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Margherita ToffolonWritten by: Reviews

Dolcini, il legno, la ex chiesa: un’assorta meditazione

Dolcini, il legno, la ex chiesa: un’assorta meditazione
Le opere in mostra alla Galleria Volumnia di Piacenza esplorano il tempo nel design attraverso sculture lignee e tecniche artigianali

PIACENZA. All’interno dell’atmosfera rarefatta della chiesa di Sant’Agostino a Piacenza, le opere di David Dolcini ci riportano al tempo della meditazione, così fondamentale per capire la pratica del design.

 

Le forme del tempo

Nel suggestivo luogo della mostra, la Galleria Volumnia di Piacenza, a prevalere è la visione d’insieme del grande spazio cinquecentesco della chiesa sconsacrata di Sant’Agostino. Ma sono, con un salto di scala, Le forme del tempo di David Dolcini a indurre alla meditazione.

Opere scultoree dalle dimensioni contenute che, sotto la luce naturale proveniente dalla cupola del transetto, evidenziano la diversità di essenze e di particolari costruttivi con cui sono realizzate, tanto da farne un unicum. Timemade (fatta dal tempo) è la pratica di ricerca su forme e archetipi che il designer piacentino ha plasmato negli anni a partire dalla formazione nella falegnameria di famiglia e che è già stata rivelata in altre mostre e collaborazioni istituzionali.

Gli innesti, le sovrapposizioni, i tralci, i conversi sono le famiglie di oggetti su cui si snoda il percorso espositivo, rivelatore del tempo del design che, per Dolcini, è palestra di sviluppo dell’abilità delle mani ma soprattutto del pensiero. Appare evidente come i pezzi esposti, alcuni in edizioni limitate come le sedute Spina e gli specchi Supino, sono modellati e scolpiti da un pensiero che è stato costruito nel tempo attraverso la pratica, il disegno, l’esperienza industriale, i viaggi, la conoscenza di maestri (come Gerrit Rietveld, Alvar Aalto, Enzo Mari, Carlo Scarpa, Mario Botta), gli incontri internazionali, le fonti culturali.

Il legno di recupero è il materiale utilizzato in varie essenze, dal noce canaletto a quello americano, dal frassino al cedro, dall’abete al rovere fino al mogano, di cui conosce aspetti tecnici e reazioni tanto da plasmare opere che fanno proprio il trascorrere del tempo attraverso la reazione alle diverse condizioni atmosferiche. La meditazione diventa fondamentale quindi per carpire la riflessione progettuale e i segreti costruttivi alla base di queste piccole architetture in legno ricavate da un unico pezzo.

Il cambio di luce e di punto di vista evidenzia la diversità di venature, colore e la particolarità degli innesti dove l’inserimento di cunei, l’utilizzo di seghe della tradizione giapponese con funzionamento a trazione e la tecnica del folding danno risultati che sorprendono e creano una forte relazione con l’osservatore. Il mestiere del designer diventa evidente tanto quanto quello di  pensatore e costruttore di reazioni e relazioni che traggono linfa vitale dalla filosofia giapponese del Wabi-sabi ovvero la bellezza che deriva dall’usura del tempo e dall’esperienza celebra l’imperfezione e la semplicità.

 

L’ex chiesa di Sant’Agostino

Parte del complesso monumentale che include anche il monastero fondato dai Canonici Regolari Lateranensi, la chiesa di Sant’Agostino, sullo Stradone Farnese, fu progettata con struttura a cinque navate da Bernardino Panizzari detto il Caramosino e Cristoforo Lombardo (1550).  Nel 1734 la chiesa diventò ospedale militare. La facciata neoclassica, in blocchi di granito, è stata invece realizzata Camillo Morigia fra il 1785-93. Poco dopo, con la soppressione della Congrega Lateranense, fu spogliata dei propri arredi e una volta adibita a magazzino, scuderia e maneggio militare fu depredata degli affreschi e di parti delle statue. Contestualmente il monastero divenne caserma e ha conservato tale destinazione fino a pochi anni anche sotto la proprietà del demanio. Il recupero funzionale dell’edificio come Galleria Volumnia si deve a Enrica De Micheli che nel 2017 si è aggiudicata un apposito bando di gara affidando il progetto architettonico e di conservazione al team di architetti Enrico De Benedetti, Simone Subitoni e Silvia Blesi. Ha ospitato, tra le altre, mostre dedicate a Franco Albini e Michele De Lucchi.

 

Immagine copertina: Le forme del tempo di David Dolcini, Piacenza, Courtesy Volumnia (© Fausto Mazza Studio) 

 

David Dolcini. Le forme del tempo
29 marzo – 24 maggio 2025
Spazio Volumnia – Stradone Farnese 33, Piacenza
A cura di: Marco Sammicheli
volumnia.space

Autore

  • Margherita Toffolon

    Dopo la laurea allo IUAV di Venezia collabora con studi di progettazione a Treviso e a Milano dove per 10 anni partecipa al programma di inventariazione dei beni vincolati della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano per poi diventare giornalista pubblicista e senior account di un’agenzia di comunicazione integrata. Ha scritto per Mondadori, Mida Editore, Reed Business Information, Shinda Editore, Tecniche Nuove, Agepe, BE-MA editrice. Da anni collabora con DBInformation e le riviste del settore Horeca di New Business Media (Tecniche Nuove). Cogliere dettagli architettonici o atmosfere particolari dei locali food&beverage è la sua specializzazione e piacevole scoperta. Nel 2016 ha pubblicato il libro "Grandi pasticcerie del mondo" (ItalianGourmet), mentre nel 2022 è uscito "Cantine storiche d'italia. Un viaggio fra architettura ed enologia" (24OreCultura)

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Last modified: 1 Aprile 2025