A Torino dal 18 al 20 ottobre l’8° edizione del festival internazionale che porta in Italia il meglio dell’innovazione urbana, proseguendo la riflessione sul New City Making avviata l’anno scorso
TORINO. Dal 2017 la città ospita un festival che è diventato tra gli eventi di riferimento a livello internazionale per chi studia e lavora sulle città, per chi si occupa di sviluppo e rigenerazione e chi osserva in modo attento i trend e le trasformazioni delle grandi aree urbane.
Utopian Hours – questo il nome evocativo della manifestazione – è in programma dal 18 al 20 ottobre presso la Centrale Lavazza (location principale) e nel nuovo community hub Dorado (tavoli di lavoro e mostre). Il festival, organizzato dall’impresa sociale Stratosferica, è un concentrato di soluzioni già implementate in alcune città e di visioni e proposte per il futuro, raccontate dai protagonisti: attivisti, imprenditori, architetti, placemaker.
Moltissimi i contenuti nei tre giorni del festival: nuove soluzioni per il real estate, casi studio di progetti a impatto sociale, esperienze di riattivazione dello spazio pubblico. Le avanguardie nella mobilità, nella transizione ecologica, nell’urban tech. Utopian Hours porta in anteprima in Italia innovatori e progettisti da tutto il mondo.
Per l’ottava edizione il festival porta sul palco oltre 30 speaker internazionali e continua la riflessione collettiva per redigere un Manifesto sul “New City Making” che raccolga parole chiave capaci d’ispirare un “fare città” più attento, consapevole, multidisciplinare, coraggioso.
I temi e il format The Best of Italian City Making
Con approccio multidisciplinare, Utopian Hours dà voce a chi sta affrontando concretamente alcune delle sfide più urgenti per il futuro delle aree urbane nel mondo: dalla mobilità sostenibile alla transizione ecologica, dal ruolo della cultura e degli spazi pubblici nei processi di rigenerazione al concetto sempre più diffuso di placemaking, metodo di progettazione dei luoghi che mette al centro le esigenze e il coinvolgimento delle comunità locali.
Oltre agli speaker internazionali, Utopian Hours chiama a raccolta 200 professionisti di primo piano – amministratori, tecnici, urban practitioner, imprese e organizzazioni no profit – che affronteranno alcuni temi chiave all’interno di sette tavoli di lavoro ad accesso riservato, pensati per estendere il dibattito sul city making a livello italiano.
Gli appuntamenti da non perdere
Al festival interverranno alcune delle figure più rilevanti del dibattito internazionale sul futuro urbano. Tra queste Helle Søholt, fondatore di studio GEHL (Copenaghen), e Kotchakorn Voraakhom del Porous City Network (Bangkok), che racconteranno l’avanguardia nella progettazione di città a misura d’uomo, attente a una delle principali sfide per le aree urbane costiere: l’innalzamento del livello dei mari. Sul palco del festival anche innovatori come Field Operations – i landscape designer della High Line di New York e molti altri parchi urbani – e De Urbanisten, tra i pionieri delle Nature-Based Solutions e punto di riferimento globale nei piani strategici per l’adattamento climatico.
A Utopian Hours anche un nuovo, fondamentale job title: da New York Ya-Ting Liu, la prima Chief Public Realm Officer della città, che condividerà la sua esperienza nella creazione di spazi pubblici vivi e accoglienti. Da Londra, Martyn Evans di Landsec U+I racconterà casi di successo legati alla mixed-used regeneration e di come un quartiere – quello londinese di Spitalfield – possa cambiare l’immagine di un’intera città. Tra i nomi dell’architettura internazionale anche MVRDV, che da decenni continua a innovare nel campo della progettazione urbana: la parola a una delle associate dello studio olandese, Valentina Chiappa Nuñez, per andare al cuore dell’approccio coraggioso con cui MVRDV sta fornendo soluzioni concrete alle sfide più urgenti per l’evoluzione della città contemporanea.
Spazio all’urban tech: come saranno le comunità urbane di domani?
Per guardare con consapevolezza al futuro delle città, Utopian Hours apre una riflessione dedicata al ruolo dell’innovazione tecnologica nei processi di pianificazione urbana. E lo fa coinvolgendo due imprenditori visionari che racconteranno come attraverso l’intelligenza artificiale e il machine learning sia possibile immaginare nuovi modi modi di fare città ed essere cittadini. James Ehrlich racconterà il progetto ReGen Villages, un’utopia tecnologica che combina economia circolare e innovazione con l’obiettivo di creare comunità autosufficienti. Stessa ambizione per il Next Gen Villages di Ralph Horat: la visione di una città laboratorio guidata dall’innovazione tecnologica e dalle idee di un think tank a cui hanno preso parte scienziati, economisti, designer e innovatori da tutto il mondo.
Le modalità di partecipazione
Il programma completo del festival e i biglietti si trovano su utopianhours.it. Il biglietto Full Professional Pass, per professionisti e imprese, consente di accedere ai contenuti più esclusivi del festival. Oltre a questo, la formula del Full Festival o dei Single Day. Il Giornale è tra i media partner dell’evento.
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congressi , festival , pianificazione urbana , torino
Last modified: 2 Ottobre 2024