Una mostra, curata da Pippo Ciorra, per riflettere sul presente. Tra arte e architettura, il primo evento della presidenza Bruni
ROMA. È a partire dalle riflessioni di Leon Battista Alberti sulla centralità del disegno nel processo progettuale che si sviluppa la ricca mostra “STOP DRAWING. Architettura oltre il disegno”, visitabile al Maxxi di Roma fino al 21 settembre.
Bussola per un periodo incerto
L’esposizione, ideata e curata da Pippo Ciorra all’interno del Dipartimento di Architettura e Design del Maxxi diretto da Lorenza Baroncelli, indaga le trasformazioni che negli ultimi decenni hanno riguardato la matrice fondativa dell’architettura, quella, per l’appunto, della rappresentazione grafica del progetto e, conseguentemente, della sua comunicazione.
La mostra accende così i riflettori sugli aspetti essenziali della disciplina, in un periodo storico segnato dall’incertezza sul futuro dell’architettura (e non solo) e in cui le problematiche ambientali si intrecciano, nel bene e nel male, con le nuove frontiere delle tecnologie digitali e delle intelligenze artificiali generative.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni tematiche – digitale, attivista e artistico – che illustrano le diverse declinazioni della pratica del disegno di architettura dagli ultimi decenni del XX secolo fino ad oggi, esplorando come queste tre prospettive abbiano progressivamente ridefinito il rapporto tra architettura e rappresentazione mettendo in discussione il concetto albertiano del disegno e ridimensionandone il non più inscalfibile ruolo.
La prima parte, dedicata al disegno in forma digitale, indaga il tema della simulazione spaziale e descrive come l’introduzione di nuovi strumenti e dispositivi digitali abbia stimolato nuovi immaginari e mondi figurativi già a partire dalla fine degli anni Settanta attraverso esperienze anticipatrici come, ad esempio, quella di Cedric Price & John Frazer con il “Generator Project” (1978 – 1980). Il racconto si estende poi al dibattito sull’architettura parametrica dei primi anni Duemila fino alle realtà virtuali sviluppate negli ultimi anni, fruibili grazie all’installazione di Lucia Tahan A “Room with a View” del 2025, una piccola wunderkammer priva di oggetti fisici in cui ammirare uno splendido cielo virtuale.
Il percorso espositivo continua con la sezione dedicata all’attivismo, in cui vengono narrati i due approcci principali tra gli architetti che si dedicano all’azione come antidoto alle criticità del presente, superando così il ruolo tradizionale della rappresentazione grafica e tecnica: se da una parte si registrano riflessioni di singoli che trovano forma in progetti editoriali, come The Funambolist Magazine di Léopold Lambert, dall’altra emerge la tendenza a riunirsi in collettivi che sfidano i canoni progettuali tradizionali, come nel caso del gruppo romano orizzontale o dei berlinesi raumlabor.
Un arcipelago di autori noti
La terza parte, infine, mette in mostra le diverse forme di ibridazione tra arte e architettura, evidenziando come i processi di mimesi artistica abbiano generato nuove forme di espressione e rappresentazione: partendo dall’assunto “Tutto è architettura” di Hans Hollein del 1967, la mostra espone diversi materiali, dal leggendario plastico di Frank Ghery della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, ai collage di Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, dalle esplorazioni di Olafur Eliasson con i “Wind Writings” (2023) alle sperimentazioni “termiche” di Philppe Rahm fino alle architetture tessili di Matilde Cassani per Manifesta 12.
L’allestimento, ideato da studio DEMOGO e concepito come un arcipelago di episodi in un grande spazio continuo, è progettato in modo che queste tre sezioni siano collocate su altrettanti spazi terrazzati dell’ampia Galleria 3 del Museo; le tre sale sono collegate tra loro da un’estesa rampa, lungo la quale è stata allestita una suggestiva quadreria di disegni d’autore provenienti dalla Collezione MAXXI, tra i quali Carlo Scarpa, Aldo Rossi, Giancarlo De Carlo, Alessandro Anselmi, raccontando come, nella seconda metà del Novecento, il disegno abbia costituito per molti di questi architetti una vera e propria forma di linguaggio culturale ed espressione ideologica.
Conclude il percorso, nella piccola galleria sospesa adiacente, in uno spazio fisicamente separato dal resto dell’esposizione, la sezione dedicata al ritorno al disegno, in cui i lavori come quelli di Atelier Bow-Wow, Jorinde Voigt, CAMPO e Giuseppina Grasso Cannizzo, mostrano un’ostinata difesa della tradizione tecnica ed espressiva del disegno a fronte dell’inarrestabile sviluppo delle tecnologie parametriche e generative.
“Stop Drawing. Architettura oltre il disegno”
18 aprile – 21 settembre 2025
Maxxi, Galleria 3, Roma
A cura di: Pippo Ciorra
www.maxxi.art/events/stop-drawing
Scorre l’acqua nella Galleria 2
Lo sguardo critico sulla contemporaneità si riflette anche nella suggestiva mostra “Something in the Water”, curata da Oscar Tuazon ed Elena Motisi come curatore associato per il dipartimento di Arte del MAXXI e inaugurata contestualmente a STOP Drawing. L’artista americano, la cui pratica artistica si muove tra scultura, architettura, attivismo, concepisce la mostra come un nuovo capitolo della sua ricerca artistica Water School, che indaga i meccanismi di potere che regolano l’accesso alle risorse primarie, come, per l’appunto, l’acqua. Nello spazio fluido concepito da Zaha Hadid le architetture sperimentali di Tuazon (tra cui l’evocativo “Ocean Pavillon”, un’installazione site-specific ideata per la mostra) dialogano con le opere di altri artisti quali Saif Azzuz, Torkwase Dyson, Ugo Rondinone e molti altri, comprese le splendide tele del progetto mai realizzato “Over the River” (1994 – 2007) per il fiume l’Arkansas di Christo e Jeanne Claude.
L’acqua, come fattore determinante della vita dell’uomo ma anche come elemento impossibile da maneggiare e plasmare, è al tempo stesso un mezzo per congiungere esperienze artistiche lontane tra loro nello spazio e nel tempo e che si occupano di temi diversi, tra cui l’attivismo, l’appropriazione indebita delle risorse, il recupero delle pratiche indigene ma anche il fascino del paesaggio e la precarietà della vita.
Immagine copertina: Installazione Stop Drowing, Roma (© Vincenzo Labellarte courtesy Fondazione MAXXI)
“Something in the Water”
18 aprile – 17 agosto 2025
Maxxi, Galleria 2, Sala Gian Ferrari, Roma
A cura di: Oscar Tuazon, curatore associato Elena Motisi
www.maxxi.art/en/events/something-in-the-water
L’evento di apertura di queste due mostre collettive ha rappresentato la prima inaugurazione sotto la nuova direzione della Fondazione MAXXI, con Emanuela Bruni come presidente e Paola Macchi come segretario generale dell’istituzione culturale romana. La nuova presidente – che aveva già avuto la reggenza dopo la nomina di Alessandro Giuli a ministro – ha sottolineato il ruolo del MAXXI “come centro di innovazione culturale e creativa” e l’obiettivo – attraverso la sua programmazione – di contribuire “a consolidare ulteriormente la sua visibilità e influenza, in Italia e all’estero. In sinergia con il team del Museo, lavoreremo per promuovere la ricerca, l’inclusività e la sperimentazione, valori che da sempre contraddistinguono il nostro museo”.
About Author
Tag
acqua , disegno , fondazione MAXXI , MAXXI , mostre , roma
Last modified: 29 Aprile 2025