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Cecilia RosaWritten by: Progetti

Roma, a che punto siamo con il Grande MAXXI

Roma, a che punto siamo con il Grande MAXXI

Avviata la conferenza dei servizi per la realizzazione del nuovo polo culturale per il quartiere Flaminio e la città

 

ROMA. A circa due anni dalla conclusione del concorso d’idee per la progettazione del Grande MAXXI, è stato presentato in un incontro pubblico lo stato di avanzamento lavori del progetto. È stata la stessa Margherita Guccione, direttore scientifico del Grande MAXXI (già intervistata da questo Giornale alla vigilia del concorso), ad annunciare non solo l’avvio della conferenza dei servizi ma anche ad esporre le quattro linee d’intervento su cui si basa il masterplan.

Il progetto del Grande MAXXI, infatti, non interessa solamente gli ambiti dell’architettura e dello spazio pubblico, ma comprende anche una serie di azioni sui temi dell’accessibilità e della sostenibilità energetica e ambientale.

 

MAXXI Hub e MAXXI Green, funzioni complementari e verde

Le prime due aree d’intervento, MAXXI Hub e MAXXI Green, raccontate da Ludovica Di Falco (SCAPE) e Susanna Nobili (SNA), riguardano il progetto vincitore del concorso d’idee redatto dal gruppo multidisciplinare guidato da LAN Architecture e che comprende SCAPE Architecture, SNA, Bollinger + Grohmann Ingegneria, Franck Boutté Consultants, i paesaggisti Bureau Bas Smets e Folia Consulenze.

Com’è ormai noto, il nuovo MAXXI Hub, prospiciente a via Masaccio, sarà un edificio multifunzionale che ospiterà una serie di funzioni complementari al museo: parcheggi interrati, spazi per la ricerca, un centro per il restauro del contemporaneo e depositi aperti e fruibili (tema più che mai attuale: basti pensare al museo-deposito Boijmans di MVRDV a Rotterdam e al Vitra Schaudepot di Herzog & de Meuron).

L’edificio, arricchito da un ulteriore spazio pubblico in copertura, racchiude la complessità degli ambienti in una forma dalla semplicità disarmante, con un linguaggio quanto più possibile distante dall’esuberanza di Zaha Hadid e più in generale dalla stagione dei musei figli dell’effetto Bilbao e rispecchiando, inevitabilmente, nel totale cambiamento del registro figurativo, un sostanziale mutamento della società e delle sue esigenze.

Il MAXXI Green, nuovo parco lineare sempre su via Masaccio, ha l’obiettivo di configurare un’isola microclimatica contro le ondate di calore, anche attraverso la demineralizzazione dell’attuala piazza, che agevolerà l’utilizzo di uno degli spazi pubblici più interessanti della capitale.

 

Sostenibilità e accessibilità

Le altre due linee d’intervento attengono invece, come già accennato, alla sostenibilità ambientale e all’accessibilità. MAXXI sostenibile riguarda l’efficientamento energetico di tutti gli edifici esistenti attraverso soluzioni innovative per la produzione di energia solare che non modificheranno l’involucro edilizio, esposte durante l’incontro da Mario Gamberale, AD di Exalto; l’ambizioso obiettivo è quello di raggiungere, attraverso un complesso sistema d’interventi, la carbon neutrality (Margherita Guccione ne aveva già scritto qui).

Infine Sofia Bilotta, responsabile dell’Ufficio Public Engagement e Formazione, ha raccontato il complesso programma di attività che promuove l’accessibilità non solo degli spazi ma anche e soprattutto dei contenuti, al fine d’includere tutti i visitatori (MAXXI accessibile e intelligente – un museo per tutti).

L’istituzione MAXXI dimostra così di essere in grado di ripensarsi e di trasformarsi (sia dal punto di vista architettonico che curatoriale e comunicativo), sperimentando strategie di adattamento e interpretazione delle diverse criticità e istanze poste dalla contemporaneità.

 

Un nuovo distretto culturale per Roma

La presidente del II Municipio Francesca Del Bello e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Maurizio Veloccia hanno inoltre sottolineato l’importanza del progetto del Grande MAXXI per l’intero quartiere Flaminio; questo pezzo di città abbracciato dall’ansa del Tevere si prepara infatti a diventare il nuovo distretto culturale della capitale, ribadendo l’importanza dell’architettura del Novecento e del contemporaneo in una città come Roma.

La vocazione del quartiere per lo sport e lo svago è infatti sottolineata non solo dalle emergenze ambientali (il fiume, la collina di Monte Mario e Villa Glori) ma anche da quelle architettoniche: il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi (da poco riaperto), lo Stadio Flaminio (ancora oggetto di proposte di riqualificazione), l’Auditorium di RPBW, il progetto per il Museo della Scienza (concorso vinto da Adat Studio nel 2023) negli ex stabilimenti militari di via Guido Reni, già oggetto del concorso per il masterplan della Città della Scienza vinto da Paola Viganò nel 2015.

Immagine di copertina: © LAN

Autore

  • Cecilia Rosa

    Nata a Roma (1990), dove vive e lavora, studia Architettura tra Roma, Milano e Porto, laureandosi con lode nel 2016 presso il Politecnico di Milano. Nel 2019 consegue un Master di II livello presso lo IUAV di Venezia in “Architettura digitale”. Dopo diverse collaborazioni tra Roma e Bologna, dal 2016 porta avanti la professione collaborando con lo studio romano STARTT (studio di architettura e trasformazioni territoriali) su diversi progetti a varie scale, seguendo principalmente progetti museografici. Dal 2019 è assistente alla docenza presso il Dipartimento di Architettura all'Università degli Studi “Roma Tre” e dal 2023 è dottoranda presso il medesimo Dipartimento

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Last modified: 18 Maggio 2024