Presso la Darsena, a cura di studio Denara è in programma la terza edizione di un’iniziativa partecipata che trasforma gli spazi pubblici
RAVENNA. Può il progetto farsi infrastruttura sociale e restituire la dimensione domestica allo spazio urbano? È questa la domanda a cui intende rispondere – per la terza volta – Manualetto. Iniziativa partecipata e co-finanziata da partner di eccezione e da una campagna di crowdfunding, apre le sue porte il 20 settembre e per due settimane restituirà ai cittadini la Darsena con una veste del tutto nuova. Progettato e ideato da Denara, “studio multidisciplinare tra architettura, design e folklore”, fondato nel 2020 a Ravenna da quattro giovanissimi architetti, e curata artisticamente dall’associazione culturale Studio Doiz, Manualetto è autocostruito da una comunità attiva di volontari, per lo più under 35, diventando di fatto una miscela tra architettura, arte, teatro, musica, danza (e altro).
Una guida per l’auto-assemblaggio dello spazio urbano
Nato nel 2022 come “risposta non richiesta” ad un articolo di giornale che presentava i futuri progetti di rigenerazione della Darsena e del cantiere navale di Ravenna – un’area che ha visto negli ultimi anni investimenti e interventi di un certo spessore, come il Lotto 4, progettato da Cino Zucchi Architetti – Manualetto si sviluppa come un manuale. Più precisamente, un “MANUALE+LETTO”, un titolo che racchiude l’idea alla base del progetto: il desiderio di addomesticare gli spazi urbani.
Il progetto tenta di promuovere una diversa forma di occupazione del suolo pubblico, che si concretizza in opere effimere realizzate con materiali differenti, da strutture in legno auto-assemblate a pali Innocenti, da tende a telai. Manualetto si configura come una guida DIY per l’auto-assemblaggio dello spazio urbano, ispirata all’approccio funzionale dell’Ikea ma applicata alla città. Rappresenta, di fatto, un esempio tangibile di come l’architettura possa trasformare la città, coinvolgendo le comunità e affrontando le continue sfide urbane con un approccio pratico, immediato, aperto e partecipativo. Tutto questo, per un periodo limitato.
L’effimero che trasforma gli spazi urbani
Un’architettura effimera, temporale, partecipata, inclusiva e domestica: questo il motto di Manualetto, che rappresenta un’attitudine già consolidata di studio Denara, che nel 2020 realizza “Casa Come Città” in occasione di “Ammutinamenti” (Festival di danza urbana e d’autore), dando forma ad un cortocircuito architettonico che trasforma il parcheggio delle acciaierie Almagià in una casa a cielo aperto. Una planimetria disegnata su cui s’installano semplici elementi di arredo, ricreando un habitat domestico, diventa un manifesto reazionario di un periodo storico segnato da misure restrittive imposte dalla pandemia, in cui i salotti si sostituiscono alle piazze, i corridoi alle vie, i social network agli incontri per il centro (progetto che sfocia l’anno successivo, nel 2021, in Mausalotto).
In un’epoca segnata dall’intreccio di diverse crisi, strade, edifici e spazi pubblici si trasformano in arene dove forme di resistenza spaziale possono materializzarsi, fugacemente o temporaneamente. L’occupazione effimera dello spazio – che si tratti di azioni trasgressive, di eventi autorizzati o di celebrazioni – sta dando vita a una rinnovata ondata di sperimentazione creativa nel panorama globale. Ne sono esempi. “The Stairs” dello studio olandese MVRDV – struttura a ponteggi realizzata per commemorare i 75 anni della ricostruzione di Rotterdam che ha ospitato una rassegna culturale – o “Concéntrico” – Festival di architettura e design che si tiene annualmente a Logroño, in Spagna, con una varietà di esperienze e installazioni temporanee che riflettono sulle modalità in cui le installazioni urbane possano riattivare spazi pubblici e promuovere nuovi usi collettivi.
L’architettura abbraccia con entusiasmo queste differenti pratiche spaziali (DIY Urbanism, urbanistica tattica, agopuntura urbana), concorrendo all’obiettivo di fornire risposte capaci di sfidare logiche di progetto dominanti e di aprire nuove opportunità d’interazione con lo spazio urbano. Un rinnovato rapporto tra temporaneo e permanente che stimola di fatto gli architetti ad esplorare materiali, forme e interazioni innovative con più flessibilità, liberandosi dai vincoli strutturali e concettuali della permanenza. Telai, tendaggi e impalcature diventano le tecnologie più ricorrenti di un’architettura che si fa sempre più partecipata, spoglia, flessibile, radicale, intima e aperta.
Manualetto atto terzo
Negli anni, l’iniziativa rappresenta una prova tangibile di come l’architettura possa essere non solo agente di cambiamento urbano ma, anche, grande attrattore di pubblico. Fin dalla prima edizione, nel settembre 2022, Manualetto ha rivolto la propria attenzione alla Darsena di città. Tre moduli in legno di 4 x 4 m rileggevano l’archetipo di un salotto sull’acqua, accompagnato da un manuale per la riproposizione incrementale: un vero e proprio progetto open source.
Nel 2023 Manualetto si è spostato nei pressi dell’ex Consorzio agrario, sempre nell’area portuale della città, attraverso un “villaggio temporaneo”: un padiglione alto 6 m, realizzato con ponteggi industriali che circondavano una pedana in legno OSB di 120 mq su tre lati. Lo spazio temporaneo stabiliva un dialogo tra effimero e storico, presentandosi come una struttura di ponteggi abbandonati che richiamava le circostanti strutture in acciaio arrugginito, invitando il pubblico a vivere un’esperienza tra il domestico e il performativo nel cuore di un’area in attesa di trasformazione.
Nell’edizione 2024 Manualetto si sposta sull’altro versante della Darsena, su via Teodorico, nei pressi dell’area di proprietà della Compagnia portuale. Lungo il muro di cinta, l’intervento prevede la realizzazione di un ponte pedonale, alto 4 m e lungo 30, che attraversa diagonalmente l’area. Interpretando il confine come un “concetto morbido”, la struttura reinterpreta in chiave artistica il progetto di un camminamento pedonale che verrà realizzato in futuro, trasformando il limite in un’opportunità di connessione e dialogo con il porto, la Darsena e la città.
Immagine copertina: assonometria Manualetto 2022, prima edizione (© Denara)
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effimero , partecipazione , ravenna , spazio pubblico
Last modified: 17 Settembre 2024