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Valentina MerzWritten by: Forum Progetti

Ri_visitati. Le Albere a Trento: sogni, treni e appartamenti vuoti

Ri_visitati. Le Albere a Trento: sogni, treni e appartamenti vuoti

Dopo 10 anni dal completamento, un bilancio del quartiere residenziale e terziario, che include il gettonatissimo MUSE, esito della trasformazione dell’ex Michelin su progetto di Renzo Piano Building Workshop

 

TRENTO. È un pomeriggio di dicembre nel quartiere Le Albere. Il sole tramonta presto dietro la cima Palon del Monte Bondone, i merli si rincorrono tra i rami degli agrifogli allineati lungo i viali, i canali d’acqua che attraversano le vie del quartiere riflettono le facciate degli edifici, i treni sfrecciano lungo l’asse nord-sud, paralleli all’alveo dell’Adige che scorre poche centinaia di metri a ovest; alcune scolaresche si dirigono verso il MUSE (Museo delle Scienze), studenti universitari affollano l’ingresso della BUC (Biblioteca Universitaria Centrale), lavoratori sostano in pausa caffè, ciclisti sfrecciano verso la ciclabile dell’Adige, qualcuno passeggia con il cane nel grande parco, mentre alcuni coraggiosi affrontano il freddo pungente per una sessione di jogging. 

Un quartiere giovane, che ha ancora molta vita da vivere, esperienza da fare, errori da correggere, risorse da scoprire. 

 

Il passato

Fino a inizio Novecento l’area era caratterizzata da campi coltivati e agricoltura di sussistenza. La vicinanza alla ferrovia del Brennero e al fiume Adige ne fece un punto strategico per l’insediamento industriale. Nel 1927 la fabbrica Michelin vi costruì uno dei principali poli produttivi della città, che per settant’anni rappresentò un simbolo dell’occupazione locale e dello sviluppo economico del Trentino. Alla chiusura dello stabilimento, nel 1997, sorse un interrogativo sulle sorti di quest’ampia area.

L’intero lotto viene acquistato da Iniziative Urbane, una società costituita da una partnership pubblico-privato che nel 2002 affida l’incarico a Renzo Piano Building Workshop, il cui progetto vedrà la luce nel 2013 dopo cinque anni di cantiere.

Si trattava di trasformare lex Area Michelin in un frammento di città – afferma Piano in un’intervista del 2012dove la gente trovasse normale abitare, lavorare, venirci, istruirsi, divertirsi. Trasformare unex area industriale in città è un compito complesso. Non è solo questione di connessioni, si tratta anche di creare in questi luoghi, in questi nuovi frammenti di città, quella miscela di funzioni che fanno sì che questi quartieri siano abitati, siano vissuti ventiquattro ore al giorno. Si tratta di generare città che funzionano, città felici”.

Il presente

L’intento era ricucire il tessuto urbano, ripristinando un legame tra città e ambiente fluviale. Tuttavia, dieci anni dopo, il bilancio è ambivalente. 

Da un lato, il quartiere offre spazi adottati dalla città: il parco urbano affacciato sull’Adige è un’oasi per attività all’aperto, il MUSE e la BUC attraggono visitatori (molti) e studenti, e durante il giorno Le Albere si anima con un flusso continuo di persone. 

D’altro canto, nonostante si collochi a soli novecento metri dalla Piazza del Duomo, il quartiere continua a essere percepito come una realtà distante dal centro storico e dalla vita cittadina, schiacciato tra la ferrovia e il fiume, raggiungibile a piedi solo attraverso sottopassi di scarsa qualità urbana.

Inoltre, Le Albere fatica a decollare come spazio residenziale: un terzo delle unità abitative è ancora sfitto, complice l’alto costo degli immobili e la mancanza di tipologie in linea con un “abitare trentino”. Il quartiere sembra rivolgersi a una fascia abbiente, esclude intenzionalmente una più ampia mescolanza sociale. Inoltre, molti locali commerciali al piano terra restano vuoti, contribuendo alla sensazione di un quartiere “a metà”.

Le Albere ha davvero trasformato Trento in una città felice?

Il futuro

Dopo dieci anni vissuti, che cosa succederà nei prossimi? Il futuro del quartiere potrebbe presto cambiare radicalmente. L’interramento della ferrovia, previsto nei piani di sviluppo urbanistico, promette di eliminare una delle principali barriere fisiche che lo separano dal centro storico. Con un collegamento diretto e agevole, il quartiere potrebbe finalmente integrarsi nel tessuto cittadino, superando l’isolamento percepito e attirando nuovi residenti e attività?

La sfida, nei prossimi dieci anni, sarà quella di trasformare le sue potenzialità in realtà, creando un quartiere davvero vivo, abitato e vissuto a tutte le ore, esempio di rigenerazione urbana, modello di sostenibilità e inclusività.

Immagine copertina: Renzo Piano Building Workshop, vista del quartiere Le Albere dal grande parco

Autore

  • Valentina Merz

    Nata a Trento (1990), ha studiato all'Accademia di Architettura di Mendrisio, dove si è laureata nel 2015, alla Escuela Politécnica de Madrid e alla Pontificia Universidad Católica de Quito in Ecuador. Ha collaborato con Elemental Chile, Alejandro Aravena a Santiago del Cile, con Taller de arquitectura Frida Escobedo a Città del Messico e con Architettura e Paesaggio a Milano. Dal 2017 al 2023 ha lavorato come assistente al laboratorio di progettazione di Martino Pedrozzi e di Carla Juaçaba presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Attualmente lavora come architetta libera professionista a Trento

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Last modified: 3 Gennaio 2025