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Manuel OraziWritten by: Progetti

Fondazione Maeght, 60 anni e non sentirli

Fondazione Maeght, 60 anni e non sentirli

A Saint-Paul de Vence, visita all’ampliamento ipogeo firmato da Silvio d’Ascia, che preserva la visione originaria di Josep Lluís Sert

 

SAINT-PAUL DE VENCE (FRANCIA). Fin dagli anni trenta la famiglia Maeght è stata attratta come tanti altri a Saint-Paul de Vence, poco lontano da Nizza, dove al ristorante Colombe d’or si radunavano alcuni fra i massimi artisti del Novecento in una sorta di comunità temporanea. In molti infatti si spostavano dalle nebbie e dai fumi industriali del Nord verso il salutare microclima provenzale e della Costa Azzurra per lunghi periodi di riabilitazione: Henri Matisse, fra i primi ad arrivare qui, ma anche Picasso, Georges Braque, Alexander Calder, Marc Chagall (seppellito nel cimitero del paese), Alberto Giacometti e molti altri ancora. Alcuni fra questi erano catalani. Nel 1937, all’Esposizione universale di Parigi, il padiglione della Repubblica Spagnola fu progettato da Josep Lluís Sert – allora residente a Parigi -, ospitando sculture di Joan Miró e soprattutto Guernica di Picasso, dopo incontri preparatori avvenuti proprio a Saint-Paul de Vence.

 

Josep Lluís Sert vs Silvio d’Ascia

Nel dopoguerra dunque i mercanti d’arte e galleristi Marguerite e Aimé Maeght, su consiglio di Miró, chiedono a Sert di progettare la loro fondazione nel piccolo paese provenzale. Sert, nel frattempo emigrato negli Stati Uniti e divenuto preside di architettura a Harvard, accetta: realizza un complesso molto funzionale in forma di villaggio, ricco cioè di corti e chiostri interni, usando sia pietra locale sia cemento dalle forme vagamente lecorbusieriane.

Nel 1964 la Fondazione è inaugurata in pompa magna da André Malraux, ministro della Cultura del governo De Gaulle e amico personale di quasi tutti gli artisti in mostra. Da allora la Fondazione è divenuta una tappa obbligata per chi passa dalla Costa Azzurra, e con l’overtourism degli ultimi anni aveva bisogno di più spazio anche perché sono aumentati di molto gli eventi, i convegni, le proiezioni cinematografiche e le varie attività culturali collegati alle mostre.

Perciò l’edificio è stato ristrutturato e ampliato su progetto di Silvio d’Ascia, architetto napoletano da trent’anni residente a Parigi. Formatosi in Francia, d’Ascia in Italia ha progettato due stazioni, quella della metropolitana di Montesanto a Napoli nel 2009 e quella ferroviaria di Porta Susa a Torino, utilizzando molto il vetro e l’acciaio e dunque la luce naturale anche oltre i venti metri di profondità.

 

Intervento ipogeo (pensando ai terrazzamenti e alla porosità di Napoli)

Qui a Saint-Paul invece “Il nostro progetto è invisibile”, ripete, e in effetti la strategia è stata assai diversa. A parte alcuni cambi di destinazione d’uso, gli interventi principali sono stati realizzati sottoterra, scavando cioè sotto le corti dedicate ai due artisti più rappresentati – Giacometti e Miró – ricavando così due nuove gallerie. “Siamo riusciti ad aumentare la superficie espositiva di circa il 70% e grazie ai dislivelli della collina non abbiamo dovuto scavare più di tanto perché i nuovi ambienti erano almeno aperti su un lato verso la valle, quindi più che degli ambienti sotterranei classici abbiamo ottenuto degli ambienti aperti nel paesaggio come nel caso dei terrazzamenti. In Italia c’è una grande tradizione in questo senso, penso alla Liguria e alla Costiera amalfitana, ma in Francia è del tutto assente e infatti è stata una grande sorpresa per la committenza”.

D’Ascia infatti ha vinto il concorso privato d’idee che la famiglia Maeght aveva organizzato; non sono noti i nomi degli invitati, ma tutti avevano pensato di aggiungere edifici o padiglioni nuovi, solo l’architetto napoletano ha pensato a questa soluzione meno appariscente ma molto concreta, che risolve peraltro l’annoso problema degli spazi insufficienti. Già nei primi anni ’70 Sert aveva concepito un ampliamento molto invasivo, non realizzato.

L’attuale espansione verso il basso è stata anche l’occasione per verificare la tenuta del terreno: “Dovendo scavare di poco al di sotto delle fondazioni esistenti, abbiamo effettuato una verifica strutturale del complesso, risultata ottima anche grazie alla natura della collina su cui si trova, tutta in solida roccia. In fondo, anche i terrazzamenti agricoli non servivano solo per meglio coltivare le olive o i limoni, ma anche per preservare i terreni scoscesi dall’erosione naturale e dalle frane”.

Nel passato recente si era già tentato di ampliare un museo esistente nel sottosuolo: nel 2014 gli italo-francesi LAN avevano impostato così il loro progetto di ristrutturazione del Grand Palais a Parigi, poi abortito per un ripensamento dell’amministrazione pubblica. Lo stesso dicasi per il collegamento fra le due ali dell’Arengario a Milano, dov’è ora il Museo del Novecento, ma un inspiegabile veto della Soprintendenza ha fatto propendere per una passerella aerea su progetto vincitore nel 2021 del gruppo di Sonia Calzoni, Pierluigi Nicolin e altri.

Lo sviluppo verso il basso dev’essere naturale per d’Ascia, date le sue origini nella città porosa per eccellenza, secondo la celebre definizione di Walter Benjamin: “Come la pietra, così anche l’architettura di Napoli è porosa. Costruzione e azione si permeano in un susseguirsi di cortili, portici e scaloni. Tutto è fatto per custodire la scena in cui costellazioni sempre nuove, sino ad allora imprevedibili, possano accadere”. 

 

Immagine copertina: Fondation Maeght, Silvio d’Ascia Architecture – Saint Paul de Vence (© Sergio Grazia)

Autore

  • Manuel Orazi

    Lavora presso la casa editrice Quodlibet di Macerata, dove si occupa di alcune collane di architettura e urbanistica e dell'ufficio stampa. È inoltre docente presso l'Accademia di Architettura di Mendrisio e collaboratore dei periodici "Il Foglio", "Domus", "Log". Nel 2021 ha curato la mostra "Carlo Aymonino. Fedeltà al tradimento" (catalogo Electa) presso la Triennale di Milano e il volume di Rem Koolhaas, Testi sulla (non più) città (Quodlibet).

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Last modified: 3 Settembre 2024