La rigenerazione del sito patrimonio Unesco: nuovi usi, restauri, museo, campus innovazione a firma De8 Architetti
CAPRIATE SAN GERVASIO (BERGAMO). Prima il progetto di gestione culturale e rigenerazione economica e poi l’Accordo di programma istituzionale hanno dato il via alla rinascita dell’ex villaggio operaio e della fabbrica, dal 1995 patrimonio Unesco. Ora tocca al progetto di rigenerazione firmato dallo studio De8 Architetti.
Ci sono voluti più di trent’anni ma il villaggio operaio e la fabbrica di Crespi d’Adda, sito di archeologia industriale di primaria importanza, avranno nuove destinazioni d’uso.
Le fasi della valorizzazione
Tutto è iniziato nel 1991 grazie al processo di gestione culturale e rigenerazione economica messo in atto dall’Associazione Crespi d’Adda e dall’amministrazione comunale di Capriate San Gervasio che lo ha salvato dall’abbandono e dal degrado, oltre ad averne migliorato la fruizione. Lo confermano i dati della ricerca eseguita da Nomisma nel 2023 per conto dell’associazione Museimpresa su Il turismo industriale in Italia: dimensioni, percezione e potenzialità di sviluppo, che lo annoverano al secondo posto tra i siti industriali più visitati in Italia in quanto “il più completo e meglio conservato del Sud Europa”.
Dopo la chiusura definitiva delle attività manifatturiere nel 2004, già passate di mano dalla famiglia Crespi ad altre aziende a partire dagli anni ’30, la prima fase del percorso di rinascita del villaggio operaio con forte valenza storica, sociale e culturale è stata l’apertura dell’Unesco Visitor Centre nell’edificio delle Scuole Asilo S.T.I., con la biglietteria, il punto informazioni, il nuovo Museo partecipato, l’archivio storico, il bookshop e le aule laboratoriali.
In particolare, il Museo partecipato, curato da Giorgio Ravasio, ricuce la storia del villaggio operaio con quella dei suoi abitanti all’epoca della famiglia Crespi e del lavoro nel grande cotonificio, insieme a oggetti d’epoca e tecnologie all’avanguardia. Successivamente è stata aperta una piccola biblioteca di quartiere ed è stato riavviato un progetto di programmazione teatrale e cinematografica presso il teatro esistente.
Il secondo importante momento è avvenuto nel 2013 con l’acquisto dello stabilimento da parte dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi per stabilirvi l’headquarter aziendale nonché un campus dell’innovazione e dell’arte aperto ad altri partner, con museo e zone espositive accessibili al pubblico, e il successivo vincolo monumentale del 2014.
Il terzo passaggio è stata la recente firma dell’Accordo di programma per la riqualificazione dell’intero sito Regione Lombardia, Provincia, Comune e attuatori privati, che dà il via all’ampio progetto di rigenerazione firmato dallo studio De8 Architetti per conto dalla Holding Odissea.
Il progetto di rigenerazione
Per l’area dell’ex cotonificio si prevede la riconversione da recinto-lavoro a luogo aperto al villaggio. Il progetto tiene conto delle caratteristiche fisiche degli edifici esistenti ovvero degli aspetti funzionali del luogo e dell’edificio, le viste, il soleggiamento, le giaciture, la circolazione e gli accessi, prevedendone una nuova interpretazione di riuso.
Il paesaggio diventa parte attiva del progetto attraverso un’azione congiunta di urbanistica, architettura e landscape capace, senza demolire i bordi, di creare nuove porosità ed intrusioni urbane. Dopo l’analisi dello stato di fatto e di conservazione degli edifici inizieranno i lavori di restauro e di demolizione delle superfetazioni, che ne hanno deturpato la ritmica compositiva originaria.
Le tempistiche
Al momento, è partito l’intervento sulla mobilità con la nuova rotatoria, mentre a breve inizierà il cantiere per tre nuove case a due piani con giardino, all’esterno del recinto della fabbrica, ovvero nei magazzini del comparto dell’ex centrale idroelettrica, grazie al piano di recupero presentato dalla società Giuseppe Sala. In primavera inizieranno, invece, i cantieri per gli spazi pubblici: il nuovo centro visite e lo spazio espositivo nell’ex centrale di condizionamento, opera riscoperta dell’architetto Alziro Bergonzo. Prima dell’estate toccherà agli interventi sugli edifici che ospiteranno gli headquarter di alcune aziende che s’insedieranno nell’ex fabbrica, fra cui quello dell’Holding Odissea (8.000 mq). La tempistica per il completamento della trasformazione (70.000 mq di slp x 135.000 mq di area) è prevista in 5 anni.
Immagine di copertina: vista aerea di Crespi d’Adda (© Associazione Villaggio operaio di Crespi d’Adda)
Crespi d’Adda: un villaggio operaio modello
Il Cotonificio Benigno Crespi sorse nel 1878 in prossimità del fiume Adda e fu il motore dello sviluppo del villaggio operaio di Crespi d’Adda, poi completato alla fine degli anni ‘30 del Novecento. Un grande nucleo produttivo e abitativo rimasto inalterato nel tempo che accoglie ancora oggi circa 300 persone.
Fabbrica, abitazioni, strutture sociali un tempo a uso pubblico, come il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, il piccolo ospedale, la scuola, il teatro, la chiesa, i bagni con piscina, il cimitero e la centrale elettrica sono distribuiti lungo un impianto urbanistico che ne permette l’immediata individuazione. Le tipologie abitative vennero differenziate in base al ruolo lavorativo dei suoi occupanti. All’inizio furono realizzati i palazzotti a quattro piani a ovest del villaggio, ben presto abbandonati per le 55 casette operaie tutte con le medesime caratteristiche: pianta quadrata, due piani fuori terra, equidistanti tra loro, con orti e staccionate uguali. Due ville identiche in posizione rialzata furono destinate al cappellano e al medico del villaggio. Per gli impiegati furono realizzate quattro villette con balconcini ed elementi decorativi, mentre per i dirigenti nove ville monofamiliari circondate da giardini alberati e con composizione volumetrica articolata. In posizione dominante sorge la villa-castello Crespi, in stile neogotico, con un ampio giardino. La fabbrica, che si sviluppa a ovest dell’abitato, si caratterizza per l’ingresso fra le due palazzine simmetriche degli uffici della dirigenza e per la sequenza di capannoni, con al centro la ciminiera di settanta metri.
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dismissione industriale , lombardia , musei , restauro , rigenerazione urbana , turismo
Last modified: 20 Novembre 2024