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Clara Stella Vicari AversaWritten by: Città e Territorio

Messina vuole riprendersi il mare

Messina vuole riprendersi il mare

Gli esiti del concorso per il waterfront, vinto dal gruppo guidato da TStudio

 

MESSINA. Si è finalmente concluso il concorso di progettazione per la “riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dell’area demaniale marittima tra i torrenti Boccetta e AnnunziataIndetto ad agosto 2023 (un tempo di gestazione particolarmente lungo, dovuto anche al cambio al vertice dell’Autorità portuale dello Stretto) si è espletato mediante procedura in due fasi, per la complessità della progettazione riguardante opere di tipologie diverse e di elevata rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, paesaggistico, storico-artistico, nonché di valore sociale e culturale. Il bando richiedeva di sviluppare la proposta guardando vari ambiti tematici: qualità, benessere, sostenibilità; attrattività, creatività, inclusività; tutela, valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e architettonico. 

Fra le 39 proposte pervenute, la commissione ha scelto il gruppo guidato da TStudio (Guendalina Salimei), con UFO-Urban Future Organization (che riunisce progettisti internazionali, di cui fa parte il messinese Claudio Lucchesi), il geologo Fabio Nicita, lo studio Miceli Ingegneri Associati, le torinesi Ai Engineering e Ai Studio, la romana Akkad, la milanese AG&P greenscape 

 

Il progetto vincitore

Se l’ottimismo della volontà prevarrà sul pessimismo della ragione, o meglio, delle esperienze vissute, è in arrivo un cambiamento di paradigma: la città vista e utilizzata da troppi anni come territorio di attraversamento, uno svincolo per arrivare ai traghetti, scavalcata, che sembra aver perso la capacità d’intravedere il suo mare come luogo dello stare può voltare pagina. Tutti concordi nel sostenere che non sia pensabile che Messina abbia ancora così tante cesure verso la sua piazza naturale tra Scilla e Cariddi. Ed ecco che, proprio nell’idea vincitrice, la rilettura dello storico edificio simbolo della città, la Palazzata, diventa occasione di progetto e la sua

unitarietà viene “riproposta non attraverso un nuovo prospetto urbano, ma agendo sul ridisegno del suolo, ribaltando a terra il carattere di continuità dello spazio tra la città e il mare. Non in elevazione, ma in orizzontale”. 

Il progetto del waterfront, inteso come “infrastruttura ambientale, continua e complessa”, unifica tutti i vari ambiti acquistando una sua “solidità minerale. Un parterre che riassume una pluralità di reti e di nodi funzionali”, integrando una serie “di percorsi, di interventi di architettura e di paesaggio”. Snodandosi lungo la linea di costa, il sistema dello spazio pubblico diventa tema dominante, “l’infrastruttura di rigenerazione e di connessione, una dorsale su cui si appoggia la città”. Quel lungomare negato riappare nelle sue molteplici forme di utilizzazione. Diventa plurale grazie alla poliedricità del luogo: la passeggiata pedonale, la piazza sul mare, la ri-funzionalizzazione di piccoli gioielli nascosti del razionalismo di Adalberto Libera e Mario De Renzi, ma anche le opere di Filippo Rovigo e Vincenzo Pantano, il porticciolo diportistico, la spiaggia urbana come valore aggiunto riconosciuto nelle città di mare. Dunque, i presupposti per la realizzazione di un progetto attento e rispettoso del luogo sembra ci siano. 

 

Il rapporto tra terra e mare

La ricerca che sta portando avanti Salimei sta mostrando i suoi frutti. È il caso del Padiglione Italia alla

19° Biennale di Architettura di Venezia 2025, con la proposta Terræ Aquæ. L’Italia e l’intelligenza del mare, il cui focus, per usare le parole dell’architetta – recentemente nominata curatrice, alla testa di un folto team di contributori -, sta “nel rapporto del nostro territorio con il mare: il Mediterraneo allargato ai vicini oceani. La centralità di questo rapporto strutturale che incide sull’identità e sull’equilibrio ambientale del Paese è stata a lungo trascurata”.  

Voler restituire la città al mare è un tema a cui si lavora da tempo a Messina. Lo stesso studio UFO, oltre 10 anni fa con altro raggruppamento aveva vinto il concorso per il waterfront a sud del centro, oggetto del Piano innovativo in ambito urbano (PIAU) che prevede la riqualificazione complessiva del comparto, a partire dalla stazione ferroviaria e marittima, altro tesoro negletto. 

 

Messina nuovi orizzonti

La riqualificazione del

waterfront rappresenta uno degli obiettivi più significativi che conducono al rilancio del territorio di cui finalmente si ha coscienza. Fanno ben sperare anche diversi provvedimenti presi dall’amministrazione comunale, come l’approvazione degli strumenti tecnici per l’ammodernamento della via del mare nella detta zona sud, le opere del nuovo porto di Tremestieri per la delocalizzazione del traffico gommato pesante. Sono le precondizioni per intervenire con decisione sull’intero affaccio a mare, dalla storica zona Falcata, con le mura spagnole di Carlo V e il faro del Montorsoli, fino alla zona oggi periferica e post industriale sempre a sud a partire dal rione Gazzi.

Il modello di città immaginato, forse inconsciamente, più a pezzi che con unica visione progettuale, è dare unità a un luogo che per il suo distendersi tra Tirreno e Jonio, nei gorghi delle correnti, si è sfilacciato e può così trovare “ricucitura” urbanistica e funzionale tra la vecchia e la nuova Messina. Non solo il progetto del Ponte sarà al centro della nuova Messina. 

Immagine di copertina: il progetto vincitore del concorso

Autore

  • Clara Stella Vicari Aversa

    È attualmente Ricercatore in Progettazione Architettonica e Urbana presso l'Università di Reggio Calabria, Dottore di ricerca europeo cum laude presso la E.T.S. Arquitectura de San Sebastián, Spagna e Vicepresidente dell'Ordine degli Architetti di Messina. Laureata in Architettura con lode nel 1995, ha svolto attività progettuale in Italia e in Spagna. Studiosa di riqualificazione dei waterfront, tema sul quale ha pubblicato anche una monografia in lingua spagnola, ha ottenuto premi e riconoscimenti per ricerche e concorsi internazionali di progettazione. Numerose le mostre, anche in collaborazione con importanti architetti europei, Palazzo della Triennale di Milano e Biennale di Venezia, Italia, Museo San Telmo di San Sebastián. Coordinatore, tutor e relatore in workshop e seminari in Italia e all’estero.

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Last modified: 2 Dicembre 2024