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Ilaria La CorteWritten by: Reviews

Voce del verbo Siza

La Fondazione Calouste Gulbenkian celebra la carriera del novantenne architetto portoghese premio Pritzker

 

LISBONA. Quando pensavamo di aver visto ormai tutto, Álvaro Siza ci sorprende, ancora una volta, in uno dei più completi e sfaccettati “atlanti” dedicati alla sua opera. Novant’anni di vita e architettura messi in mostra, fino al 26 agosto, in due spazi espositivi della Fondazione Calouste Gulbenkian, nella mostra “Siza”, la prima a Lisbona, pensata appositamente per l’architetto premio Pritzker, negli ultimi 30 anni.

 

Il disegno: modus operandi e registro di vita

Incentrata sul disegno – inteso come modus operandi e registro di vita – la mostra, curata dall’architetto e critico galiziano Carlos Quintáns, raccoglie materiale d’archivio donato, dallo stesso Siza, al CCA Canadian Centre for Architecture, alla Biblioteca d’Arte della Fondazione Gulbenkian, e alla Fondazione Serralves (che attualmente ospita nella sua nuova ala, l’esposizione “C.A.S.A “Coleção Álvaro Siza, Arquivo”), oltre a presentare reperti provenienti dal centro britannico Drawing Matters e dall’atelier dello stesso architetto.

 

3 progetti x 30 concetti-verbi = 90 anni

“Siza” è un percorso espositivo che rilegge la vastissima opera dell’architetto portoghese (costruita, disegnata e da ricostruire) attraverso trenta concetti tradotti in verbi – come riscaldare, abbassare, illuminare, nuotare, guardare, pregare, volare -, ognuno sviluppato nel corso degli anni e declinato in vari modi: negli schizzi sui taccuini, ma anche attraverso i disegni tecnici. Tre progetti per ciascun verbo compongono il numero 90, in omaggio alla sua età.

La grande scritta SIZA realizzata in legno dai toni caldi e le mani autoritratte mentre disegnano con l’immancabile sigaretta tra le dita, marcano l’ingresso alla prima parte della mostra, quella dedicata all’architettura, allestita nella galleria principale della Fondazione Gulbenkian. Ad accogliere i visitatori una parete di legno scuro con 90 scatti in bianco e nero del fotografo spagnolo Juan Rodriguez, di alcuni degli edifici più emblematici di Siza. Alle spalle di questa parete fotografica che rappresenta un’opera a cielo aperto sotto gli occhi di tutti, si svela il cuore della mostra, quello meno visibile: i taccuini. Trenta quaderni originali, con la copertina nera e tutti di formato A4, aperti con cura e conservati in teche di legno e vetro, dai quali sembra di poter sentire l’energia del maestro, e 12 esemplari facsimile maneggiabili.

Con un allestimento che non intacca l’architettura dello spazio espositivo, la luce naturale che entra dalle grandi finestre aperte sui giardini accompagna il visitatore in una promenade tra i 147 metri di tavoli in alluminio su cui sono esposte opere (costruite e non) di Siza. L’idea è quella di poter studiare i disegni come si fa intorno ai tavoli negli studi di architettura.

 

Fotografie, mobili, ritratti e scenografie

Più avanti, in un piccolo spazio chiuso tra pareti, vengono proiettate, in filmati di 15 minuti, 900 immagini fotografiche, sempre di Rodriguez. Davanti agli occhi scorrono, ogni tre secondi, opere emblematiche: dalla Facoltà di Architettura di Porto, al Museo di arte contemporanea Serralves, alla Casa de Chá da Boa Nova.

In questa prima galleria è esposta anche una selezione dei mobili (con i rispettivi schizzi) con cui Siza riempie le sue case e i suoi edifici. Al lato, nel montare gli espositori in legno che ospitano l’innumerevole bibliografia sulla sua opera, il curatore ha disallineato una delle gambe, rendendo così un piccolo omaggio all’umorismo e ironia con cui Siza firma sempre le sue realizzazioni.

All’uscita della sala, una gigantesca fotografia che ritrae la mano di Siza, ci indica la strada verso l’universo più intimo e personale dell’architetto, svelato nella galleria delle esposizioni temporanee, al piano inferiore. Qui troviamo ritratti (disegnati) di familiari e amici, appunti, vedute dei suoi viaggi, acquerelli e disegni che, in mancanza dell’abituale quaderno A4, realizza su tovaglioli, sacchetti d’aereo, brochure o qualsivoglia altra superficie con spazio bianco sufficiente per contenerne il tratto. La sala ospita anche opere della moglie, la pittrice Maria Antónia Siza, di sua figlia e nipote, oltre a mobili e sculture personali e pezzi di alcuni dei suoi riferimenti artistici, tra cui Picasso e Matisse.

Nella sua lunga carriera, Siza si è occupato anche di scenografia, in particolare di balletto, che ritroviamo in 60 disegni – realizzati per uno spettacolo del Gulbenkian Ballet nel 1996 – esposti in piccoli quadri montati su treppiedi come se fossero un corpo di ballo. A dimostrazione della necessità compulsiva di disegnare, ci sono anche gli schizzi realizzati sulle tovaglie di carta dei ristoranti e 39 pacchetti di sigarette – tra le centinaia in archivio – foderati con piccoli fogli bianchi su cui sono disegnati strumenti musicali.

Raccontare Siza è un compito complesso, la sua opera è talmente vasta che è difficile trovare un corpus di lavori paragonabile nel corso della storia dell’architettura: per questo è necessaria una lettura globale capace di svelare, attraverso il disegno, l’architettura e l’architetto.

La mostra è accompagnata da un programma di eventi che comprende visite guidate, laboratori di disegno, tavole rotonde, oltre a un ciclo di tre film scelti dallo stesso Siza.

Immagine di copertina: © Ilaria La Corte

 

SIZA
17 maggio – 26 agosto 2024
Fundação Calouste Gulbenkian, Lisbona
gulbenkian.pt/agenda/exposicao-siza

Autore

  • Ilaria La Corte

    Dopo la laurea in Architettura all’Università di Roma Tre, prosegue la formazione professionale in Portogallo, dove vive e lavora. Dal 2017 svolge attività di ricerca come dottoranda presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Porto (FAUP), in co-tutela con lo IUAV di Venezia, con una tesi sui temi del dibattito architettonico internazionale, tra gli anni cinquanta e settanta, riletti attraverso l’opera di Giancarlo De Carlo e Nuno Portas. Dal 2015 svolge attività di supporto alla didattica presso il Politecnico di Milano nell’ambito della progettazione architettonica e urbana

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Last modified: 25 Maggio 2024