Due libri recenti, due storie diversissime, due autori – Marco Biraghi e Stefano Passamonti – che tracciano parabole di vita e di idee
La monografia è genere che non conosce oblio. In architettura ha avuto negli ultimi lustri una grande diffusione soprattutto nella versione autoprodotta: non c’è architetto o studio, potremmo azzardare, che, a fronte di un’attività anche solo discreta, non sia incorso nell’indulgenza di dedicarsi un testo affidando il compito a questo o a quel critico, ad un giornalista, ad uno storico. Molto meno frequente la monografia di studio che pubblica i risultati di una ricerca, di una riflessione, di una critica su un operato particolarmente significativo, senza intenti promozionali o anche solo comunicativi. Per questo motivo ci pare importante prestare attenzione a due opere tanto diverse e, apparentemente, totalmente distanti fra loro.
Biraghi racconta Koolhaas
Di piccolo formato, denso e fittamente scritto, Rem Koolhaas L’architettura al di là del bene e del male di (Marco Biraghi, Einaudi, 2024, 234 pagine, 22 €) è un libro che non concede nulla al glamour che, di solito, accompagna gli esponenti dello star system architettonico. Ne sono una riprova le illustrazioni, non molte, tutte monocrome e riunite in efficaci schede alla fine del volume che, in qualche modo, sono anche un contrappasso per un autore divenuto famoso (anche) per i suoi libri fatti quasi solo di immagini. Uno per tutti S,M,L,XL che nel 1995, si presentò all’attenzione mondiale come il capostipite del mammoth compendium, 20 anni di progetti di OMA, presentati in ordine di dimensione.
Da leggere in trasparenza sui testi di Nietzsche – dei quali si consiglia un buon ripasso – il testo propone autorevolmente una tesi, che il nostro sia l’unico progettista degno di un certo interesse e di una influenza significativa sulla storia dell’architettura recente. Tesi che viene argomentata in più capitoli ottimamente documentati che vanno alle radici dei progetti e dei testi koolhaasiani collocandoli, brillantemente, nel loro contesto storico tratteggiato nel senso più ampio. Il tutto, ovviamente, al di là del bene e del male.
Una storia lunga 50 anni
Se Koolhaas ha elaborato un sistema di pensiero sulla realtà che va considerato il prodotto più rilevante – in ambito architettonico e urbano – dell’ultimo quarto del XX secolo e dei primi decenni del XXI, e un lascito imprescindibile per il futuro, allora bisogna iniziare a studiarlo dagli inizi della tesi di laurea, per poi passare agli anni Settanta e via, di decennio in decennio, fino ad arrivare all’oggi.
Il lavoro di Marco Biraghi percorre ogni vicenda, documenta ogni contesto, fornisce elementi, testi ed interpretazioni a suffragio di una tesi che, alla fine della lettura, può convincere anche i più ostinati detrattori della star olandese, ma, meglio, fortifica in tutti la convinzione che sia necessario studiare a fondo la storia per poterla interpretare.
I capitoli scorrono veloci, portandoci in giro per il globo e non trascurando le avventure progettuali in Italia, che vedono in Prada l’epicentro delle attività. L’ultimo sforzo viene dedicato al futuro. Ovvero al destino dell’architettura, avendo il coraggio di proporre una visione che i più non tentano neanche di delineare e che, invece, in Koolhaas, sembra essere tanto chiara ed immediata da poter affermare che “chi voglia farsi costruttore di una propria idea di futuro […] in verità costui deve essere in primo luogo un distruttore […] deve infrangere valori”.
Il volume si chiude con trenta schede per altrettanti progetti, puntualmente quanto sinteticamente delineati, che costituiscono forse la parte più ghiotta per gli inguaribili amanti dell’architettura come visione del mondo, ai quali Rem Koolhaas non fa mancare proprio niente.
Morozzo della Rocca, ricerca da (ri)scoprire
Se un preclaro storico pubblica una acclamata archistar con una importante casa editrice, dall’altra parte abbiamo un giovane critico che studia un elegante architetto del Novecento con un editore svizzero, finanziando la pubblicazione in crowdfunding. È il caso di Robaldo Morozzo della Rocca: Experimental Attitude, (testo in inglese di Stefano Passamonti, QUART, 2024, 280 pagine, 58 €).
Il volume – con soluzioni ricercate per rilegatura, carta, stampa e grafica – presenta testi di Carmen Andriani, Maria Carola Morozzo della Rocca, Valter Scelsi e Adam Stech che introducono ad un ricchissimo apparato iconografico, belle le foto di Francesca Iovene, e ad ampie e documentate schede di progetto. Sono così illustrate, studiate ed interpretate le maggiori opere di un architetto che, in una lunga e appassionata vita professionale, ha contribuito a “plasmare il panorama architettonico dell’Italia”, dedicando i suoi sforzi in particolare a Genova, città costruita, seguita ed amata in ogni momento.
All’opposto dei clamori della ribalta mediatica, viene qui delineata la figura di un architetto che sfugge alle classificazioni e, anzi, è lui, con la sua opera e la sua via personale, a permettere la lettura e la comprensione della successione degli -ismi, del variare della scena politica e sociale, del mutare delle tecniche costruttive, interpretando al meglio il ruolo del professionista nella società civile. Non si può non notare l’eleganza del disegno, la cura dei dettagli, la visione incentrata sull’esperienza dell’uomo che vive nell’architettura, sia essa un progetto per INA Casa, un palazzo nobiliare, una villa o un condominio. A ribadire che ogni occasione deve essere il movente per la ricerca, per l’innovazione, per la sperimentazione senza mai dimenticare la qualità del risultato.
Un atlante, una rilettura critica, ma anche una guida per tornare a vedere le realizzazioni che molto hanno contribuito a costruire il volto della città.
Alla fine delle letture gli opposti, come per magia, si uniscono e la favola bella dell’architettura, e del suo racconto storico, pur nelle distanze siderali che dividono Rem Koolhaas e Robaldo Morozzo della Rocca, torna a confortarci e a spronarci allo studio e alla comprensione del nostro mondo.
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libri , rem koolhaas , teoria dell'architettura
Last modified: 6 Gennaio 2025