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Maria Paola RepellinoWritten by: Progetti

Cina, la sensibilità paesaggistica degli architetti giapponesi

Cina, la sensibilità paesaggistica degli architetti giapponesi

Breve itinerario tra alcune opere recenti, in connessione con la natura, di Kengo Kuma, Junya Ishigami e Sou Fujimoto

 

L’interazione tra la cultura architettonica cinese e giapponese affonda nei secoli ma è soprattutto a partire dagli anni Ottanta, in seguito alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Cina e la stagione di riforma e apertura, che l’attività degli architetti giapponesi in Cina trova rinnovato slancio.

Da allora, in una prima fase, la Cina ha puntato ad importare la più moderna tecnologia edilizia giapponese e occidentale, attraverso la costruzione di torri e mega-complessi in stretta collaborazione con imprese locali. Da fine anni Novanta emerge sempre più il numero dei progetti realizzati dai cosiddetti “architetti indipendenti”, cinesi e stranieri, che esaltano il valore progettuale attraverso opere di grande qualità.

Molti sono stati i giapponesi operativi in Cina, tra cui nomi del calibro di Arata Isozaki, Tadao Ando, Toyo Ito, Shigeru Ban, Kengo Kuma, Junya Ishigami e Sou Fujimoto. In questa seconda fase lo scambio interculturale raggiunge un più alto livello di condivisione d’idee e sensibilità, come un’inedita attenzione ai contesti e alla valorizzazione del patrimonio esistente.

 

In simbiosi con il contesto

Nonostante l’eterogeneità delle soluzioni, la volontà di creare una connessione intima tra l’uomo e la natura è un approccio molto poetico e intrinsecamente nipponico. Tutti questi progetti mirano a fondersi elegantemente con l’ambiente circostante, proponendo edifici a misura d’uomo e di natura. L’intenzione è quella di costruire in armonia con lo sconfinato paesaggio cinese, lavorando sulla disgregazione e dissoluzione dell’architettura, in simbiosi con il contesto.

Particolare attenzione è dedicata ai dettagli e all’uso dei materiali: non solo nella sofisticata rielaborazione in chiave contemporanea della tradizione costruttiva locale, ma anche nella ricerca di un’insolita leggerezza dei volumi. Le strutture sono snellite, le linee essenziali, i bordi netti, le superfici scomposte per lasciar permeare l’esterno all’interno degli ambienti; per lasciar filtrare il vento, la luce del sole e persino l’acqua – come nel progetto di Ishigami per il Zaishui Art Museum. Non si tratta di una ricerca puramente formale, quanto di concepire architetture contestuali capaci di interagire con la città, con lo spazio abitato, con la natura. Come afferma lo stesso Kuma, la leggerezza è una delle qualità più evidenti del lavoro dei progettisti giapponesi, “una qualità legata alla nostra storia”. L’esito finale tende sempre a un effetto d’immaterialità, a rendere dinamico e ambiguo il confine tra ambiente e architettura.

 

UCCA Clay: ceramica sgargiante e architettura dinamica

L’Ullens Center for Contemporary Art (UCCA) apre al pubblico ad ottobre il suo quarto spazio UCCA Clay a Yixing, nella provincia di Jiangsu, una città a due ore da Shanghai nota per la sua tradizione nella produzione della ceramica. Il museo si aggiunge alle altre tre sedi di quella che è considerata la principale istituzione indipendente cinese di arte contemporanea: il quartier generale fondato nel 2007 in un’ex fabbrica nel distretto artistico 798 di Pechino e rinnovato dallo studio OMA nel 2019; UCCA Dune a Aranya Qinhuangdao (meta turistico-culturale poco distante dalla capitale, Aranya Qinhuangdao: icone per il real estate di lusso) progettato da OPEN Architecture nel 2018; e UCCA Edge a Shanghai disegnata dallo studio newyorkese SO – IL nel 2021).

Il nuovo museo d’arte contemporanea dedicato alla ceramica, che punta a diventare nuovo attrattore turistico grazie anche alla firma di Kuma, sarà gestito in collaborazione con Yixing Taodu Capital Management Co. Ltd., un’impresa statale che investe nello sviluppo immobiliare e nel rinnovamento urbano. La struttura è ricoperta all’esterno da pannelli di ceramica con diverse texture e gradazioni di colore che ne valorizzano la tradizione locale. L’effetto è suggestivo e cangiante, in quanto la disposizione e la combinazione dei colori dei pannelli muta in base alle diverse condizioni atmosferiche, restituendo un’immagine sempre diversa dell’edificio. Il programma, distribuito su una superficie di 2.400 mq, comprende spazi espositivi flessibili e modulabili, una sala polivalente, un auditorium, sale conferenze, un bookshop, una caffetteria e aree ricreative, con l’obiettivo di arricchire l’esperienza del visitatore.

 

1 km di portico a pelo d’acqua

Delicatamente gigantesco”: è così che Ishigami definisce il suo ultimo progetto cinese, il Zaishui Art Museum: un lunghissimo portico che, con una struttura semplice e puntuale, sembra galleggiare a pelo d’acqua. L’edificio collega le sponde del lago artificiale all’ingresso del nuovo quartiere in costruzione di Bailuwan a Rizhao, nella provincia dello Shandong. Il museo si sviluppa per la lunghezza di un chilometro, attraversando quasi interamente il diametro del bacino, con una superficie di 20.000 mq e l’obiettivo di stabilire un dialogo “alla pari” tra l’architettura e l’ambiente smisurato che lo circonda.

Per evocare la sensazione che l’architettura affiori dalle acque, una doppia serie di pilastri si erge dal fondo del lago a sostenere la sottilissima copertura in cemento. Come una morbida membrana, la copertura ondeggia abbassandosi in alcuni tratti per richiamare il profilo delle montagne circostanti, mentre in altre sezioni sembra aprirsi verso il cielo. L’acqua è elemento immateriale integrante del progetto. Le increspature e i giochi di luce dell’acqua si riverberano sulle superfici. Le vetrate tra i pilastri permettono una totale integrazione dell’architettura nell’ambiente circostante, grazie anche ad alcuni punti in cui il pavimento dell’edificio incontra direttamente la superficie del lago. In inverno, poi, quando la superficie dell’acqua gela, quella sottostante rimane liquida, continuando a fluire all’interno. L’uso di superfici lisce e foreste di pilastri sono elementi che ricorrono spesso nelle opere di Ishigami, e che ancora una volta ritroviamo qui, insieme a una raffinata ricerca nell’intrecciare esterno e interno.

 

Sky Mountain Pavilion: l’architettura ondulata

“Sky Mountain” – il padiglione di Sou Fujimoto nella baia di Haikou – è il secondo tassello di un ambizioso piano che mira a trasformare il lungomare della città e della nuova area di Jiangdong, nella provincia di Hainan, un’isola all’estremo sud della Cina. Nel 2020 la città ha lanciato il programma “Haikou, Pavilions by the Seaside”, che prevede la realizzazione di sedici padiglioni sul mare, ideati da artisti e architetti di fama internazionale come strutture permanenti e con finalità culturali. BIG, Kengo Kuma, Zaha Hadid Architects, Sou Fujimoto, Stefano Boeri, Thomas Heatherwick, MVRDV, MAD, Anish Kapoor, Sakamoto Ryūichi, Shen Wei e Kimsooja sono solo alcuni dei progettisti invitati nell’operazione.

La Wormhole Library dello studio cinese MAD, completato e aperto al pubblico nel 2021, ha dato ufficialmente il via alla serie d’interventi iconici commissionati dall’Haikou Tourism and Culture Investment Holding Group. 

Il padiglione circolare, progettato da Fujimoto, si snoda su di un’area di 3.600 mq affacciata sul mare. La geometria organica dell’edificio si caratterizza per la copertura percorribile che, con la sua forma sinuosa, dialoga e si fonde in maniera misurata con il contesto naturale. L’esito è una nuova topografia, sagomata da una sottile lastra di cemento bianco che si increspa in valli e creste, evocando il profilo ondulato delle montagne. Tra superfici curvilinee l’architettura risplende eterea e dinamica, pur emanando un senso di solidità. La struttura, orientata verso ovest, offre ai visitatori punti d’osservazione privilegiati da cui ammirare il tramonto all’orizzonte. Sotto la superficie inclinata, un ampio spazio pubblico di circa 800 mq accoglie una serie di servizi, spazi espositivi, una libreria, una caffetteria pop-up e altre attività. Al centro dell’anello, un paesaggio collinare artificiale integra un anfiteatro e uno specchio d’acqua a forma di mezza luna. Con il suo padiglione Fujimoto punta a dare forma a una piacevole connessione tra l’ambiente costruito e il paesaggio naturale circostante. 

 

Immagine copertina: Zaishui Art Museum, Junya Ishigami, Rizhao – Shandong (© arch-exist)

Autore

  • Maria Paola Repellino

    Architetta e Dottore di ricerca in ‘Architettura e Progettazione Edilizia’ (2016); Ricercatrice presso il Politecnico di Torino dove è stata Direttore Esecutivo del gruppo di ricerca China Room e membro del Future Urban Legacy Lab. Visiting Scholar presso la School of Architecture della Tsinghua University di Pechino (2014). Il suo lavoro di ricerca si concentra sulle culture del progetto architettonico e urbano con particolare attenzione ai processi di trasformazione urbana. Ad oggi le sue principali pubblicazioni sono il volume Fun Mill: The Architecture of Creative Industry in Contemporary China (ORO Editions 2022); The City after Chinese New Towns (Birkhäuser 2019, curato con M. Bonino, F. Governa, A. Sampieri)

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Last modified: 10 Settembre 2024