione straordinaria per valorizzare l’identità profonda della città, la sua singolare morfologia costiera, il paesaggio urbano di una linea di costa che intreccia storia, cultura e natura, restituendo un’immagine potente e autentica della capitale del Mezzogiorno.
Questo evento, con la sua capacità attrattiva e mediatica, offre alla città un’occasione imperdibile per rigenerarsi, per riflettere su sé stessa e proiettarsi verso una visione rinnovata di metropoli mediterranea. Una città che non solo recupera le sue radici nella tradizione marinara e nella sapienza della navigazione, ma che sa attualizzarle all’interno di una strategia di sviluppo sostenibile, capace di integrare risorse materiali e immateriali, tecnologie, competenze, visione e partecipazione.
L’eredità della Coppa America non può e non deve esaurirsi nell’evento sportivo: va immaginata come leva per un processo di trasformazione strutturale e duratura, che coinvolga i tessuti urbani, le infrastrutture, i servizi, ma anche la dimensione sociale, culturale ed economica della città. Per questo motivo, è indispensabile sin da subito contrastare ogni tentazione speculativa o distorsione gentrificatrice. L’obiettivo non può essere quello di una vetrina temporanea, ma quello di una città più inclusiva, vivibile, aperta.
L’Amministrazione comunale è chiamata a dare prova di visione, di progettualità e di coerenza. Occorre garantire regole chiare, trasparenza amministrativa, capacità di gestione e, soprattutto, qualità progettuale. È fondamentale che ogni intervento sia pensato all’interno di una cornice strategica più ampia, che eviti l’approccio emergenziale e frammentato per abbracciare una logica incrementale e sistemica. Ogni nuova infrastruttura, attrezzatura o opera pubblica deve essere concepita come tassello di una visione urbana coerente, progressiva, orientata alla trasformazione della Napoli del futuro. In questo quadro, la Coppa America va intesa come catalizzatore di un processo di rigenerazione urbana che investa soprattutto la linea di costa, che è una delle principali risorse paesaggistiche, ambientali e identitarie della città. Intervenire sulla costa significa rammendare il rapporto tra il centro e le periferie litoranee, restituire continuità agli spazi pubblici, promuovere nuove funzioni urbane legate alla cultura del mare, alla sostenibilità, alla mobilità dolce e all’economia blu.
È necessario che le istituzioni pubbliche, a tutti i livelli – locale, regionale, nazionale ed europeo – riconoscano nella Coppa America un’opportunità sistemica e decidano di investirvi risorse adeguate. Il concetto chiave, dunque, è quello di legacy, inteso non come retorica celebrativa dell’evento, ma come costruzione concreta di un’eredità urbana, sociale e culturale. Progettare guardando al futuro significa realizzare opere e iniziative che, pur nascendo in funzione dell’appuntamento del 2027, siano pensate per restare, per essere utili e vitali anche dopo. Una rigenerazione che riguardi non solo lo spazio fisico, ma anche le relazioni sociali, le economie locali, le competenze diffuse, la qualità della vita.
In questo senso, rigenerazione e legacy diventano i due assi portanti di una strategia urbana che vuole utilizzare la Coppa America come strumento – e non come fine – per costruire una nuova Napoli: più resiliente, più equa, più consapevole delle proprie potenzialità. Un’occasione per rilanciare il ruolo del progetto urbano come espressione di una visione collettiva e come strumento operativo per guidare le trasformazioni.
La Coppa America può e deve diventare un laboratorio nazionale per ripensare il rapporto tra eventi, territori e politiche urbane, mettendo al centro il progetto, inteso non solo come pratica tecnica, ma come azione politica e culturale.
Una sfida che richiede capacità di visione, ma anche razionalità valutativa, governance multilivello e coinvolgimento attivo dei cittadini. Solo così questo grande evento potrà lasciare un segno positivo e duraturo, contribuendo a ridisegnare il volto di Napoli in chiave contemporanea, mediterranea e globale.
Immagine copertina: vista aerea del Golfo di Napoli (© Carmen Hidalgo, courtesy America’s Cup)
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america’s cup , lettere al Giornale , napoli , rigenerazione
Last modified: 27 Maggio 2025