Una mostra all’AZW di Vienna ne esplora l’impatto sul paesaggio naturale e urbano
VIENNA. Fino al 9 settembre, presso l’Architekturzentrum Wien (AZW) è visitabile “Toourism”, interessante mostra a cura di Karoline Meyer e Katharina Ritter, dedicata all’attualissimo tema del “turismo per tutti” e alle sue conseguenze sul paesaggio naturale e urbano. Il turismo di massa rappresenta oggi il 10% del PIL mondiale ed è destinato a crescere nell’immediato futuro: ma a quali costi?
Benedetto e maledetto, cercato o subìto, il turismo è un’attività economica globale per la quale, proprio come in una grande industria, si progettano, pubblicizzano e vendono prodotti di consumo. Gli effetti, positivi e negativi, di questa attività industriale sono facilmente identificabili nei centri storici, stretti d’assedio da ondate di turisti-consumatori provenienti da tutto il globo. Se, ad esempio, una nave da crociera sbarca fino a 8.000 persone in poche ore, infrastrutture e servizi sono richiesti in maniera sempre più pressante. Ce n’è abbastanza, insomma, perché il discorso sul turismo venga seriamente preso in considerazione anche dal punto di vista dell’architettura e del governo della città.
La mostra in 8 isole
Snodandosi nello spazio espositivo delle ex scuderie imperiali di Fischer von Erlach padre, la rassegna collega una sorta di micro-arcipelago fatto di 8 ideali isole monotematiche, che rispecchiano i capitoli dell’analisi raccolta nell’approfondito catalogo dell’iniziativa:
1 “Più spesso, più lontano, più breve” è il modo prevalente di viaggiare, che predilige spostamenti lunghi e a basso costo per il turista, ma ad alto costo ambientale per le emissioni di CO2 e l’elevato consumo di risorse naturali.
2 “Condividi la tua città” è il segno del conflitto aperto dal turismo urbano che produce il nuovo e preoccupante fenomeno del “sovraturismo”, travolgendo in modo incontrollabile la cultura e l’economia delle comunità locali.
3 “Camera libera” è l’immagine stereotipata di un turismo che vuole consumare tutto e subito. La necessità di offrire affitti brevi in grande quantità provoca una vistosa speculazione immobiliare e l’espulsione progressiva degli abitanti.
4 “L’elefante nella stanza” è il mastodontico problema dei cambiamenti climatici che costituisce la planimetria generale su cui si dispiegano le correnti turistiche, troppo spesso commercializzate come attività a “impatto zero” ma, in realtà, solo ripulite da operazioni di marketing commerciale (greenwashing).
5 “Su mucche, lupi e turisti” affronta, invece, lo specifico tema del turismo montano, anche alla luce del rinnovo, nel 2021, della Convenzione internazionale delle Alpi, che cerca di preservare il paesaggio culturale delle terre alte.
6 “Lo vuole l’ospite!” è la parola d’ordine dell’industria delle vacanze negli sfrenati decenni ’70-’90, ma ancora oggi in gran voga nel vocabolario pragmatico della maggior parte degli imprenditori del settore. Tutto è possibile e lecito pur di soddisfare le necessità, spesso artificiose, indotte dal mercato.
7 “Privatizzazione della bellezza” è la conseguenza del turismo più aggressivo, che s’impossessa delle zone urbane e ambientali più pregiate per sottrarle al godimento collettivo.
8 “Progettato o accaduto?” è la domanda basilare da porsi nello studio del mercato turistico, soprattutto oggi che emergono nuove tendenze politiche mirate a recuperare il controllo sul consumo turistico del territorio.
Verso un turismo equilibrato, sostenibile e consapevole
Senza scomodare il facile esempio nostrano di Venezia, aumenta il numero di città snaturate e sfruttate dalle correnti turistiche di massa. Ad esempio: Hallstatt, la perla del salisburghese, è un borgo lacustre con 750 abitanti, travolto annualmente da oltre 1 milione di turisti. In Cina ne è stata anche realizzata una copia al vero, completa di lago artificiale, principalmente usata per il turismo “matrimoniale”…
Enumerare i delitti del turismo di massa è sin troppo facile. La sfida del futuro è, invece, quella di sfruttare l’energia di questo potente motore economico per spostare risorse a vantaggio dei territori deboli e favorirne, così, una crescita equilibrata e consapevole. Sotto questo aspetto, lo sforzo delle curatrici si apprezza con particolare evidenza: uno dei maggiori pregi della mostra è, infatti, quello di non limitarsi ad enumerare gli infiniti scempi prodotti dal turismo di massa, ma di cercare di focalizzare l’attenzione su modelli sostenibili, buone pratiche e politiche innovative, sia a livello socio-culturale sia economico.
Immagine di copertina: © Lisa Rastl
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Last modified: 16 Aprile 2024